Dopo aver scritto l’anteprima con le nostre impressioni su Rise of the Ronin, è arrivato finalmente il momento di tirare le somme sull’ultima opera del Team NINJA. Dopo ore trascorse a esplorare paesaggi evocativi e a combattere tantissimi avversari, Rise of the Ronin ci ha confermato quanto di buono aveva mostrato in anteprima, confermando però anche i dubbi che erano sorti.
Rise of the Ronin, Team NINJA e l’open world
Partiamo parlando della struttura open world del gioco. La mappa, grande e varia, rievoca perfettamente un Giappone del XIX secolo afflitto dalla piaga della guerra, ed è suddivisa in regioni. Ognuna di queste avrà al suo interno diverse attività secondarie da svolgere, tesori da scovare e collezionabili da raccogliere. Portando avanti tutte queste attività, aumenteremo il livello di legame con la popolazione di quella regione, ricevendo in cambio compensi sottoforma di punti abilità, equipaggiamento, consumabili e molto altro.
Pur richiamando strutture e sistemi già visti, questa parte di Rise of the Ronin funziona bene e, anche se le attività finiscono con il risultare un po’ ripetitive, riescono a tenere impegnato il giocatore senza annoiarlo. Come avevamo già accennato, il problema è il comparto tecnico di questo mondo aperto, decisamente arretrato, il che lo rende per lo più spoglio di dettagli. Team NINJA ha poi optato per diversi elementi che contribuiscono ad aumentare tantissimo la quality of life, proprio per contrastare la natura ripetitiva di queste azioni.
Tra questi “aiuti” possiamo trovare il viaggio rapido presso alcuni punti prestabiliti, come ad esempio gli stendardi della lama velata o altri punti di interesse, molto diffusi in ogni zona, oppure anche il poter settare delle rotte automatiche per il nostro cavallo, sul quale saliremo ingroppa in maniera automatica una volta chiamato, e che eviterà al giocatore di dover consultare la mappa per assicurarsi di seguire la giusta direzione.
Certo, a volte il nostro fido destriero non seguirà la via più breve, ma tanto basta per rendere l’esperienza di navigazione nella grande mappa di Rise of the Ronin più piacevole e meno frustrante. Anche a livello estetico/evocativo, Team NINJA è riuscito a fare un buon lavoro, con scorci che si lasciano ammirare, ma che dall’altra parte mostrano il fianco a un comparto tecnico non all’altezza, perlomeno nella parte grafica.
Ripetiamo però che l’open world funziona, al contrario di molti altri titoli con mappe mastodontiche, tecnicamente più avanzate ma abbastanza vuote, mentre in Rise of the Ronin tutta la regione sembra essere predisposta con molto senso logico e funzionalità di gameplay. Inoltre, sempre per parlare di aiuti e accessibilità che evitano al giocatore di perdere parecchio tempo, tutte le attività secondarie e non, sono ben segnalate sulla mappa e presenti nel diario delle missioni.
Sembra quasi che, tutte queste accortezze, siano state inserite proprio per quei giocatori che lamentano la tantissima dispersività degli open world odierni, e non si può non fare un plauso per aver ascoltato una categoria di giocatori. Diciamo una categoria di giocatori perché, inevitabilmente, dall’altra parte tutti coloro che sperano in un’esplorazione più “autonoma”, potrebbero rimanere delusi.
Per variare un po’ dalla struttura open world, in Rise of the Ronin sono presenti anche missioni che si svolgeranno in aree limitate, con mappe a sé stanti. Noi abbiamo trovato questa aggiunta molto funzionale, sia perché ci permette di spezzare bene il ritmo del mondo aperto, sia perché riesce a trasmettere più enfasi al giocatore. Possiamo, ad esempio, parlare di una missione di infiltrazione in un campo nemico, dove avendo una mappa più circoscritta, non potremo trovare tante vie alternative, ma dovremo ingegnarci qualcosa con quello che avremo a disposizione e, tra fasi stealth e l’uso del rampino, le alternative non mancheranno mai.
