Il mio rapporto con League of Legends negli anni è stato sempre burrascoso, non essendomi avventurato nella Landa degli Evocatori fin dalle prime battute (il titolo ha debuttato nel lontano 2009 e il suo successo si è rivelato ininterrotto), recuperare in corsa si è rivelata un’impresa davvero ostica, soprattutto a causa di una community molto “severa” che a mio avviso sembra non tollerare i “nuovi arrivati” e si rivela essere lo scoglio più alto nei confronti di un titolo già di suo molto tecnico da approcciare.
Tuttavia, la lore del mondo di gioco è tra quelle che ritengo in assoluto più affascinanti (probabilmente la più affascinante in assoluto) grazie alla perfetta commistione tra elementi del tutto antitetici, caratteristica che contribuisce a creare un mondo complesso e strutturato, ricco di eventi che coinvolgono personaggi estremamente diversi in quanto a caratterizzazione. E proprio questa struttura così completa e interessante mi ha riportato di tanto in tanto a fare una full immersion nella lore e a esplorare il background di alcuni personaggi e i loro ruoli negli eventi principali, tenendomi così al passo di un mondo così attraente, ma difficile da approcciare.
Nel 2019 League of Legends ha spento la sua decima candelina e questo importantissimo anniversario ha coinciso con svariati annunciati di nuovi progetti collaterali al brand principale che dalla fine del 2020 stanno animando i media più svariati! A inaugurare questo ciclo di progetti c’è stato League of Legends: Wild Rift, una sorta di versione “ridotta” del titolo principale che dall’ottobre dello scorso anno sta attirando migliaia di giocatori su dispositivi mobile (ed è anche servito a farmi capire che il problema non è solo la community, ma anche la mia inattitudine verso il genere MOBA).
Per quanto Wild Rift si sia rivelato un’ottima idea, possiamo considerare gli ultimi mesi del 2021 come il vero e proprio periodo d’oro per i curiosi che desiderano avventurarsi nel mondo di League of Legends: Arcane, la serie tv targata Netflix, si è da pochissimo conclusa e si è rivelata uno dei punti più alti raggiunti dall’animazione moderna, un prodotto spettacolare dal punto di vista visivo, crudo e maturo nella sua narrazione intelligente; ad affiancare il successo della serie c’è stato il lancio di Ruined King: A League of Legends Story, l’oggetto di questa recensione, a mio avviso un ottimo prodotto tanto per gli appassionati che per i giocatori (come me) da sempre affascinati da questo mondo.
Un gioco dal lancio indubbiamente strano, ci troviamo in un biennio in cui rimandare un titolo è ormai una prassi normale e non più inaspettata, eppure nella scorsa settimana abbiamo visto SIFU (precedentemente rinviato dal 2021 al 2022) essere anticipato di due settimane e Ruined King: A League of Legends Story essere rilasciato letteralmente a sorpresa nonostante si trattasse di un titolo particolarmente atteso. In realtà si è trattata di una scelta quasi forzata da parte di Riot Games e dovuta in parte ai ritardi nello sviluppo causati dalla pandemia di Covid-19. Analizzeremo meglio la questione parlando della trama, diamo quindi un’occhiata nel dettaglio a ogni aspetto di uno dei titoli che si è rivelato tra i migliori GDR degli ultimi tempi!
La rovina di un re è la rovina del suo regno!
Il fatto che Ruined King: A League of Legends Story sia arrivato letteralmente a sorpresa su PC e console non è del tutto un segnale positivo, semplicemente non c’era più tempo. Il lancio del gioco doveva infatti coincidere con l’evento Ruination che sarebbe servito praticamente da prologo e si sarebbe integrato perfettamente con la trama di questo titolo; tuttavia il fatto che ormai questo evento su League of Legends si sia del tutto concluso comporta una paradossale situazione in cui per i fan veterani e più appassionati ormai gran parte della trama non riservi più sorprese.
Si è quindi creata una strana situazione in cui, perlomeno dal punto di vista della pura narrazione, il titolo potrebbe risultare più appetibile dai novizi “a digiuno” di League of Legends, che saranno quindi coinvolti in una storia che, per quanto abbia degli antefatti riassunti in maniera abbastanza sbrigativa, andrà costruendosi pezzo per pezzo e saprà rivelarsi coinvolgente e ben narrata, sebbene più lineare di quanto le premesse lascino intendere.
