Il publisher giapponese Kakehashi Games, insieme allo sviluppatore Ooze, ci propongono Sagres, ovvero un titolo nel quale prenderai i panni di un aspirante capitano di nave, per cercare il leggendario esploratore Sir Antonio. Un titolo a metà via tra l’RPG e il gestionale, che ti farà capire cosa ci vuole per poter intraprendere un lungo viaggio attraverso i sette mari. Ti metterà anche nella condizione di non sapere una lingua autoctona e ti farà provare l’ebrezza di avere una ciurma arrabbiata con il coltello tra i denti perché non mangia da una settimana. Sulla carta sembra bellissimo vero? Beh all’atto pratico diciamo che si poteva fare di meglio.
Sir Antonio arrivo!
In Sagres prendi i panni di Fernando, un ragazzo portoghese che decide di partire proprio dal porto di Sagres (da qui il nome del titolo), alla ricerca del leggendario esploratore Sir Antonio. Per farlo dovrai avere una nave, potenziarla e fronteggiare i vari pericoli che ti si pareranno davanti sia via mare che via terra.
La storia è molto basilare, ma non è male. Questa è spiegata tramite dei dialoghi a schermata fissa e prenderanno liberamente ispirazione da fatti storici realmente accaduti. Per portare a termine la campagna principale saranno necessarie circa 9 ore, un po’ pochine per un titolo che si definisce un RPG, tuttavia se vorrai andar fino in fondo, andando a scoprire ogni anfratto del mondo, ti serviranno almeno 13 ore totali.
Si scrive Sagres, si legge monotonia
Che cosa si deve fare in Sagres? Ma soprattutto come lo si fa? Sagres è un RPG dove deciderai di acquistare una propria barca e salpare. Prima di farlo, però, ci saranno vari accorgimenti da prendere come ad esempio assumere una ciurma, ma molto più importante, comprare abbastanza provviste per tutta la durata del tuo viaggio.
Una volta arrivato al porto di destinazione, dovrai recarti alla tua meta finale, che non sempre combacerà con il tuo punto di attracco. Quindi per raggiungere l’obbiettivo ti metterai in sella al tuo cavallo e ti recherai alla tua destinazione. Ma attenzione, perché i viaggi possono essere pieni di pericoli, visto che di tanto in tanto ti capiterà di doverti scontrare, sia via mare che terra, con altre navi o predoni.
Ed è qui che nasce il primo grande difetto di Sagres ovvero il sistema di combattimento. Questo sarà a turni, ma niente di super profondo come può essere un Final Fantasy o un Persona qualsiasi (direi che nessuno si aspettasse qualcosa del genere), ma per attaccare dovrai utilizzare la morra cinese, ovvero il gioco che viene volgarmente chiamato Sasso, Carta, Forbice e queste tre scelte verranno rappresentate tramite delle carte.
Inizialmente non saprai che carte può possedere il tuo avversario, tuttavia man mano che svilupperai la voce “Intuizione”, le mosse potrebbero essere svelate. Peccato che il combat system risulti davvero troppo basico e privo di profondità, un tipo di combattimento più classico (quindi con mosse e colpi di spada), sarebbe stato nettamente più azzeccato in un contesto del genere. Alla fin fine la morra cinese è alla base un gioco di fortuna e non è sicuramente l’approccio più adatto per avere una strategia vera e propria.
Passando alla parte esplorativa prima di partire per un viaggio, come dicevo all’inizio di questo paragrafo, dovrai settare tutti i preparativi quindi scegli una missione che ti dirà cosa devi trasportare, in quanto tempo, ma cosa ben più importante, quanto ti pagheranno. Subito dopo dovrai scegliere quanto equipaggio assumere e di conseguenza quante provviste portarti. Questa parte è fondamentale perché se porterai con te troppo poco approvvigionamento l’umore della tua ciurma sarà al minimo e potresti rischiare un ammutinamento con conseguente game over, mentre se comprerai troppo cibo ti ritroverai con un guadagno netto minore.
I soldi che avrai per ogni campagna ti verranno distribuiti una parte all’accettazione dell’incarico (e con quelli potrai accaparrati le provviste), mentre l’altra ti verrà consegnata alla buona riuscita della missione per poterla mettere nel tuo tesoretto ed utilizzarla come meglio credi. Starà a te vedere se è il caso di comprare una nave nuova oppure potenziare quelle che già hai. Molto interessante il fatto che dovrai imparare o portare con te un equipaggio che sappia parlare la lingua del posto di destinazione. Nel caso questo non succedesse, tutte le conversazioni saranno totalmente incomprensibili.
Una volta salpato dovrai muoverti all’interno di una mappa che rappresenta abbastanza fedelmente il mondo intero. Qui dovrai stare attento a quanti giorni passerai in mare, ma anche come tira il vento e per farlo utilizzerai la combo mouse e tastiera. Con la tastiera e il sempreverde WASD direzionerai la tua nave, mentre con il mouse dovrai puntare le vele per prendere la velocità giusta e arrivare il prima possibile.
Questa meccanica di gioco è interessante nei primi momenti, visto che è bello muoversi liberamente per la mappa e vedere come questa è stata ricreata in pixel art. Peccato che dopo poco scatterà la monotonia, questo perché il dover fare sempre le stesse azioni è ovvio che ti farà arrivare ad un punto dove esclamerai “Eh adesso basta!”, questo perché non c’è mai nessun cambio o variazione se non sulla destinazione da raggiungere.
L’unico cambio del gameplay è rappresentato dai minigiochi in cui potresti imbatterti di tanto in tanto. Anche qui si tratta di cose molto semplici come ad esempio scava per trovare un determinato oggetto oppure pesca il forziere dal fondo del mare. Fondamentalmente si tratta di attività che avrai sicuramente giocato e rigiocato fino alla nausea anche in altri titoli…non c’è nulla di veramente innovativo.
Graficamente bene da una parte male dall’altra
Sagres da un punto di vista grafico è molto bello sotto alcuni punti di vista, ma in sottotono su altre. Se da una parte la mappa è molto bella da vedere visto che questa sembra una versione “reale” della mappa di Super Mario World uscito per Super Nintendo (l’ispirazione si vede tantissimo e questo si nota soprattutto negli sprite utilizzati), lo stesso non si può dire delle finestrelle che spunteranno quando ci saranno linee di dialogo. Infatti queste saranno fortemente ispirate alle grafiche utilizzate sui vecchi giochi per NES, ma saranno monocromatiche. Queste risultano poco ispirate perché mancano di qualsiasi animazione e non sono nemmeno disegnate bene.
Le musiche e gli effetti ambientali sono il classico ne carne ne pesce, visto che sì si sposano bene con il tipo di gioco che è Sagres, ma alla fin dei conti nessuna delle melodie proposte ti resterà impressa nella memoria.