A ogni missione, avremo anche la possibilità di scegliere quali personaggi, tra quelli che avremo tra i nostri legami, dovranno accompagnarci, cercando di scegliere quelli con le caratteristiche migliori. In alternativa potremo affrontarle con altri giocatori reali, richiamandoli attraverso gli stendardi delle lame velate.
La lama velata
Inizialmente dovremo creare, tramite un profondo editor, due protagonisti, le lame velate, due entità che combattono all’unisono, guerrieri formidabili l’uno complementare dell’altro. L’editor è qualcosa di pazzesco e profondo, che permette di ricreare praticamente qualsiasi volto, purché ci si voglia trascorrere parecchio tempo nei vari settaggi.
La scelta successiva sarà quella della classe dei protagonisti, che in Rise of the Ronin prende il nome di “affilatura originale“, la quale si distinguerà principalmente per le statistiche iniziali, visto che le armi potremo sceglierle durante il tutorial. Se te lo stai chiedendo, sarà possibile migliorare i parametri di altre specializzazioni, in modo da creare classi ibride oppure specializzarsi in un ramo specifico.
Dove verte il tutto il gameplay, nonché la maggior parte del divertimento di Rise of the Ronin, è nel suo sistema di combattimento. Qui, Team NINJA, maestro in questo, ha davvero fatto un ottimo lavoro, offrendo al giocatore meccaniche profonde, appaganti e spettacolari. Come nell’esplorazione, lo sviluppatore ha deciso di inserire diversi settaggi per migliorare l’accessibilità di Rise of the Ronin, in modo che tutti possano fruirne al meglio, anche i meno avvezzi al genere, come 3 diversi livelli di difficoltà e molto altro.
L’arsenale di Rise of the Ronin
Potremo equipaggiare contemporaneamente quattro armi, due corpo a corpo e due da distanza, intercambiabili con la pressione di R1 e su per le prime e R1 e giù per le seconde. Ogni arma avrà le proprie abilità speciali e fino a tre stili di combattimento diversi, ma procediamo con ordine.
Il combattimento di Rise of the Ronin verte sulla barra del Ki, che ha le stesse funzioni della stamina o energia di altri titoli similari. Compiere azioni come parare, schivare, attaccare o eseguire abilità speciali, svuoterà questa barra. Svuotare la barra del Ki dei nemici, colpendoli o contrattaccando i loro colpi, ci darà la possibilità di eseguire di colpi critici e infliggere diversi danni alla loro barra della vita. Contrattaccando il colpo finale di una combo nemica o una loro tecnica speciale, potremo infliggere anche lo status di panico agli avversari, condizione che li esporrà maggiormente ai colpi critici e gli farà subire più danni.
Tutto quello detto fin qui però, può essere utilizzato contro di noi, quindi avere un controllo oculato del Ki sarà un elemento fondamentale per la nostra sopravvivenza, soprattutto negli scontri contro i vari e temibili boss, ma anche quando ci si ritrova accerchiati dai nemici. Un elemento che ci aiuterà tantissimo nella gestione del Ki è il guizzo di lama, azione che si effettua premendo R1 subito dopo aver mandato a segno un colpo e che, in base al sangue che ricopre la nostra arma corpo a corpo, andrà a ripristinare la barra del Ki.
Combattere con stile
Gli stili di combattimento, ottenibili tramite legami con altri protagonisti o completando incarichi particolari, oltre a fornirci nuovi attacchi e azioni speciali, avranno un loro sistema di forza e debolezza. Ogni stile può essere neutro, in vantaggio o svantaggio rispetto altri, e il giocatore dovrà cambiarli spesso in combattimento per fronteggiare le diverse tipologie di nemici presenti.
Tutte queste meccaniche messe insieme, danno vita a un sistema di combattimento profondo, strategico, adrenalinico e molto appagante, nonché spettacolare da vedere. Disfarsi di gruppi nemici cambiano armi, stili e mettendo a segno colpi e contrattacchi spettacolari, darà vita a un loop di gameplay che appassionerà tutti gli amanti dei giochi action.
