Nelle ultime due settimane, un titolo su tutti ha attirato l’attenzione dell’intera community videoludica: Abandoned. Il survival horror in questione non vanta particolari meriti artistici, né tantomeno fa parte di una qualche acclamata serie, neppure il fantomatico Blue Box Studios ha alle spalle una storia tale da giustificare l’hype. Ciò che rende interessante questo misterioso gioco è che ha generato attorno a sé una domanda assillante: è di Kojima? È Silent Hill? È il Silent Hill di Kojima?
Questo rumor (o meglio, questo sbilenco misto di ipotesi e speranze) era già emerso un paio di mesi fa, in concomitanza col reveal del progetto, avvenuto tramite un breve teaser trailer sul canale YouTube ufficiale PlayStation lo scorso 7 aprile 2021. Il punto è: perché? Cosa sta spingendo migliaia di videogiocatori a credere che dietro Abandoned ci sia l’atteso survival horror a cui Hideo Kojima vorrebbe lavorare da anni o il ritorno di Silent Hill?
Per rispondere a questa domanda in realtà dobbiamo ripercorrere un viaggio lungo ben dodici anni e penso non ci sia momento migliore della vigilia del gameplay reveal di Abandoned per farlo. A dirla tutta, la storia dietro questo misterioso titolo si sta tirando un po’ per le lunghe, il trailer infatti era previsto per lo scorso 22 giugno, accompagnato persino da un’app che avrebbe permesso di “comprendere” il trailer stesso, problemi di localizzazione dell’app hanno però fatto sì che la data slittasse a domani, 25 giugno 2021.
Questo cambio di data ha fatto perdere un po’ di tempismo alla vicenda, un paio di giorni infatti sono bastati a far sì che il mistero non fosse più svelato quando era al suo culmine, anzi, sembra piuttosto che si stia aspettando un annuncio in cui ormai si spera ben poco essendo scemata l’euforia generale. Ma, come anticipato, c’è un viaggio lungo nove anni che ci attende, iniziamo!
The Phantom… Announcement
Si parte proprio da Hideo Kojima, con Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriot lanciato sul mercato nel 2008, la serie canonica aveva lasciato un vuoto lungo ormai quattro anni (contando solo i capitoli numerati, dal momento che il 2010 era stato l’anno del bistrattato Peace Walker). Il game designer nipponico annunciò nel dicembre del 2012 di essere al lavoro su Metal Gear Solid: Ground Zeroes, titolo che, senza alcun precedente, avrebbe costituito un vero e proprio prologo a quello che sarebbe stato effettivamente il quinto capitolo numerato della saga.
Nel corso del 2013, l’euforia nei confronti della serie non fece che aumentare grazie a Metal Gear Rising (frenetico spin-off hack’n’slash con protagonista Raiden a cura di Platinum Games, veri maestri nel genere) e la Metal Gear Solid Legacy Collection. Mentre l’hype per Ground Zeroes quindi cresceva, il misterioso Moby Dick Studios presentava al mondo con un trailer The Phantom Pain, titolo che stilisticamente e tecnicamente ricordava quel prologo che in moltissimi attendevano.
Non si sapeva letteralmente nulla del titolo in questione, e anche sulla software house aleggiava il mistero più totale che continuò a infittirsi dopo un particolare evento. Jeoff Kieghley infatti intervistò il director di Moby Dick Studios, un’intervista a dir poco bizzarra (e a un passo dal cringe) in cui questo sconosciuto director si fece intervistare bendato, in maniera del tutto simile al personaggio protagonista del trailer. A rendere tutta la faccenda ancora più anomala ci fu un “piccolo” dettaglio che in molti notarono.
Infatti, il dettaglio che su tutti balzò agli occhi di Kieghley fu il logo di Fox Engine, il motore grafico appartenente a Konami col quale Kojima stava sviluppando proprio Ground Zeroes. Interrogato sul perché di questo logo, il misterioso director bendato chiese di interrompere l’intervista, risultando evidentemente stizzito. La community videoludica non lo sapeva, ma si stava andando verso la più grande rottura della quarta parete mai vista.
Durante la Game Developer Conference del 2013 l’uomo mascherato tornò a mostrarsi, per la prima volta in pubblico, e in un momento degno di un blockbuster hollywoodiano, togliendosi le bende dal volto rivelò la propria identità: si trattava proprio di Hideo Kojima! Nessuno poteva saperlo al momento, ma oltre a essere la trollata definitiva del game designer nipponico, che per l’occasione chiarì anche la natura di The Phantom Pain, si trattava di metanarrativa in tutto e per tutto, dal momento che il gesto di Kojima finiva per ricalcare alla perfezione gli eventi del gioco.
