Sviluppato da Panda Indie Studio in sinergia con EastAsiaSoft e pubblicato da quest’ultimo, RPM – Road Punk Mayhem è un frenetico e colorato sparatutto top-down verticale che si ispira ai classici arcade e si ammanta di un cel-shading cartoonesco che prova a donargli una propria identità. Noi abbiamo viaggiato in un oceano di proiettili su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione.
RPM – Road Punk Mayhem e un oceano di proiettili multicolore
RPM – Road Punk Mayhem si ispira al mondo dei vecchi arcade e in particolare a quella fette di videogiochi incentrati prevalentemente e principalmente sul gameplay veloce, rumoroso, caotico e pieno zeppo di proiettili. Nonostante ciò, avremo un’introduzione di poche righe a cui farà seguito una conclusione di avventura altrettanto stringata e, sinceramente, decisamente inutile.
In soldoni, siamo in un mondo post apocalittico e distopico in stile palesemente Mad Maxiano dove i cattivi di turni sono i pelati. Esatto, le persone calve sono i crudeli dominatori del mondo e vogliono imporre la propria “non capigliatura” a tutti gli altri. Per combattere questa sorta di stravagante e per niente (purtroppo) approfondita dittatura, tra stravaganti e capellosi individui salgono sulle loro vetture armate di tutto punto per cercare di rovesciare il dominio dei calvi.
Inutile dire che i tre eroi, gli unici a nostra disposizione sin da subito, sono limitati a un artwork statico e per niente approfonditi. Non abbiamo un background e non ci sono evoluzioni narrative di sorta. Persino i boss (ne sono cinque in tutto) si differenziano principalmente per i propri veicoli che per battute o eventi particolari (del tutto assenti). Quindi no, RPM – Road Punk Mayhem non ha una trama degna di tale nome ma solo una banale giustificazione che poteva essere decisamente più approfondita per dare ulteriore identità e forza al titolo.
Un caos di colori
Appurato che RPM – Road Punk Mayhem non ha interesse a raccontare una storia, è bene focalizzarci sul gameplay. Come anticipato, siamo davanti a uno sparatutto top-down bullet hell ferocemente di stampo arcade, in 2D e con tanto di barre laterali qui accuratamente modificate come se fossero la cornice animata di un fumetto in costante mutamento.
Iniziata l’avventura non avrai modo di fermarti e dovrai riuscire a superarla tutta in un sorso. Come detto, avrai tre piloti tra cui scegliere le cui differenze sono nella tipologia di proiettile oltre che di veicolo (la sua estetica fondamentalmente). A nostra disposizione, oltre a poterci muovere liberamente in un percorso a scorrimento automatico e costante, avremo diverse bocche da fuoco e qualche potere non di poco conto.
Ogni auto è dotata di un colpo standard che varia a seconda del personaggio scelto, il punkettone pazzo, ad esempio, è dotato di un razzo a ricerca automatica. Un unico colpo che colpisce praticamente sempre. Gli altri due, invece, hanno dei colpi a getto uno con un getto più veloce e l’altro col raggio più ampio e quindi in grado di colpire più nemici contemporaneamente. Tutti e tre i personaggi, invece, tenendo premuto il tasto del “fuoco” tramuteranno i proiettili standard in un raggio distruttivo costante.
Tale raggio rallenta i nostri movimenti ma aumenta il nostro potere distruttivo. Riuscire ad alternare proiettili standard e raggio a seconda dei nemici e dell’occasione, è tra le chiavi del successo in RPM – Road Punk Mayhem. Oltre a ciò, abbiamo ulteriori due poteri: una bomba in grado di devastare nemici, proiettili e barricate e il teletrasporto. Entrambi sono poteri che si ricaricano automaticamente nel giro di pochi secondi e di cui non potrai abusare troppo.
Se la bomba ci può salvare da improvvise ondate di proiettili, il teletrasporto è di vitale importanza per oltre passare ostacoli o per evitare colpi diretti. Ammettiamo che lo stesso teletrasporto può avere un impatto iniziale non proprio intuitivo ma basta un po’ di pratica e il gioco è fatto. A dar man forte alla nostra avventura, infine, troveremo sporadici bonus passivi come ulteriore potere di fuoco e delle taniche utile a ricaricarci l’energia. Finita l’energia, ovviamente, è game over.
Ma tranquillo, avremo a disposizione diversi credits per poter ripartire dal punto di sconfitta ma, ultimati i credits, dovrai ricominciare tutta l’avventura dal principio (il livello di sfida è abbastanza accessibile). Per fortuna, ma anche purtroppo, l’avventura di RPM – Road Punk Mayhem ha una durata estremamente bassa e non basta una classifica online, ancorata a un sistema a punteggi di combo continue con tanto di scheletri premio che sbucano a nemico sconfitto e che vanno manualmente raccolti, a potenziare un titolo che contenutisticamente ha molto poco da offrire esaurendosi in un solo pomeriggio.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, RPM – Road Punk Mayhem è una piccola chicca. Il cell-shading ammanta un mondo altrimenti vuoto e anonimo, dandogli un impatto estetico ammaliante e coinvolgente. Tutto sembra far parte di un caotico fumetto colorato e vivace ma a cui si sente l’assenza di una narrazione oltre che una varietà risicata. I veicoli nemici sono prevalentemente gli stessi, così come la forma dei proiettili che ci verranno scagliati contro.
L’unica reale variazione la offrono i cinque boss con veicoli sempre più assurdi ma niente di realmente innovativo o unico. Il sonoro fa il suo compito senza particolari sprazzi di originalità mentre è gradita la presenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se la mole di testo a schermo è decisamente bassa se non quasi nulla.