Rise of the Ronin è uno dei titoli più attesi di questo marzo. Abbiamo avuto l’occasione di provare in anteprima l’ultima opera del Team NINJA, immergendoci totalmente nelle prime ore di gioco, e poter così avere un assaggio di ciò che offrirà la release finale, attesa per il 22 marzo. Le premesse dello sviluppatore sono quelle di un combat system molto solido e di aver messo a fuoco l’esperienza ricavata dal franchise di Nioh, trasportando il tutto in un open world affascinante, ambientato nel Giappone del XIX secolo, e ricco di cose da fare. Le aspettative quindi sono molto alte, ma adesso andiamo a scoprire meglio Rise of the Ronin.
Iniziamo subito con il togliere un dubbio che attanaglia diversi giocatori: Rise of the Ronin NON è un souls like, anche se nel suo gameplay viene contemplata qualche meccanica similare. Siamo di fronte a un GDR action di stampo abbastanza classico, nel quale è stata posta tantissima profondità sul sistema di combattimento e su un mondo aperto tutto da esplorare. Nelle prime ore di gioco, infatti, la mappa si è riempita di tantissime cose da fare, eventi, collezionabili da raccogliere e diverse missioni secondarie, scongiurando già la paura di potersi trovare di fronte a una mappa ben fatta ma “spenta”.
La prima cosa che dovremo fare, sarà quella di creare non uno, bensì due protagonisti, le Lame Velate, dei combattenti formidabili che insieme sono inarrestabili, l’uno complementare all’altro come fossero un’unica entità. L’editor per la creazione dei personaggi è mastodontico, e facilmente si potranno trascorrere diverse ore nella creazione dei protagonisti, riuscendo a dare vita a qualsivoglia aspetto e modificando qualsiasi dettaglio.
Si passerà poi a scegliere una “affilatura originale” tra le sei disponibili per i nostri personaggi, ovvero la classe che ne delinea i parametri iniziali. Ognuna di queste affilature ha ovviamente punti forti e debolezze, e sarà specializzata nell’uso di alcune tipologie di armi. Completati tutti i passaggi per la creazione dei nostri personaggi, saremo chiamati a compiere un primo incarico che darà il via a tutte le linee di trama del gioco.
Rise of the Ronin: una prova convincente
Tirare le somme sulla trama non è plausibile da un’anteprima, per questo vogliamo concentrarci sul gameplay che, già nelle prime ore, ha mostrato davvero molto potenziale, soprattutto per quanto riguarda il combat system. Figlio del Team Ninja, Rise of the Ronin punta tantissimo sui combattimenti, i quali risultano spettacolari, galvanizzanti e soprattutto mai noiosi. E doveroso aggiungere che, grazie a tantissima personalizzazione dell’accessibilità e ai tre livelli di difficoltà presenti, il titolo potrà essere goduto anche da chi non è avvezzo ai titoli action, così come potrà rappresentare un’ottima sfida per i più navigati.
Il combattimento verte principalmente sulla barra del Ki, la quale fa le veci della resistenza di titoli similari, che viene utilizzata per compiere qualsiasi azione, dagli attacchi alle abilità speciali, parate e contrattacchi. Inoltre, svuotando la barra Ki dei nemici, sarà possibile infliggere un colpo critico (anche parecchio scenico). Nei combattimenti esiste anche un sistema di “panico”, ottenibile contrattaccando i colpi potenti o l’ultimo colpo della combo dei nemici i quali, una volta entrati in questo stato, subiranno più danni e saranno esposti ad altri colpi critici. Mandare in panico i nemici serve anche a diminuire il loro Ki massimo, rendendone più semplice lo svuotamento ed esporli nuovamente a colpi critici.
Attenzione però che tutto quello detto fino a qui, lo potremo subire anche noi, quindi menare fendenti a destra e manca senza ragionare, non sarà mai una strategia vincente in Rise of the Ronin. Un’altra meccanica interessante è il guizzo di lama, eseguibile con R1 subito dopo aver mandato a segno un colpo e che, in base al sangue sulla nostra lama, andrà a ripristinare la barra del Ki. Se padroneggiata, questa abilità permette di eseguire raffiche di attacchi davvero incalzanti, così come contrattacchi e abilità speciali.
Un combat system profondo come pochi
In Rise of the Ronin, il nostro arsenale sarà davvero ampio. Le Lame Velate possono equipaggiare contemporaneamente quattro armi, due corpo a corpo come katane, odachi e lance, ognuna con relative abilità speciali, e due armi a lungo raggio come archi, fucili e shuriken, con la possibilità di cambiarle in qualsiasi momento tramite la pressione di R1 e il tasto direzionale su per le prime, e giù per le seconde. Questo sistema funziona davvero bene, riuscendo a fornire tantissime opzioni per affrontare i combattimenti e tutte le situazioni che ci troveremo di fronte.
Ma Team NINJA si è voluta spingere oltre in Rise of the Ronin, inserendo anche la variabile degli stili di combattimento. Questi si potranno ottenere tramite un sistema di legami con gli altri personaggi, e forniranno diversi pattern d’attacco anche per le stesse armi. Per farla semplice, la stessa arma può avere diversi stili di combattimento, intercambiabili anche nel bel mezzo della battaglia.
Questa meccanica non è solo estetica, ma va a influire su un sistema di punti di forza e debolezze nei combattimenti. Ogni stile può essere neutro, in vantaggio o svantaggio al cospetto di altri, costringendo il giocatore a cambiarli in combattimento per fronteggiare al meglio tutti i nemici presenti.
