Riuscire a descrivere con precisione le emozioni scaturite da un’esperienza come Road 96 non è facile come avrei pensato. Di avventure grafiche interattive ne ho giocate e ne esistono parecchie, ma in poche, almeno in tempi recenti, sono riuscite a coinvolgermi ed emozionarmi come ha fatto l’ultima produzione di Digixart, team francese specializzato in questo genere di titoli.
Siamo di fronte a una tipologia di gioco che indubbiamente non è in grado di accontentare tutti: il gameplay è spesso ridotto al minimo essenziale e talvolta i ritmi un po’ compassati potrebbero annoiare chi è in cerca di un po’ più di azione. Road 96 riesce però a fare quasi tutto sorprendentemente bene: si concentra sul concept del gioco interattivo le cui scelte del giocatore hanno un peso non indifferente nella costruzione degli eventi, senza disdegnare tuttavia dialoghi approfonditi e decisivi, ma anche momenti ad alta tensione che spezzano più che bene le varie fasi di gioco.
Road 96: il peso delle scelte per il viaggio che vale una vita
L’incipit di Road 96 è piuttosto semplice. Ambientato nell’estate 1996 all’interno della tirannica nazione di Petria, il nostro compito è quello di metterci in viaggio verso la libertà, per raggiungere l’agognata, appunto, Road 96 che, posta alla frontiera, può permetterci di trovare la fuga. Come il tutto è stato ragionato e come tutto avviene è il vero fulcro di questa avventura che punta a non ripetersi praticamente mai.
La struttura di gioco ci lancia infatti subito in viaggio nei panni di uno dei giovani scomparsi che puntano alla libertà: il loro ritrovamento da parte delle autorità li condannerebbe all’ineluttabile destino di campi destinati alla prigionia, il cui termine sarebbe praticamente indeterminato. Una mappa ci informerà volta per volta dei chilometri che mancano per raggiungere il confine: nel mezzo, nasce un’avventura dinamica che si intreccia con il destino di vari personaggi, il cui incontro determina il nostro fato… e il loro.
Non posso descriverti esattamente come inizia la storia, perché per ogni personaggio che controlleremo sarà sempre diversa. Anche la sua evoluzione e costruzione, grazie al sistema procedurale realizzato dagli sviluppatori, punta a non essere mai uguale, in modo da offrire per ogni partita un viaggio dagli esiti diversi, per raggiungere uno dei finali multipli previsti dal gioco. Nel mio caso, ad esempio, all’inizio della storia mi sono ritrovato all’interno di una classica fiera americana, con attrazioni e cibi che trasudano grasso da ogni parte, in compagnia di un’eccentrica presentatrice televisiva che conduce un talk show che fa il gioco del tiranno.
Scopriamo quindi immediatamente quel che è effettivamente il gameplay di Road 96: i dialoghi rappresentano la parte più importante, perché alcune risposte plasmeranno il destino nostro e forse dell’intera nazione. Al di là di quelle che possono essere le piccole scelte singole sul momento, ci sono delle macro-decisioni da prendere che costruiscono l’atteggiamento del nostro giovane in fuga. Crede nelle elezioni? Allora proveremo a convincere le persone che incontreremo in viaggio che votare per l’antagonista dell’attuale tiranno sia la soluzione migliore.
Potremmo però anche aver perso ogni speranza di salvare Petria e quindi adottare un atteggiamento di rassegnazione, che punta esclusivamente a una fuga per mai più tornare a casa. C’è anche l’alternativa più decisa della resistenza, che non passi da elezioni ma che al contempo ci spinga ad esortare i nostri concittadini a imbracciare le armi e rovesciare il potere, con la speranza di istituire un governo migliore che non spinga più i giovani a scappare.
Queste tre possibilità sono sempre aperte ad ogni scelta durante i dialoghi, segnalate da apposite icone che ci ricorderanno che tipo di peso avranno sulla nostra partita. A volte, le scelte che generano un impatto sulla storia e sul mondo di Petria possono essere anche delle piccole azioni, come imbrattare i manifesti elettorali dei politici, scrivere dei messaggi su alcuni punti di passaggio e altro ancora che possa coinvolgere l’opinione pubblica e indirizzarla verso la direzione che desideriamo.
E questa è solo una parte. La caratteristica migliore del gameplay di Road 96 è, a mio parere, l’interazione con alcuni personaggi fissi che incontreremo nel corso del viaggio. Sono dei co-protagonisti definiti, ognuno con la propria storia, le proprie ambizioni, il proprio pensiero politico sulla situazione a Petria, che ci daranno a loro modo una mano per raggiungere la frontiera, mentre nel frattempo vivono con noi una sorta di avventura nell’avventura, che finirà per intrecciarsi praticamente con il destino di tutti.
Ci troveremo di fronte a momenti di alta tensione con ritmi forsennati, ma anche a situazioni decisamente più rilassate: come sedersi davanti a un fuoco, prendere in mano una chitarra e imparare sul momento una versione ri-arrangiata di “Bella Ciao”, che sembra essere stata scelta per imprimere quel mood di resistenza e libertà che comunque permea in continuazione l’atmosfera e l’esperienza di Road 96. Nel frattempo, parleremo con i nostri compagni temporanei per scoprire qualcosa sulle loro vite, sul movente che li ha spinti a mettersi in viaggio e magari, parlando con noi, prendere decisioni che potrebbero cambiare il loro destino, nel bene e nel male.
