Prima ancora di Final Fantasy VII, Dragon Quest VII, e tutti quei titoli con grafica in 3D che hanno fatto la fortuna del genere JRPG dalla quinta generazione di console in poi, con la denominazione “gioco di ruolo giapponese” si identificava tutta una serie di titoli in 16-bit i quali vengono ricordati e/o giocati ancora oggi: Fire Emblem, Tactics Ogre, Final Fantasy Tactics etc. etc.
Con Rise Eterna, lo studio di sviluppo Forever Entertainment S. A. ha voluto omaggiare questi grandi classici del mondo videoludico, riproponendo quello stesso gameplay in salsa moderna (ma, in verità, neanche così tanto). Lo studio polacco sarà riuscito nel suo intento? Scopriamolo in questa recensione.
Rise Eterna: una trama poco originale ma con una narrazione molto matura, sebbene a tratti scada nella “dissonanza ludo-narrativa”
Un regno devastato dalla guerra, un monarca dispotico, lande selvagge in cui imperversano banditi senza controllo. Questa l’ambientazione che fa da sfondo alla storia di Rise Eterna, la quale ruoterà intorno a Lua, alla ricerca delle sue sorelle ed al mistero che le circonda.
Dal punto di vista della trama, non siamo di fronte a nulla di nuovo: Lua e le sue sorelle ricoprono il ruolo di protagoniste/oggetto magico legato ad un segreto da scoprire. Natahel e gli altri membri del party avranno, chi più, chi meno, un motivo per accompagnarle in questo viaggio. Non certo la più originale delle storie da raccontare, ma comunque un buon pretesto per iniziare (e concludere) l’avventura propostaci dai ragazzi di Forever Entertainment S. A.
Parlando un attimo della narrazione, tuttavia, urge sottolineare come quest’ultima rappresenti contemporaneamente sia un punto di forza che un punto debole di Rise Eterna.
Rise Eterna presenta, almeno per il mio modestissimo avviso, alcuni dei migliori dialoghi mai scritti per un titolo JRPG: tutte le frasi pronunciate dai personaggi risultano incredibilmente realistiche, mai forzate o inutilmente enfatizzate. I tempi comici e/o drammatici sono sempre perfetti, facendoti desiderare che gli scambi di battute tra i personaggi non abbiano praticamente mai fine per quanto risultino scorrevoli e piacevoli da leggere (nel titolo non è presente l’audio delle voci).
Allo stesso tempo, tuttavia, la stessa narrazione così piacevole e scorrevole, la quale risulta essere un vero e proprio PRO per Rise Eterna, tende ad inciampare troppe volte in quella che si definisce come dissonanza ludo-narrativa (in breve: ciò che ci viene raccontato in termini di trama non trova riscontro in termini di gameplay).
N.B. la dissonanza ludo-narrativa esiste in praticamente tutti i medium videoludici. A fare la differenza è semplicemente il numero di incongruenze mostrate al giocatore.
Limitando al massimo gli spoiler, proverò a fare un esempio pratico: dopo aver affrontato e sconfitto banditi e soldati armati di tutto punto, come possono i nostri eroi essere messi in difficoltà da un villaggio di vecchietti con il forcone e donne con il mattarello?
Troppe volte, quindi, l’utente si troverà dinanzi a situazioni poco credibili, le quali andranno in netto contrasto con il realismo dei dialoghi e dello sviluppo morale dei personaggi.
Rise Eterna: un gameplay vecchio stampo, ma una svecchiata in più sarebbe servita
Il gameplay di Rise Eterna si divide in 3 fasi ben precise:
- Narrazione: espressa tramite i già citati dialoghi tra personaggi.
- Gestione del party: scelta dei membri da schierare in battaglia, del loro equipaggiamento (solo oggetti utilizzabili, le armi sono standard), livellamento nell’albero delle abilità e assegnazione dei potenziamenti per le caratteristiche.
- Fase di combattimento.
