Quello degli shoot ’em up è uno dei generi che ha indiscutibilmente dato i natali al videogioco. Già negli anni 70 si vedevano i primordiali sparatutto a scorrimento, verticale od orizzontale che siano, sottoforma di cabinati nelle prime sale giochi (lacrimuccia) per poi passare nel corso degli anni a invadere anche le console, sia casalinghe ma anche portatili. Sono infatti incalcolabili i titoli di questo genere che nel corso dei decenni hanno imperversato sulle nostre console di gioco e nonostante l’innegabile progresso tecnologico, gli shoot ’em up non sono mai passati di moda.
Il motivo principale va ricercato nel fatto che questo genere di sparatutto rappresenta un prototipo efficace di “videogioco”, dove cioè si gioca e basta con pochissimi fronzoli. E se vogliamo ogni tanto è anche interessante dar sfogo ai nostri istinti selvaggi, prendere in mano il joypad e sparare a tutto ciò che si muove su schermo come se non ci fosse un domani, tra un’avventura piena zeppa di filmati e l’altra. Certo, non tutti i titoli del genere sono meritevoli e alcuni sono dannatamente difficili, ma altri invece si lasciano giocare piacevolmente e sono pregni di stile, proprio come Rym 9000, gioco che abbiamo preso in esame per questa release e che è disponibile da pochi giorni sugli store virtuali di PC e PlayStation 4.
Non voglio mica la Luna
Rym 9000 in buona sostanza è uno sparatutto a scorrimento verticale molto old school, che non lascia spazio a qualsiasi fronzolo e butta nella mischia il giocatore dopo appena qualche secondo, senza nemmeno il tempo di capire chi sei e dove diamine ti trovi, dove conta arrivare alla fine del livello e incrementare il punteggio. L’incipit narrativo (se di narrazione si può parlare) è piuttosto semplice: l’obiettivo del giocatore è quello di raggiungere la Luna e trovare il tesoro Rym 9000 appunto che dà anche il titolo al gioco. Il Rym 9000 è un relitto lasciato da un’antica civiltà e sepolto proprio sulla Luna. Tra voi e il tesoro ci sono 5 livelli ricchi di azione, tanti nemici da sconfiggere e temibili boss da abbattere, uno per livello.
Inutile sottolineare che il titolo sviluppato da Sonoshee essendo vecchio stampo, possiede una difficoltà piuttosto elevata. Pertanto arrivare agli agognati titoli di coda richiederà tanta pazienza, tante lacrime e anche un po’ di sangue. Il gameplay di base è in realtà piuttosto semplice. Si spara con un solo pulsante, dorsali o X a vostra scelta. In buon sostanza l’arma a disposizione è praticamente una sola di base, ma fortunatamente nel corso del livello affrontato appariranno su schermo in maniera del tutto randomica dei power up che per qualche secondo apporteranno una modifica alla vostra arma, ovviamente più potente. Una scelta di gameplay che a conti fatti ci sta benissimo, perchè in pratica non vi chiede mai di distogliere il dito dal tasto che avete scelto per sparare. Zero tattica quindi ma solo sani riflessi e anche un po’ di fortuna per venire a capo dei livelli. Ad ogni game over accumulerete un certo punteggio in base a quanti nemici avete abbattuto, che poi potrete registrare online. Un motivo ulteriore per giocare a fondo anche dopo averlo terminato.
In Rym 9000 si muore e anche molto spesso. La posizione dei nemici per fortuna è la medesima, per cui in caso di game over e una buona pianificazione ci si può regolare siccome affrontare quel punto che ci ha destinato alla morte, ma la difficoltà generale resta sicuramente elevata. Bastano pochi danni infatti per far esplodere la nostra navicella e oltretutto i power up sottoforma di energia vitale non sono nemmeno numerosi, manco a dirlo. La scelta di destinare solo una piccola porzione di schermo all’azione di gioco è forse l’unico elemento discutibile di Rym 9000, perchè la sensazione di “claustrofobia” in certi frangenti è troppo pressante, specie quando si riempie di nemici e non c’è nemmeno lo spazio necessario per schivare i colpi. Forse si è trattata di una precisa scelta di design da parte degli sviluppatori che però va a inficiare in maniera un po’ troppo severa sulla difficoltà generale, che già di per sè è elevata, anche perché la navicella non si muove in maniera molto rapida.
Rym 9000 è anche una fantastica esperienza ultrasensoriale, esattamente come voluta dagli sviluppatori nella descrizione del titolo: “vi farà sanguinare occhi e orecchie”, idealmente si intende. Ed è esattamente così, perché Rym 9000 ti prende letteralmente a schiaffi sin dalle primissime battute in un turbinio di luci, suoni e colori che imperversano sullo schermo per tutta la durata dell’avventura, nonostante un comparto tecnico minimalista e retrò, ma certamente molto colorato ed efficace, soprattutto per il tipo di esperienza che vuole proporre il gioco, ovvero estremamente adrenalinica e schizofrenica. Anche il sonoro contribuisce a rendere l’opera di Sonoshee una sinfonia dirompente, grazie a delle musiche sempre tambureggianti e che ben sottolineano l’azione di gioco (provatelo con un paio di cuffie per ampliare questa sensazione).
Rym 9000 è in conclusione un titolo che ci sentiamo di consigliare se siete appassionati del genere e non vi spaventa una difficoltà piuttosto elevata. In questo caso avrete a che fare con un buonissimo shoot ’em up vecchio stile dotato di un fascino molto ammaliante.