RPGolf Legends è uno di quei titoli che parte da un concept interessante, che però lascia pieni di dubbi finché non viene provato con mano. Parliamo infatti di un gioco di ruolo di stampo action che prende anche a piene mani dalle meccaniche tipiche dei simulatori di Golf, cercando di produrre un’esperienza ibrida.
Il risultato, pur partendo da basi interessanti, lascia qualche perplessità, soprattutto visto il mercato di ARPG o di titoli basati sul Golf con un gameplay più curato. Vediamo però se vale la pena passare qualche ora con RPGolf Legends.
Salviamo il golf!
La storia RPGolf Legends parte da premesse semplici e assurde. Un signore oscuro ha chiuso tutti campi da golf del mondo, gettando gli appassionati nello sconforto. Per anni questa maledizione ha impedito di giocare a golf e l’unica speranza di riportare lo sport nel mondo è dato dalla nostra protagonista, che trova lo spirito senziente di una mazza da golf pescando in un fiume.
La mazza spiega alla protagonista come liberare dalla maledizione i vari campi da golf sparsi nel mondo, sottolineando quanto sia importante cercare di sbloccarli tutti quanti. Perché è così importante? Come dice la mazza stessa, perché gli sviluppatori hanno lavorato sodo per creare un mondo di gioco che possa divertire, quindi è un peccato non esplorarlo!
La storia RPGolf Legends è piena di battute di questo tipo e di situazioni assurde dove spesso viene rotta la quarta parete e, in generale, i toni non sono mai troppo seri. Questo delinea un’atmosfera goliardica molto godibile, in linea con l’estetica spensierata e colorata del gioco.
Il gameplay di RPGolf Legends
RPGolf Legends è un action GDR che prende a piene mani dalla classica formula “da gioco di ruolo” , aggiungendo a queste avventure anche una componente golfistica, legata a doppio filo con il resto. Vediamo come questo sia possibile. Di base, la struttura del titolo richiama quella di un classico gioco di ruolo, dove si esplorano aree piene di mostri, alternate a città sicure dove recuperare le forze e a dungeon o enigmi.
Si parte quindi dalla città iniziale, per poi esplorare gli ambienti circostanti, completando le varie missioni principali e secondarie per poi spostarsi nella città successiva e fare lo stesso. Si aggiunge però un elemento importante da prendere in considerazione: il golf. Nelle varie città, infatti, troviamo dei campi da golf bloccati da una barriera, che può essere dissolta soltanto con i poteri della mazza.
Liberare i campi da golf in modo da poterci giocare è infatti una parte importante del loop di gameplay. Giocare a Golf e ottenere punteggi alti, infatti permette di ottenere varie ricompense, come punti esperienza e oro, che aiutano nel proseguimento dell’avventura.
Dall’altra parte, però, per sbloccare questi campi abbiamo bisogno di caricare i poteri della mazza da Golf. Questo può avvenire combattendo e uccidendo i nemici sparsi nella mappa, che spesso sono anche il bersaglio di missioni secondarie e principali. Ci troviamo quindi davanti a un ciclo che vede il golf come parte integrante della componente ruolistica, che a sua volta serve per sbloccare i nuovi campi sparsi per il mondo.
Purtroppo, però, anche se tutto questo funziona bene sulla carta, l’esecuzione lascia a desiderare. Il comparto ruolistico del titolo, infatti, risulta estremamente povero e macchinoso e, in generale, poco soddisfacente.
Tanto per cominciare, il sistema di combattimento risulta poco rifinito e decisamente ripetitivo, visto che il giocatore ha a sua disposizione un semplice attacco base da utilizzare con la mazza e delle abilità che variano con la classe selezionata. Nel primo caso ci troviamo davanti a un banale colpo che lancia i nemici all’indietro (peraltro consentendoci di stunlockarli negli angoli) e nel secondo caso siamo di fronte a poche abilità, che tristemente possono essere utilizzate pochissimo, per via della rigenerazione del mana assente.
Peraltro, i combattimenti risultano ripetitivi anche per via dei nemici, che possono subire un numero fin troppo alto di colpi prima di morire. Questo crea delle situazioni in cui il giocatore è costretto a spammare pochi attacchi, contro delle spugne che a loro volta non presentano una sfida troppo alta.
A questo si aggiungono missioni secondarie ripetitive e poco interessanti, dove bisogna recuperare qualche oggetto, salvare un gattino, uccidere un certo numero di mostri e così via. In alcuni casi, peraltro, completare queste missioni diventa necessario per proseguire nell’avventura, visto che le ricompense sono indispensabili per progredire in alcuni punti specifici.
La parte golfistica è invece accettabile. Semplicemente, abbiamo due indicatori da riempire, con cui stabilire potenza e precisione del colpo. Dopo aver tirato si raggiunge la pallina e si ripete. Niente di troppo complesso, ma comunque qualcosa in grado di intrattenere. Tristemente, però, queste meccaniche vengono rovinate dalle partite contro i PNG, che risultano lente e noiose.
RPGolf Legends si dimostra quindi un gioco di ruolo generico, non troppo elaborato, ibridato a una componente golfistica a sua volta poco complessa. Il risultato è quindi quello di un’esperienza semplice e dalla forte componente casual, che cerca di restare sempre immediata e accessibile. Se questo è un gran problema per un giocatore navigato, i novizi del genere potrebbero invece apprezzare una formula così essenziale.
RPGolf Legends ci porta indietro nel tempo
Il comparto tecnico di RPGolf Legends è davvero ottimo. Il gioco sfoggia infatti una pixel art molto bella da vedere, con animazioni ed effetti in linea con l’estetica generale. Di conseguenza, nonostante non ci sia nulla di troppo elaborato sotto i riflettori, il risultato finale resta comunque godibile.
Il comparto artistico è la parte più riuscita della produzione, viste le varie battute che rompono la quarta parete, la trama semplicemente assurda e lo stile generalmente sopra le righe.
Infine, il comparto sonoro si conferma ottimo, grazie a musiche ed effetti sempre adatti alle varie occasioni e, appunto, all’estetica retrò del titolo.