Sviluppato e prodotto da Seashell Studio, Running Fable è un gioco di corse con forti elementi puzzle e una spruzzata di strategia costruita sulla leggendaria “favola” della lepre e la tartaruga. noi abbiamo corso e piazzato trappole su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Running Fable – piazza le trappole e poi corri
Se cerchi una trama all’interno di Running Fable non sei nel posto giusto. Running Fable è pensato principalmente per il gioco competitivo online e sorprende, anzi, la presenza di opzioni offline per singolo giocatore che, a essere onesti, fungono da mero contenuto extra privo di mordente. In effetti, l’intera opera, seppur ammantata da colori accesi e personaggi pacioccosi, pecca d’identità e di contenuti.
L’assenza totale di una storia, di un incipit, di una qualche sorta di lore è solo il primo dei problemi che affligge questo piccolo indie che ha comunque dalla sua più di un’idea realmente originale e intrigante purtroppo mal supportate da un impianto ludico veramente discutibile. In ogni caso, appurato che lepre e tartaruga non hanno alcuna storia da condividere con i giocatori, è tempo di vedere come se la cavano in pista! Pronto a correre?
Chi è più veloce?
Ebbene sì, in Running Fable i personaggi selezionabili sono solo due:o la lepre o la tartaruga. Le differenza tra i due in termini di velocità sono irrisorie, corrono entrambi decisamente velocemente. Le differenze concrete sono riscontrabili in abilità particolari col coniglio che può spostarsi per vie aeree utilizzando le orecchie come eliche e la tartaruga che può affrontare meglio gli specchi d’acqua. Tutto qui, per il resto non ci sono ulteriori differenze tra i due inusuali corridori.
Ma d’altronde anche le piste dove potremo decidere di correre non brillano certo per differenze notevoli, salvo le palette cromatiche di biomi abusati (come l’immancabile luogo innevato), non ci sono grandi stravolgimenti o sorprese di sorta. Anzi, il mondo di gioco, come i due corridori, risulta da subito anonimo e privo di mordente oltre che stranamente spoglio.
In realtà il fatto che i percorsi (creati unicamente con lo scopo di partire dal punto A e di raggiungere il punto B) siano spogli è in parte giustificabile dall’idea (abbastanza originale) alla base del titolo stesso: quella di pianificare un percorso di bonus e malus. In sintesi, prima di scendere in pista, saremo chiamati con un editor abbastanza semplice e intuitivo a posizionare in tutta la mappa una serie di bonus e malus in previsione del nostro percorso e per ostacolare quello degli altri.
Nel dettaglio, come bonus abbiamo delle preziosissime uova (utili per ricaricare la barra de turbo) e delle carote (essenziali per l’energia del proprio corridore). I malus, invece, sono una serie di trappole che possono rallentare, respingere e frenare anche in modo abbastanza brusco l’avanzata del nemico. Parliamo di ragnatele, gabbia che calano dall’altro e tanto altro (anche se presto diventeranno monotone e facilmente prevedibili).
Posizionare in modo furbo le trappole e i relativi bonus (da dover personalmente recuperare) aiuta non poco ad agevolare il proprio percorso e, nonostante il titolo sia pensato principalmente per il multiplayer online, ammettiamo di non aver avuto la fortuna di sfidare avversari reali spostandosi in una banale e poco ispirata modalità offline. Qui abbiamo sfidato una serie di bot con intelligenza non sempre brillante che ci hanno intrattenuto in modo anonimo stancandoci già dopo la terza partita.
Il gioco, come detto, è una vera e propria corsa contro gli altri cercando di sopravvivere alle trappole altrui e di raggiungere per primo la destinazione. Per farlo, oltre ai nemici e alle loro trappole dovrai prestare attenzione anche al percorso alle sue (poche e classiche) insidie. Il titolo di per sé ci ha ricordato Rayman Rush (tra l’altro Rayman sta per tornare nel DLC di Mario + Rabbids Sparks of Hope) in quanto l’elemento platform è essenziale e ci sono diversi percorsi da poter affrontare per arrivare alla fine. Purtroppo però, il gameplay in sé risulta decisamente problematico. Non solo la telecamera non è perfetta, ma il salto è impreciso e ci sono anche problemi di compenetrazione poligonale.
Senza contare un’IA nemica spesso totalmente idiota o a tratti decisamente immortale. Inoltre, come accennato, i livelli stessi, nel loro anonimato assoluto, non brillano mai per ingegno o dettaglio, proponendo solo sei piste tutte decisamente dimenticabili dove bastano un paio di corse per padroneggiare o almeno individuare i vari percorsi disponibili. Nonostante ciò, il titolo si presenta come un’originale alternativa nel settore delle corse multigiocatore strizzando ovviamente l’occhio a un target più giovane ma offrendo a questi una mole di contenuti estremamente povera e poco memorabile.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Running Fable è anonimo, spoglio, poco accattivante e, seppur colorato, non riesce a restare impresso per praticamente niente. I protagonisti sono decisamente anonimi e non basta la possibilità (fine a se stessa) di poterne personalizzare l’estetica per farci affezionare a loro. Discorso analogo per le aree di gioco, spoglie e poco ispirate.
Il sonoro fa il minimo, con tracce dimenticabili ed effetti noti ma funzionali. Da segnalare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se la mole di testo a schermo è decisamente bassa (quasi nulla). Infine, il titolo si difende bene in entrambe le modalità Nintendo con quella portatile leggermente più consigliata soprattutto per partite mordi e fuggi.