Inoltre, in Rise of the Ronin potremo essere accompagnati da alleati, che sarà possibile controllare direttamente con un semplice switch, sia in combattimento che durante l’esplorazione, meccanica che va ad aggiungere ulteriore profondità al combattimento.
No, Team NINJA non si è fermato qui per quanto riguarda il sistema di combattimento, inserendo anche un rampino che, oltre a offrire la possibilità di movimento tridimensionale (in determinati punti), serve anche per afferrare e lanciare oggetti contro i nemici, o addirittura afferrare questi ultimi e avvicinarli a noi stessi prima di iniziare la combo. Non mancano inoltre tutta una serie di oggetti che serviranno a curarci, potenziarci e altro.
Equipaggiamento e potenziamento di Rise of the Ronin
La componente equipaggiamento sembra davvero profonda. Già nelle prime ore di gioco siamo entrati in possesso di diversi pezzi equipaggiabili, ognuno dei quali con diverse rarità, potenziamenti e abilità particolari. Esiste poi la possibilità di trovare più pezzi di un set specifico che, una volta equipaggiati, offriranno bonus non ottenibili diversamente.
Esplorando e combattendo, sarà possibile raccogliere anche diversi materiali, utili per il sistema di crafting e potenziamento di Rise of the Ronin. Purtroppo in queste prime ore non abbiamo potuto approfondire del tutto per capire se offre qualcosa di diverso dal solito, ma anche così non fosse si presenta degno di nota.
Un Giappone tormentato dalla guerra
Rise of the Ronin è principalmente un open world. Diciamo principalmente perché alcune missioni, soprattutto quelle principali, saranno strutturate in mappe più o meno grandi ma chiuse, e onestamente questo fattore ci ha lasciato notevolmente sorpresi, visto che riesce a dare a ogni quest un senso più mirato e meno dispersivo. A ogni inizio missione potremo sistemare il nostro equipaggiamento, scegliere con quale alleato affrontarla e rimpinguare le nostre scorte di oggetti, prima di lanciarci nella risoluzione della stessa.
Sia nelle missioni “chiuse” che in quelle open world di Rise of the Ronin, saranno presenti gli stendardi della lama velata, che oltre a fare da checkpoint ed essere utilizzabili per il viaggio rapido, serviranno per ripristinare la nostra energia e consumabili (a patto di averne), ma faranno ricomparire i nemici (leader esclusi), in una meccanica molto simile a quella dei souls. La densità di questi stendardi è davvero alta, il che rende molto accessibile lo spostamento nella grande mappa di gioco, ma abbassa anche un po’ il livello di sfida, visto che anche nelle missioni chiuse ce ne saranno comunque molteplici.
Missioni e livellamento
La tipologia di missioni è notevole. Tra principali, secondarie, collezionabili, faide e missioni legame, la mappa di Rise of Ronin proporrà sempre qualcosa da fare in ogni suo angolo. Inoltre, quest’ultima è divisa in aree chiamate regioni, ognuna delle quali con il proprio livello di reputazione/legame, che si aumenterà completando missioni, liberando la zona dalla presenza di banditi e trovando i collezionabili. Aumentare il legame con ogni zona, ci darà accesso a oggetti unici e ricompense notevoli.
Il livellamento delle Lame Velate in Rise of the Ronin avviene in modo un po’ particolare: combattendo i nemici si otterrà il Karma, che andrà a riempire una barra in alto. Una volta riempita completamente, recandoci presso uno stendardo delle Lame Velate, potremo convertire il Karma in un punto abilità da spendere. Se malauguratamente dovessimo essere sconfitti da un nemico, tutto il karma verrà trasferito al nostro uccisore, dando così vita a una faida. Per recuperare il karma ci toccherà sconfiggere il nemico oppure infliggergli un colpo critico. Ci sono anche altre tipologie di punti abilità che invece si ottengono combattendo o risolvendo missioni, senza doverli convertire presso gli stendardi.
Questi punti serviranno a sbloccare una delle tante skill dell’albero delle abilità dei Ronin, adeguandolo al nostro stile di gioco preferito. Inoltre, continuando a utilizzare una determinata tipologia di arma o pezzo di equipaggiamento, miglioreremo la nostra maestria nello stesso, ricavandone diversi bonus.
L’esplorazione viene anche facilitata oltre che dai viaggi rapidi, anche dall’utilizzo di cavalcature, con le quali è possibile impostare una rotta automatica fino a un punto della mappa. Questa meccanica funziona bene, con il cavallo che, anche non scegliendo la via più breve, ci porta a destinazione in automatico. Solo poche volte è accaduto che il leale destriero bloccasse la sua corsa a causa di qualche albero o altro ostacolo nella traiettoria. Non poteva mancare anche un aliante, il quale permetterà al nostro ronin di coprire grandi distanze in minor tempo.
Graficamente, anche se spesso Rise of the Ronin offre dei colpi d’occhio fantastici, lascia un po’ l’impressione che poteva essere fatto di più, mentre la colonna sonora è davvero curata e immersiva, così come i suoi ambientali che riescono a far immedesimare il giocatore in un’atmosfera affascinante. Discorso un po’ diverso per la localizzazione in italiano, ottima nella parte scritta, ma mediocre nel doppiaggio di alcuni personaggi, problema al quale purtroppo nel nostro paese siamo spesso abituati.