Questo modus operandi ricorda quanto sta accadendo in queste giorni con Abandoned: un misterioso game director appartenente a una software house mai sentita prima, e non finisce qui…
Il mai nato…
Archiviata la pratica Metal Gear Solid V con la pubblicazione di Ground Zeroes, seguito pochi mesi dopo da The Phantom Pain, dietro le quinte Kojima si rimise istantaneamente al lavoro su un nuovo titolo, e anche in questo caso, nessuno poteva ancora saperlo. Il desiderio del game designer nipponico era da tempo di lavorare su un titolo (o un lungometraggio) di stampo horror, e finalmente stava accadendo.
Durante la Gamescom del 2014, un’altra software house sconosciuta fece capolino, si trattava di 7780s Studios, a prima vista solo l’ennesimo piccolo studio che stava tentando la sua scalata al successo partendo da un survival horror. Il 12 agosto 2014 una demo destinata a restare nella storia spuntò su PlayStation Store, parlo naturalmente di P.T. (acronimo di Playable Teaser) pubblicato, in teoria, proprio da 7780s Studios.
Il finale di questo complicato e inquietante teaser nascondeva una verità che nessuno si sarebbe mai potuto aspettare: P.T. era in realtà un teaser per Silent Hills, reboot della storica serie horror targata Konami. Come se non bastasse, il protagonista del titolo (fino a quel momento invisibile poiché il teaser era giocabile interamente in prima persona) aveva le fattezze dell’attore Norman Reedus e la sceneggiatura avrebbe visto una inedita collaborazione tra Hideo Kojima e Guillermo del Toro.
Purtroppo, i rapporti tra Kojima e Konami avevano iniziato a incrinarsi durante lo sviluppo del progetto Metal Gear Solid V arrivando a rompersi definitivamente, e in mal modo per giunta, nel 2015; nel corso dello stesso anno, la software house nipponica arrivò persino a rimuovere P.T. dal PlayStation Store cancellando definitivamente ogni speranza di vedere Silent Hills ultimato. Da quel momento, la serie è totalmente scomparsa dalle scene (pachinko a parte) lasciando uno dei più grandi vuoti di sempre nel mondo videoludico.
Kojima è poi tornato in azione con Death Stranding, titolo unico nel suo genere lanciato nel 2020 in esclusiva per PlayStation 4. Il titolo tornerà più avanti, verso la fine di questo lungo viaggio, poiché anch’esso, come il suo protagonista Sam Bridges, sta (probabilmente) trasportando informazioni vitali. Basti però sapere che nel gioco Kojima ha portato con sé Norman Reedus e Guillermo del Toro, dimostrando di aver mantenuto ottimi rapporto coi due nonostante la cancellazione di P.T., segno indubbiamente positivo che potrebbe far sperare in un ritorno del progetto.
Cosa c’è dentro la scatola?
Arriviamo finalmente ad Abandoned, il titolo che sta attirando su di sé l’attenzione dell’intera community videoludica. Come anticipato, fin dal suo reveal trailer il titolo è stato etichettato come il nuovo Silent Hill di Hideo Kojima, ipotesi che fu istantaneamente smentita. Il survival horror fu quindi prontamente gettato nel dimenticatoio, tuttavia man mano che ci si avvicinava all’attesa data di reveal del gameplay, complice anche un’E3 2021 molto deludente e con ben pochi spunti di discussione, Abandoned è tornato prepotentemente sotto i riflettori.
A proporre il gioco è Blue Box Studios, una piccola software house alquanto anonima e con poche pubblicazioni su Steam (ancora in beta tra l’altro) con numeri bassissimi in termini di download. Insomma, un piccolo studio spunta dal nulla e si mette a produrre un’esclusiva per Sony, la cosa in effetti non quadra. Sono stati in molti, legittimamente, a riconoscere lo stile dei grandi annunci alla Kojima: studio ignoto diretto da una personalità sconosciuta, in questo caso Hasan Kharaman.
Benzina sul fuoco, durante il Summer Game Fest 2021, diretto da Geoff Kieghley (già coinvolto nell’“affare” The Phantom Pain), ha fatto la sua comparsa proprio Hideo Kojima per annunciare, con un trailer che scimmiotta proprio la storica serie stealth, Death Stranding Director’s Cut. Tutto regolare fin qui, se non fosse che nel trailer Sam Porter indossa una tuta blu e, in perfetto stile Metal Gear, si nasconde in una scatola: il rebus è servito e come risultato da Blue Box!
Come se non bastasse, poco prima del già citato evento, il game designer nipponico postò sulla propria pagina Twitter ufficiale un tweet nel quale affermava di essere stato omaggiato da Harper Books di due libri: “The Silent Wife” e “Full Throttle” una storia breve scritta da Joe Hill (figlio del maestro dell’horror Stephen King) anche in questo caso il passo per le congetture è davvero breve.
