Quando si parla di serie abbandonate, Capcom (ma anche Konami, ma questo è un altro discorso) è una maestra. Ci sono saghe che hanno letteralmente forgiato l’infanzia di noi millennials che per motivi davvero oscuri non sono state mai più riproposte. Non parlo di titoli che al tempo non sono stati mai considerati nemmeno di striscio, parlo di cose del tipo Dark Stalkers, Dino Crisis e il gioco che presentiamo nella puntata 207 di Old But Gold ovvero Rival School: United by Fate.
Un picchiaduro che a suo tempo venne considerato una pietra miliare del videogioco su PlayStation, ma che per qualche strano motivo non venne preso più in considerazione negli anni a venire, se non per un secondo capitolo uscito su Dreamcast chiamato Project Justice, ma oggi ci concentriamo sul primo.
Rival School quanto eri divertente?
Rival Schools che cos’è? È un picchiaduro ad incontri detto proprio in maniera semplice. In 3D, anche se questa non è una definizione propriamente precisa, questo perché è vero che la grafica sprizza poligoni da ogni poro e urla anni ’90 da ogni orifizio, ma il sistema di combattimento è un mix tra le potenzialità delle 3 dimensioni e la semplicità del 2D. Quindi è vero che avrai un feel molto simile ad uno Street Fighter qualunque, ma è altresì vero che le prese potranno essere fatte in anche ai lati dell’avversario con risultati che varieranno ogni volta.
Scegli i tuoi combattenti, dico i “tuoi” perché il gameplay usa l’escamotage di farti scegliere due personaggi, ma che al contrario di altri esponenti del genere non potrai scambiare durante il match, ma solo tra un round e l’altro. Quindi ti potrai chiedere, scegliere due personaggi serve solo a quello? Assolutamente no, il tuo alleato ti servirà anche per fare mosse in team, altamente spettacolari, ma che soprattutto faranno malissimo a chi avrai contro, ma non solo, infatti potresti avere altri benefici da questo tag team, come ad esempio un aumento delle statistiche oppure un recupero parziale della tua salute.
Questo significa che gli incontri non si riducono al solo sconfiggi il tuo nemico, ma prendono un sapore anche strategico, visto che anche il tuo compagno va scelto con un occhio di riguardo per capire se prendere qualcuno che ti fa ripristinare la tua salute, oppure andare di ignoranza pura e cercando di fare più danni possibili.
Ma Rival Schools non è solo questo è anche parecchie trovate geniali che al tempo fecero innamorare i giocatori, come ad esempio gli attacchi speciali Burning Vigour, ovvero delle tecniche di squadra esageratamente potenti, ma soprattutto spettacolari da vedere. Questo perché quando si riusciva a concatenare una mossa del genere, la telecamera si spostava e riprendeva l’azione da più angolazioni. Il risultato era qualcosa di parecchio soddisfacente, tuttavia questo tipo di mosse si potevano fare solo quando la barra della Super si fosse riempita al massimo.
Far riempire questa barra non era per nulla difficile, quindi per molti puristi del genere, al tempo, fu considerato un difetto, tuttavia credo che con questo titolo Capcom abbia voluto fare del suo cavallo di battaglia l’immediatezza, piuttosto che la competitività. Quindi via a visuali super flashy, non si lesina sulle mosse potenti, ma soprattutto spettacolari.
Rival Schools, oltre che avere un gameplay divertente e super immediato, è anche un gioco pieno di carattere che ti fa capire come mai in tanti lo amino e spesso ci si chieda perché sia una serie ormai accantonata da Capcom. Il filmato di presentazione, per esempio, sembra la sigla di un qualsiasi anime shonen, con una musica di sottofondo parecchio azzeccata che non fa altro che farti affezionare a questo gioco, ancora prima di entrare nel vivo dell’azione. Non solo ogni personaggio ha una sua personalità, oltre che un finale animato unico.
E sono proprio questi personaggi che danno un’anima a questo titolo. Il rooster totale sarà di 20 lottatori (24 nella versione Evolution) tra cui scegliere (al tempo era un numero giusto, ma soprattutto non c’era da pagare nulla per poterli ottenere tutti) e ognuno di questi è caratterizzato in maniera davvero certosina. Certo l’influenza di altre opere Capcom, Street Fighter in primis, si vede davvero tutta, infatti potrai scegliere Sakura, oppure Hideo è fondamentalmente una versione scolastica di Ryu, mentre Roy fa una certa mossa che ricorda pesantemente lo Sho-Ryu-Ken, ma diciamo che era prevedibile come cosa.
Due dischi un divertimento unico
Rival Schools esce nel 1997 su cabinati arcade, tuttavia per rigiocarmelo oggi io mi sono procurato la versione per PlayStation del gioco e ti posso dire che Capcom ha davvero fatto un ottimo lavoro con questa conversione. Sono presenti due dischi ovvero uno per la versione Arcade e l’altro con la modalità Evolution. Il disco Arcade da solo sarebbe stato più che accettabile, dato che presenta una fantastica conversione del titolo originale uscito in sala giochi, una modalità allenamento e altre caratteristiche extra. Ma Capcom ha anche incluso il disco Evolution, che è lo stesso gioco, ma elevato all’ennesima potenza.
Il disco Evolution contiene una versione migliorata e più bilanciata del gioco, più personaggi, mosse ottimizzate, più costumi…insomma di più in tutto! Non solo, sono presenti anche nuove modalità come ad esempio la Group Battle, la League Battle, la Tournament Battle, ma non possiamo dimenticare la Cooperate Battle la quale permette a quattro giocatori di partecipare ai combattimenti a squadre, tuttavia avrai bisogno del multitap per PlayStation (se non sai cos’è il multitap è praticamente un accessorio con cui potevi collegare fino a quattro controller) più quattro persone che giochino insieme a te sotto lo stesso tetto…eh no, al tempo non c’era il gioco online, almeno non sulla prima PlayStation.
Nel 2024 la grafica è difficile da digerire
Togliamoci un peso, Rival School nel 2024 ha una grafica davvero troppo datata. Non sono mai stato un fanatico delle super visuali in “quattrokappaguardacheriescoavedereipelidelnasodelprotagnista” e ti posso assicurare che proprio ieri stavo giocando a Super Mario World su Nintendo Switch Online, tuttavia è innegabile che la grafica in 3D, soprattutto della generazione della prima PlayStation, non è invecchiata così bene come ad esempio uno Street Fighter II, il quale ha un 2D proveniente dai primi anni ’90.
Ma questo è un dato di fatto, la grafica bidimensionale invecchia meglio, ma questo discorso lo potremmo fare anche per altri esponenti del genere. Prova a farti una partita a Virtua Fighter 2 oppure ai primi due Tekken, ci faresti sicuramente un match, ma i modelli poligonali saranno ovviamente grezzi e difficili da digerire, quando ormai sei abituato al sedere perfetto di Eve di Stellar Blade.
Questo non vuol dire che Rival Schools non sia divertente, anzi, il suo gameplay è qualcosa di davvero sopraffino che riesce a passare la prova del tempo ad occhi chiusi. Anzi ti invito, se ne hai una copia a casa, ad invitare un tuo amico con la passione uguale alla tua e a farti la classica serata pizza, birra e Rival Schools alla vecchia maniera. Magari alla fine piangerete perché vi siete resi conto che siete invecchiati, ma ti posso assicurare che vi divertirete un mondo.