Durante la PAX EGX, fiera videoludica che si sta tenendo via streaming in questi giorni, è stato annunciato il rinvio di Röki a quest’autunno. Già uscito per PC via Steam e GOG, il titolo di Polygon Treehouse ispirato alla mitologia norrena era previsto in arrivo su Nintendo Switch e PlayStation 4 per il 24 agosto. Tuttavia, la versione PlayStation 4 è ancora latitante, mentre protagonista dell’annuncio di questi giorni è solo l’edizione per Nintendo Switch, di cui è stato mostrato anche un breve trailer.
Ultimo esponente di quel club del rinvio che ha comprensibilmente caratterizzato questo 2020, è ancora incerto quando i giocatori potranno finalmente mettere le mani su Röki grazie all’ibrida Nintendo, ma certamente, complice anche il suo arrivo su PC, disponiamo di sufficienti informazioni per farci un’idea del gioco. Vediamole insieme.
Tutto quello che c’è da sapere su Röki
La trama di Röki vede la bambina Tove mettersi in viaggio attraverso la natura incontaminata e pericolosa di una Scandinavia fantastica per andare a salvare i suoi genitori, rapiti da un’entità misteriosa che si suppone essere un mostro. Nel corso dei suoi vagabondaggi, Tove sarà chiamata anzitutto a una massiccia esplorazione, che prevede la mappatura di una foresta da fiaba e l’incontro con varie creature magiche della mitologia norrena, facendo amicizia con quelle benevole e fuggendo da quelle malvagie.
Da una prospettiva incentrata sul gameplay, Röki si presenta come un titolo a farla da padrone è il cervello, e non i muscoli. Come il fortunato Undertale, il titolo di Polygon Treehouse è pensato come un’avventura adatta a tutti, che rigetta nettamente l’approccio combattivo di molti videogiochi, ponendo invece l’enfasi sulla necessità di risolvere enigmi e indovinelli arcani per aprirsi nuovi sentieri nel bosco.
Lo stile grafico semplice e cartoonesco permette, a detta degli sviluppatori, di dare vita al mondo di Röki popolandolo di tutte le affascinanti creature riprese dal mito scandinavo. Grazie alla direzione artistica, queste sarebbero rese “creepy-but-cute”, adattandosi così alla “touching narrative” di cui Tove è protagonista.