Piccola nota a margine per chiudere l’argomento Twitter, dopo l’aspra rottura del 2015, Kojima e Konami hanno ricominciato di recente a seguirsi sul social confermando un rumor che voleva una distensione dei rapporti dietro le quinte, tutto molto bello, ma il tempismo scelto per questa riappacificazione è davvero singolare…
Thanks HarperBOOKS! The Silent Wife by Karin Slaughter, the latest in the Will Trent series!The Last Window was kidnapping action. And then there's Joe Hill's short story Full Throttle! He's much more interesting in short stories than in long ones!Looking forward to both of them! pic.twitter.com/CZtdvbfSMm
— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) June 9, 2021
E per archiviare anche la questione coincidenze, durante lo scorso fine settimana, la pagina ufficiale del Konami Shop ha annunciato con un breve teaser di stare per rifornire lo store con nuovo merchandising. Nel teaser si poteva notare inequivocabilmente Pyramid Head, uno dei più iconici antagonisti della serie, cosa che ha fatto sobbalzare molti. Per quanto la serie, come detto in precedenza, sia ormai ferma da anni, il rifornimento di prodotti a tema è costante, ma Konami non l’aveva mai annunciato tramite un teaser prima d’ora.
Pochi giorni fa il nuovo merchandising in questione si è rivelato essere semplicemente uno skateboard, ma le tempistiche rimangono molto strane: o Konami ha adottato in pieno la filosofia del troll di Kojima e si sta preparando a un annuncio clamoroso, oppure ha semplicemente voluto cavalcare l’onda dell’hype che le stava generando pubblicità del tutto gratuita.
New Silent Hill Merch is out!⚡️ Check all the new products inspired by the acclaimed saga along with an awesome Limited Series Skateboard that will sure make a great addition to your collection. PRE-ORDER NOW❗️ https://t.co/MElMJagVrZ pic.twitter.com/V9lypFGa86
— OfficialKonamiShop (@KonamiShop) June 23, 2021
Recentemente, Jason Schreier ha anche intervistato Hasan Kharaman che si è rivelato essere (almeno in teoria) una persona in carne e ossa (e col volto ben visibile e non bendato stavolta), eppure, alla richiesta del giornalista di vedere altri membri del team, Kharaman si è rivelato parecchio nervoso a riguardo, rifiutandosi di far intervenire altri colleghi all’intervista, una sorta di replica di quanto accaduto nel 2013. Lo stesso Schreier ha affermato di aver concluso l’intervista con più domande che risposte.
Insomma, mentre il mistero continua a infittirsi, e avremo una risposta certa solo domani, pare che le coincidenze che sembrano puntare verso un Silent Hill diretto da Kojima (o perlomeno verso un horror diretto dal game designer) sembrano di gran lunga superare le incongruenze. Tra gli ultimi punti a favore della teoria per la quale Abandoned si rivelerò tutt’altro c’è qualcosa di davvero singolare (e oggettivo).
Pare infatti che ad Abandoned stia lavorando anche Nuare, compagnia nota per sviluppare asset grafici per le software house. Tra i suoi “clienti” Nuare può vantare anche Kojima Productions, con la quale ha collaborato proprio per la realizzazione di Death Stranding. Le coincidenze favorevoli poi non finiscono certamente qui; uno dei punti di rottura tra Kojima e Konami fu all’epoca la volontà del game designer di portare il gioco “fuori” dalla console.
All’epoca (sebbene siano passati pochi anni) era impossibile per Konami accettare (anche solo per questioni di privacy) le idee di Kojima. Il game designer infatti desiderava che il titolo continuasse a “tormentare” il giocatore anche nella vita reale con mail e messaggi. Al giorno d’oggi la cosa sarebbe estremamente più fattibile anche solo col supporto di PlayStation App, Sony ha infatti iniziato già con Returnal ad ampliare la connessione tra gioco e app con notifiche che segnalano l’ultima posizione dei giocatori presenti nella lista amici creando così una sinergia inedita.
Cosa c’entra però il supporto di PlayStation App con Abandoned? Beh, come anticipato in precedenza, il gameplay trailer di domani sarà accompagnato da un’app per la fruizione dei contenuti, sarà la volta buona in cui Kojima potrà soddisfare il proprio estro creativo e procedere ancora una volta alla rottura della quarta parete a lui tanto cara?
Ormai manca pochissimo, e per quanto non vorrei alimentare speranze a vuoto (con la paura di rimanere e farti rimanere deluso), una parte di me spera davvero nel ritorno della storica serie horror, e se dovesse realmente esserci Hideo Kojima al timone della produzione (per ridare vita a quel Silent Hills… abbandonato) penso che potremmo trovarci davanti a un’esperienza in grado di riscrivere e rivoluzionare il genere dalle sue fondamenta. L’appuntamento è fissato per domani, non mancare!