Nelle primissime battute del gioco vestiremo i panni della bella Miss Fortune, intenta a contenere un’ondata di mostri sanguinari che stanno infestando Bilgewater e a tentare di riunire le bande di pirati sotto la sua guida prima che si facciano guerra annientandosi a vicenda e gettando la regione nel caos. Ben presto però sarà chiaro che i guai di Bilgewater sono solo una parte di un problema decisamente più grosso e complicato.
Questa particolare situazione vedrà convergere personalità note del mondo di League of Legends proprio a Bilgewater, i primi personaggi che vedremo in azione dopo la piratessa Miss Fotune saranno la sacerdotessa Illaoi e Braum. Ovviamente avanzando nella storia ci saranno altri personaggi che andranno ad arricchire il party e benché sia chiaro quali saranno, preferisco evitare ogni sorta di spoiler in sede di recensione per lasciare intatto il piacere della scoperta pad alla mano.
Tirare in ballo proprio Illaoi e Braum però è funzionale al discorso sulla trama e su quello che è uno dei difetti del titolo, come accennato in precedenza, Ruined King: A League of Legends Story soffre di una certa linearità di fondo che si percepisce andando avanti col gioco e tradendo le ottime premesse del prologo. Come detto prima, vestiremo fin da subito i panni di Miss Fortune e il personaggio verrà raccontato e contestualizzato alla perfezione. Dopo la prima sezione di gioco prenderemo il controllo di Illaoi e anche in questo caso un’apposita introduzione ci mostrerà il background del personaggio e ci farà iniziare a empatizzare con lei e coi suoi intenti.
Questa solidità narrativa però è destinata ben presto a spezzarsi con Braum, che farà il suo ingresso in scena subito dopo una rivelazione non indifferente avvenuta nelle prime battute di gioco. Al possente guerriero viene riservata una contestualizzazione fin troppo spicciola e insoddisfacente, rendendo un personaggio con una backstory fatta di nobili intenti una vera e propria macchietta aggiunta frettolosamente al roster di gioco.
Un’occasione parzialmente mancata quindi, in cui dei background interessanti potevano in realtà svilupparsi e convergere pian piano così da dare un giusto respiro a ogni singolo personaggio. La scelta di affrettare la formazione del cast principale invece fa un po’ perdere il fascino dell’intreccio narrativo, che riesce comunque a rimanere vivo e soddisfacente, anche grazie a pagine di diario sparse qua e là per il mondo di gioco, le quali regaleranno interessanti scorci di un universo composto da una fitta lore, effettivamente troppo vasta da condensare in una trama sola.
Gameplay da vere Leggende!
Dal punto di vista del gameplay, l’universo di League of Legends ha dimostrato ampiamente di trovarsi a suo agio anche in un contesto decisamente lontano da quello del MOBA e di riuscire a dare il meglio anche in un GDR, pur mantenendo nomenclature ed elementi tipici del genere di provenienza. E a dirla tutta, anche per puro gusto personale e da appassionato di GDR, trovo davvero esaltante che questi due mondi si siano incontrati in un genere che possa rendere giustizia a una narrazione così imponente.
Ruined King: A League of Legends Story infatti si presenta come il più classico dei GDR a turni, ma riesce a inserire al suo interno la complessità tipica dei MOBA, pur essendo totalmente privo di elementi di strategia in tempo reale. I personaggi del nostro party, composto da tre elementi al massimo, potranno infatti eseguire diversi attacchi suddivisi in due categorie: Istantaneo e Corsia (ciliegina sulla torta, i più affezionati all’universo di League of Legends riconosceranno le abilità utilizzate dai loro eroi anche nel gioco originale).
Ogni azione verrà visualizzata su un’apposita barra che scandirà i turni di alleati e nemici. Le abilità appartenenti alla categoria Istantaneo ovviamente non faranno avanzare i nostri alleati nella barra delle azioni, mentre le abilità Corsia avranno letteralmente delle velocità che faranno andare avanti i personaggi nella barra in base a quanto tempo richiederanno per essere utilizzate. Se il sistema di combattimento sembra già complesso e ben strutturato… siamo ancora all’inizio!
Come i giocatori di League of Legends sanno infatti, l’intera struttura di gioco è basata su tre differenti corsie in cui agiscono di solito personaggi diversi. Questo peculiare game design è stato riportato anche nell’uso delle abilità Corsia, che possono essere di tipo Equilibrio (bilanciate tra effetto, che sia danno o cura, e velocità d’azione), Velocità (per l’appunto più veloci da eseguire, ma meno efficaci) o Potenza (devastanti, ma molto più lente, spesso ci porteranno ad agire dopo i nemici).
