Riot Games, la nota casa di sviluppo di League of Legends e Valorant, è balzata all‘attenzione della cronaca per le accuse, e la relative causa, sul tema delle discriminazione di genere nei suoi posti di lavoro.
Dopo mesi di sviluppi, news incerte e mediazioni, sembra sia finalmente giunta la parola fine su questa delicatissima e complessa questione. Nelle ultime ore, infatti, una notizia ha chiarito l’epilogo della vicenda.
Riot Games e la causa da 100 milioni
L’accordo derivante dalle cause che riguardavo le discriminazioni perpetuate da Riot prevede un dispendiosissimo risarcimento per le vittime. Più nel dettaglio, l’azienda californiana verserà circa 80 milioni di dollari nelle casse di associazioni e di privati che l’hanno accusata di questi reati.
La somma restante, invece, sarà destinata al rimborso delle spese legali sostenute per avviare il processo. Tuttavia, l’esborso economico non è finito, dato che l’azienda impegnerà ulteriori 6 milioni di dollari nell’implementazione di politiche attive per il contrasto della discriminazione di genere nei suoi posti di lavoro e per pareggiare le buste paga delle persone discriminate.
L’accordo prevede anche la presenza costante di un’associazione terza con lo scopo di controllare, per i successivi 3 anni, l’atteggiamento dell’azienda e la messa in pratica di comportamenti non discriminatori.
Nel corso di un’intervista al Washington Post, un membro dello staff di Riot ha dichiarato che: “Abbiamo accettato il fatto che, nonostante le migliori volontà, non abbiamo sempre rispettato i nostri valori” e ancora:” Eravamo davanti ad una scelta; potevamo nascondere i nostri errori o potevamo chiedere scusa, migliorare e creare un’azienda. Abbiamo preferito la seconda. Siamo fieri del lavoro fatto dal 2018, ma dobbiamo anche assumerci la nostra responsabilità per quanto accaduto in passato. Speriamo che questo accordo soddisfi chi ha avuto esperienze negative con noi”.