Tra i tali e tanti giochi di ruolo cartacei esistenti e le loro controparti videoludiche corre, spesso e volentieri, un abisso. Ciò non toglie che i primi siano gli antenati degli altri e che i videogiochi ruolistici, dal JRPG fino all’action RPG di stampo occidentale, siano debitori in tutto e per tutto ai vari Dungeons & Dragons, Rolemaster e ambientazioni Mondo di Tenebra.
Quando si gioca a Sacred Fire, opera del one-man studio Poetic pubblicata dall’ultradecennale Iceberg Interactive (Midnight Protocol; Star Dynasties, solo per citare alcune tra le sue oltre trenta pubblicazioni), l’impressione è proprio quella di essere davanti ad un game master virtuale che narra un’avventura fantasy proprio come si fa con le opere cartacee ma senza pile di manuali e con lanci di dadi puramente virtuali.
L’intento di Poetic durante il proprio lavoro su questo titolo sembra essere stato proprio questo, potendo probabilmente contare su sue personali esperienze pregresse come narratore di RPG (non è raro che chi è appassionato di questi giochi si dia al game development, data la grande inventiva e fantasia che questa professione richiede).
Sacred Fire, un’epica storia di crescita interiore
Sacred Fire, da buon RPG, apre le danze con la scheda personaggio, la quale lascia molto più spazio alle statistiche rispetto alla personalizzazione estetica del personaggio in sé, limitata essenzialmente al nome, al sesso e all’età, con la possibilità di selezionare o tralasciare un background specifico.
L’attenzione riservata alle statistiche ha un motivo ben preciso. Come da sottotitolo, Sacred Fire è un gioco di ruolo psicologico, per cui le caratteristiche alle quali distribuire i soliti punti iniziali e da livellare nel corso della run riguarderanno essenzialmente la mente del personaggio.
Su sei categorie della scheda, tre sono dedicate alla psiche del protagonista, in particolare alle sue qualità intellettuali (mente), ai blocchi psicologici (blocchi), alla resistenza alle emozioni (resistenze) e infine alle doti di leadership (comando).
Tutte queste caratteristiche andranno ad influire sul prosieguo degli eventi della trama, la quale è ambientata in quella che sembra la Britannia in un momento di transizione tra tarda antichità e Alto Medioevo di fantasia.
Il (o la) protagonista appartiene ad una tribù di cacciatori mai sottomessa dal giogo romano (così testualmente denominato). Durante una battuta di caccia in solitaria onde procurare cibo per sé e per il suo popolo, egli incrocia una sua vecchia conoscenza, la guerriera Etain, estranea alla sua gente pur condividendone l’etnia. Costei è nel mezzo di una schermaglia contro un manipolo di soldati romani che hanno sconfinato oltre il muro (chiaro riferimento al realmente esistente Vallo di Adriano).
Riusciti a sbarazzarsi del nemico, i due colgono in questa colluttazione il presagio di un pericolo più grande in arrivo, confermato in parte dai terribili incubi che popolano le notti del protagonista, al quale spetterà l’arduo compito di tenere unito e compatto il suo popolo in vista dell’ardua battaglia che lo attende.
‘Acta, non verba’? No! ‘Verba, non acta’
Il gameplay di Sacred Fire si potrebbe riassumere abbastanza bene con questa locuzione latina invertita. Come anticipato, si tratta di un gioco puramente testuale, dove per altro è riservato molto spazio ai dialoghi e alla stessa arte dialettica. Per procedere egregiamente bisognerà scegliere l’opzione giusta tra le tante proposte, sia di dialogo che di azione. Accanto ad esse c’è un numero percentuale, che riassume le probabilità di riuscita di un lancio di dadi virtuale.
Per tutto il corso dei sette capitoli in cui l’avventura (momentaneamente) si divide avremo sott’occhio il ‘controllo‘ delle nostre azioni, rappresentato anch’esso da un numero percentuale che si riempirà progressivamente man mano che si prosegue nella trama. Ogni volta che si raggiungerà il cento percento, un punto motivazione si aggiungerà all’apposita barra.
I punti motivazione (mp) sono nei fatti la risorsa più importante all’interno di Sacred Fire, in quanto sono spendibili onde aumentare la percentuale di riuscita di un lancio di dadi.
Dalla riuscita o meno dei nostri tiri non dipenderà soltanto, come è normale, la nostra sopravvivenza o la salvezza di altri personaggi, ma anche il livello delle nostre relazioni con essi. Ogni azione compiuta o parola detta avrà irrimediabilmente ripercussioni positive o negative sulla nostra psiche, cosa che andrà ad influire sul prosieguo dell’avventura.
La spesa eccessiva di mp porterà il personaggio a dover fare leva sui propri blocchi psicologici, aggiungendovi dei punti permanenti che agiranno da malus.
Allo stato attuale, il gioco stesso non è molto chiaro su come dosare adeguatamente ‘paura‘ e ‘rabbia‘ i due stati d’animo (sempre visualizzabili a schermo) dal cui livello dipendono molto le percentuali di riuscita, con il risultato che ogni percentuale appare piuttosto casuale, senza un apparente nesso logico con le azioni pregresse. Una mancanza, questa, che di fatto non può far apprezzare Sacred Fire come meriterebbe.
Arte, musica e recitazione
Tecnicamente parlando, Sacred Fire è un prodotto piuttosto semplice ma non per questo modesto. Creato con Unity, che si conferma un motore egregio purché usato con le dovute competenze, nei fatti è essenzialmente costituito da una sequela di grafiche (al pari di una visual novel) di indubbia qualità artistica e accattivanti ma a volte ripetitive, il che va purtroppo a suo sfavore. Niente bug madornali tipo crash o input lag, che sarebbero andati ad affossare cospicuamente l’esperienza fino a comprometterla.
La navigazione, aspetto a dir poco preminente del gioco dato il suo genere, non è stata presa sottogamba. Al contrario risulta comoda e precisa, sebbene non troppo curata dal punto di vista estetico.
L’effettistica è anch’essa a tempo e di qualità, mentre la colonna sonora sa farsi apprezzare, ispirandosi chiaramente alla musica da film degli ultimi vent’anni, specialmente quella destinata alle produzioni fantasy (quindi rispettosa dell’ambientazione).
A conti fatti, Sacred Fire è un titolo particolare e promettente che può solo migliorare, a cominciare dalla chiarezza riguardo l’interazione tra gli stati d’animo poc’anzi citata.