Il combat-system del titolo è il più classico degli strategici a turni, con i nostri personaggi che si muoveranno sul campo di battaglia appositamente suddiviso a griglia. Nessuna turnazione, una volta mosse tutte le nostre pedine, toccherà alla CPU fare altrettanto.
Per attaccare un nostro nemico ci basterà posizionarci in un riquadro adiacente al suo, ed in questa fase sarà fondamentale sfruttare i nostri compagni di squadra: attaccando da una posizione in cui questi ultimi potranno darci man forte, avremo la possibilità di usufruire di diversi bonus (al danno, alla schivata, alla difesa etc.), occhio però, i nostri nemici potranno fare lo stesso, trasformando tutto in una vera e propria sfida scacchistica.
Tutto molto semplice in apparenza, ma anche in questo caso Rise Eterna scopre il fianco ad alcune imperfezioni.
La conformazione del campo di battaglia tenderà a funzionare solo a metà: se, ad esempio, avremo un nemico ubicato all’interno di un’abitazione, potremmo raggiungerlo solo aggirandone le mura ed entrando dalla porta di ingresso, dal momento che non sarà possibile colpirlo attraverso le pareti. Questo a meno che il nostro personaggio non sia armato di lancia, arco o comunque di una qualsiasi arma che presenti più di una casella come range di attacco. In questo specifico caso, potremmo attaccare i nostri nemici indipendentemente dagli ostacoli che ci si pareranno di fronte, siano essi le già citate pareti di pietra, o persino un boschetto o il letto di un fiume. Detto in termini videoludici, in Rise Eterna potremo effettuare delle vere e proprie lamerate legalizzate.
Come se non bastasse, l’unica possibilità che avremo di lootare qualche oggetto (sia esso utile per il crafting o per il potenziamento dei nostri personaggi), sarà proprio durante le fasi di combattimento, in cui dovremo scegliere di allontanare un PG dalla battaglia solo ed esclusivamente per tentare di farmare qualcosa. Si consideri che le azioni a nostra disposizione sono solo 2, dunque, una volta che ci si sarà spostati sul campo di battaglia, bisognerà scegliere saggiamente se attaccare, farmare o utilizzare un oggetto.
In definitiva, per quanto il rimando ai JRPG più datati sia tranquillamente da apprezzare, lo studio di sviluppo avrebbe potuto impegnarsi un minimo in più per svecchiare questa formula, rendendola anche solo un poco più omogenea al resto del combat system.
Il comparto tecnico di Rise Eterna: anche qui, alti e bassi si sprecano
Conclude questa altalena di qualità, il comparto tecnico: se da un lato ci ritroviamo con una colonna sonora dimenticabilissima (anzi, al limite del fastidio, visto che si ripete senza soluzione di continuità) ed una messa in scena degli ambienti di gioco estremamente povera, dall’altra possiamo invece godere di una grafica in 16bit che esalta gli sprite dei personaggi e le loro animazioni. Lo stile grafico della narrazione, poi, presenta dei disegni molto dettagliati che caratterizzano tutti i protagonisti evidenziandone le differenze fisiche, di modo che tutti siano facilmente riconoscibili.
Anche in questo caso, viene da pensare come mai non sia stato messo un minimo di impegno in più per rendere l’ambientazione di Rise Eterna un minimo più dettagliata, scelta che avrebbe elevato non di poco la qualità generale del titolo
Tirando le somme, dunque, Rise Eterna…
…avrebbe meritato più attenzione durante il suo sviluppo. Troppi gli errori che vanno ad intaccare la qualità dell’opera tutto sommato sufficiente, ma che avrebbe potuto aspirare a molto di più. Dal punto di vista ludico, tuttavia, Rise Eterna riesce a divertire ed intrattenere, purché si riesca a passare oltre al gameplay poco funzionale in determinate situazioni.
A tal proposito, ti rimando al nostro articolo sull’edizione fisica del gioco, la quale ti farà entrare in possesso di svariati gadget e contenuti extra-game. N.B. La versione fisica sarà disponibile solo per console Nintendo Switch.