La velocità d’azione (e di conseguenza l’ordine con cui party e nemici agiranno) non è tuttavia fine a sé stessa, ben presto sarà infatti chiaro come anche il posizionamento all’interno di questa barra sia fondamentale! Alcune zone Jolly sulla barra potranno infatti influenzare l’andamento dei combattimenti con bonus e malus che potrebbero influenzare solo il nostro party oppure anche i nemici.
Il già profondo impianto strategico si carica così di variabili nel momento in cui le nostre abilità a seconda della Corsia selezionata potranno trasportarci fuori o dentro queste zone Jolly e potremmo anche usarne alcuni che cambieranno la posizione dei nemici sulla barra spingendoli fuori dalle zone Jolly positivi o gettandoli nel bel mezzo di quelle con malus al loro interno.
Come se non bastasse, la strategia inizierà ovviamente anche prima della battaglia, la personalizzazione dei membri del party infatti sarà fondamentale per riuscire a tener testa alle minacce del mondo di gioco (il titolo infatti presenta una difficoltà tendente verso l’alto anche in difficoltà Normale!) e comporterà non solo il poter equipaggiare armi, armature e accessori di potenza e rarità crescente, ma anche nelle infusioni, che ci permetteranno di modificare rarità e bonus degli equipaggiamenti così da poter creare build uniche e, con un pizzico di fortuna, in grado di invertire gli equilibri di gioco a nostro favore.
Il profondo sistema di combattimento è tra l’altro corredato da un solidissimo impianto ruolistico, che vedrà i nostri eroi impegnati in missioni secondarie e Taglie che andranno a scandire il ritmo della quest principale. Il titolo si rivela perfettamente in grado di narrare storie parallele tramite documenti sparsi per i vari dungeon, purtroppo però queste storie secondarie risulteranno decisamente più interessanti di quelle che caratterizzeranno le quest secondarie.
L’impianto ruolistico emerge anche nei dialoghi a scelta multipla, in cui potremo non solo decidere cosa rispondere all’NPC di turno, ma anche selezionare il personaggio col quale dare la risposta, una scelta non di poco conto, dal momento che cambierà sostanzialmente l’andamento della conversazione!
Le differenze tra i vari membri del party inoltre emergeranno anche durante l’esplorazione dei dungeon: ogni personaggio infatti avrà a disposizione una diversa abilità utile a sbloccare nuovi percorsi o infliggere preventivamente danni o status alterati ai nemici incontrati prima del vero e proprio inizio della battaglia.
Una gioia per gli occhi e per le orecchie!
Il gameplay solidissimo trova anche un soddisfacente riscontro anche nel comparto grafico e in quello sonoro. Anzitutto, alle illustrazioni abbiamo una matita d’eccezione, ovvero il fumettista Joe Madureira che con Ruined King: A League of Legends Story segna anche il suo glorioso ritorno sulle scene dopo un consistente periodo di inattività durante il quale si è concentrato proprio su questo progetto videoludico.
La visuale isometrica si sposa alla perfezione con lo stile di Madureira, caratterizzato da proporzioni esagerate e a tratti impossibili, colori molto accesi e tratti spigolosi. Questo incontro tra la visuale dall’alto e i tratti spigolosi dell’artista americano contribuisce a creare paesaggi “ordinati” e mappe intuitive da memorizzare, ma allo stesso tempo ricche di dettagli che rendono le ambientazioni uniche, una commistione funzionale già vista in Darksiders Genesis (per quanto Madureira non fosse coinvolto direttamente nel progetto).
Anche per quanto riguarda il comparto sonoro, il titolo si rivela estremamente piacevole; le sonorità a dirla tutta non saranno nulla di innovativo, a parte qualche sequenza più solenne o concitata, specialmente nelle cutscene animate, eppure rispecchieranno in maniera autentica e originale gli intramontabili motivi dei classici fantasy nelle situazioni più rilassate in cui staremo semplicemente esplorando le città, e più cupe e inquietanti man mano che ci addentreremo in dungeon sempre più pericolosi.
In definitiva, Ruined King: A League of Legends Story è un ottimo titolo praticamente sotto ogni punto di vista, animato da un solido comparto da gioco di ruolo accompagnato da una direzione artistica d’eccezione; purtroppo, la trama, per quanto affascinante, soffre il suo essere inserita in una macrostoria ormai ampiamente narrata per esigenze di gameplay nell’originale League of Legends. In ogni caso, il titolo si rivela un ottimo entry point per tutti coloro che volessero avvicinarsi a questo universo narrativo e un prodotto che sarà indubbiamente capace di scaldare il cuore dei fan in un’esperienza nuova, ma che li farà sentire a casa.