Avremo diversi modi per proseguire nel nostro viaggio verso la frontiera. L’intera avventura è intervallata da piccole fasi in cui potremo decidere se spostarci a piedi, facendo l’autostop, prendendo un taxi o un autobus o, se si è in grado, anche rubando un auto. L’avvicinarsi al confine ci renderà sempre più consapevoli di quello che stiamo vivendo, le avventure vissute in compagnia dei personaggi secondari potrebbero persino insegnarci qualcosa, rappresentate in abilità che possono darci dei vantaggi, ma siamo anche certi che tutto potrebbe finire improvvisamente.
A dire la verità, raggiungere la Road 96 è tutta una questione di “quando” più che di “se” dato che, salvo casi particolari, si riesce praticamente sempre. Vanno precisate però alcune cose: il nostro viaggio ci costerà delle barre vita, che potranno essere recuperate dormendo, mangiando o bevendo qualcosa che troveremo in giro. Se dovessimo esaurire la vita prima di arrivare a destinazione, verremo inevitabilmente catturati e deportati. Il gioco però non prevede di tornare ad un checkpoint, ma di iniziare un nuovo viaggio con un altro dei ragazzi in fuga, senza perdere i progressi e le abilità ottenute fino a quel momento.
Questo significa che l’avventura non riparte da zero, anzi continua con un nuovo protagonista che vedrà gli effetti delle scelte fatte dal precedente alter-ego: quando reincontreremo i personaggi incrociati in precedenza, quasi certamente parleranno di noi e di quello che abbiamo fatto. Inoltre, potremo sfruttare eventuali abilità sbloccate, che apriranno nuove opzioni di dialogo o di interazione con l’ambiente circostante, per scoprire ancora più segreti sui nostri interlocutori e in generale sul mondo di gioco.
La partita finisce in coincidenza con il giorno delle elezioni, in cui scopriremo il destino di Petria costruito nel corso dei vari viaggi fatti con i diversi ragazzi in fuga e con le scelte e la direzione che abbiamo voluto imprimere nella nostra avventura. Il risultato potrà essere tragico o pieno di speranza, ma anche un totale trionfo che porti alla caduta del tiranno e all’istituzione di un governo democratico che ridia gioia e motivo di tornare a casa per i giovani in fuga.
Il concetto dei finali multipli si estende peraltro anche ai personaggi che incontreremo: viaggio dopo viaggio, andremo ad accrescere una percentuale di conoscenza e interazione che finirà per stabilire anche il loro destino. Tutti questi elementi messi insieme danno vita di fatto a un gioco in continuo mutamento di partita in partita: completare una run potrebbe richiederci massimo 5-7 ore, ma il bello dell’esperienza di Road 96 è proprio quello di ricominciare per scoprire in quali altri modo può dipanarsi un’avventura.
Il come questo avviene è poi un discorso da approfondire a parte. Le storie dei vari personaggi spiccano proprio per il modo per cui si intrecciano e danno un senso all’intera avventura: va detto però che, come spesso accade in questi casi, finiremo per affezionarci più alle vite di alcuni co-protagonisti che a quelle di altri, proprio perché la scrittura non riesce a mantenere lo stesso livello qualitativo per ciascuno.
La storia generale non brilla certo per originalità, anzi sono le singole situazioni a costituire la parte più emozionante e coinvolgente di tutta l’esperienza: perché si finisce per farne parte, per averne un ruolo decisivo, per vedere come il loro destino cambierà dopo il nostro incontro. E in questo Road 96 non fallisce: il sistema di scelte funziona e soddisfa anche i giocatori più esigenti sotto questo punto di vista, senza dare l’impressione di essere pilotati verso l’una o l’altra direzione.
C’è poi quell’atmosfera e mood stile anni ‘90, arricchita da una soundtrack da viaggio praticamente perfetta, a costituire una buona percentuale delle qualità del gioco. Difficile non lasciarsi trasportare da quel setting tipico della strada, come se fossimo i protagonisti di un racconto appartenente al genere delle letteratura da viaggio. Anche per questo non mancano i momenti intimi, in cui possiamo letteralmente fermarci a contatto con la natura e ascoltare una delle audiocassette che potremo trovare e collezionare durante il viaggio. La strada è un luogo impervio e ricco di pericoli, ma anche carico di storie e momenti da raccontare. Prendersi un momento per sé stessi, a volte, è una necessità che emergerà in modo prorompente.
Bisogna certo accettare anche dei compromessi tecnici di una produzione realizzata da un team di piccole dimensioni. Il comparto grafico utilizza uno stile cartoon delizioso e ben disegnato, che aiuta a nascondere qualche magagna che con una art visual differente sarebbe probabilmente emersa maggiormente. Nulla di particolarmente grave, anzi ci si lascia facilmente coinvolgere dalla bellezza degli scenari che si incontrano durante il viaggio. Le animazioni risultano un po’ legnose, ma l’ottima recitazione degli attori rende vivi e credibili i personaggi che incontreremo.
Il sistema di scelte, per quanto ben fatto, mostra il fianco a delle ripetizioni, specialmente se ci troveremo a tentare varie possibilità per scoprire tutte le sfaccettature possibili sul mondo di Petria. Infine, sebbene sia un difetto che riguarda esclusivamente la nostra versione, l’adattamento in lingua italiana non è sempre perfetto, con qualche errore di troppo, specialmente nell’indicazione del genere del nostro alter-ego, il cui sesso non viene specificatamente segnalato ma si intuisce dalla sagoma disegnata del suo volto.
Road 96 è disponibile per PC e Nintendo Switch.