Nel combattimento, l’unica cosa che ci ha fatto storcere un po’ il naso è l’IA dei nostri alleati, non tanto quando ci si trova a combattere un numero malto di nemici, con l’alleato che colpirà un po’ a caso i malcapitati di turno, ma durante i combattimenti contro boss e nemici potenti, i quali tenderanno sempre a puntare noi, con il nostro alleato che farà intercorrere troppo tempo tra un attacco e un altro.
Del sistema di equipaggiamento e potenziamento ne abbiamo già parlato nella nostra anteprima, ma facendola breve, non si differenzia molto da altri titoli similari. Svolgendo incarichi e abbattendo nemici, saremo ricompensati con diversi pezzi di equipaggiamento per il corpo, testa, piedi, mani, armi e accessori, ognuno con rarità e valori propri, con la possibilità di essere parte di un set.
Lo sviluppo del Ronin
In Rise of the Ronin, completando missioni e uccidendo nemici, guadagneremo Karma, che andrà convertito in punti abilità nei pressi degli stendardi delle lame velate. Questi ultimi, nelle missioni, faranno anche ricomparire i nemici eliminati fino a quel momento, in pieno stile souls-like, eccezione fatta per i leader nemici. Se malauguratamente dovessimo essere sconfitti da un nemico, tutto il karma verrà trasferito al nostro uccisore, dando così vita a una faida. Per recuperare il karma ci toccherà sconfiggere il nemico oppure infliggergli un colpo critico. Ci sono anche altre tipologie di punti abilità che invece si ottengono combattendo o risolvendo missioni, senza doverli convertire presso gli stendardi e saranno specifici per alcuni rami.
Potremo spendere i punti abilità nel menù di crescita del personaggio, sia per migliorare i nostri parametri che per apprendere nuove abilità, andando così ad ampliare azioni e bonis passivi a disposizione della nostra lama velata. In Rise of the Ronin inoltre, più utilizzeremo un pezzo di equipaggiamento, più andremo a migliorare la nostra competenza con esso, ricavandone diversi bonus.
Tecnicamente non all’altezza
Dal punto di vista tecnico, parlando del comparto grafico di Rise of the Ronin, purtroppo ci tocca dire che ci aspettavamo molto di più, soprattutto considerando che il titolo è in esclusiva su PlayStation 5 e non cross gen. La grafica, sia del mondo che dei personaggi, è molto grezza, ruvida e poco curata, sebbene ci siano tantissimi oggetti e dettagli ambientali.
Come detto in apertura, il colpo d’occhio c’è, ma se ci si ferma a guardare meglio, non si può rimanere soddisfatti, soprattutto utilizzando la modalità foto. Discorso a parte invece per le animazioni dei combattimenti, sempre spettacolari e fluide. Gli NPC nei vari villaggi e città sembrano esseri vuoti, scarsamente dettagliati, e questo abbatte molto l’immersione in Rise of the Ronin.
Per la parte sonora, ottimi i suoni ambientali e la colonna sonora. Sentire il vento che soffia al tramonto, riesce a mitigare l’ostacolo creato dal comparto grafico nel fattore immersione, mentre anche se a molti basterà la presenza del doppiaggio italiano, bisogna dire che quest’ultimo non è davvero all’altezza. Ci è capitato più volte di sentire personaggi utilizzare commenti sconnessi e con toni non adatti, mentre li facevamo a fette con le nostre lame, e questo ci ha fatto davvero storcere il naso, soprattutto perché, purtroppo, questa tipologia di doppiaggio ci accompagnerà per tutto il gioco.
Sul gameplay niente da dire, Rise of the Ronin ha preso tutto ciò che Team NINJA ha imparato dai suoi precedenti lavori, creando un sistema di combattimento che da solo vale tutta l’esperienza del gioco.