I punta e clicca, una tipologia di gioco che per quanto possa risultare semplice nella sua struttura, conta sempre tra le sue fila una notevole schiera di appassionati, fra i quali il sottoscritto. Saint Kotar va ad aggiungersi con il giusto merito a questo parco titoli, che ha visto susseguirsi nel corso della storia videoludica diversi titoli considerati veri e propri capolavori nonché riferimenti per il genere, come Broken Sword, King’s Quest e ancora prima la serie di Monkey Island.
Saint Kotar non aggiunge proprio niente di nuovo a un genere già di per sé difficile da svecchiare, ma si comporta egregiamente intrattenendo il giocatore con un’ambientazione credibile e una narrazione ben strutturata, accompagnata anche da un doppiaggio riuscito che aiuterà a immergersi ancora di più negli inquietanti misteri di questo villaggio.
Saint Kotar: storia e ambientazione
Come ogni titolo punta e clicca che si rispetti, anche Saint Kotar punta quasi totalmente la sua riuscita sulla narrazione e la capacità di tenere il giocatore incollato allo schermo, con la voglia di proseguire nella storia e scoprire ancora di più sulla trama. Di seguito racconterò l’incipit della trama che servirà anche da tutorial nel gioco, quindi nessuno spoiler.
Nel titolo sviluppato da Red Martyr, vestiremo i panni di Benedek e Nikolay, due uomini di chiesa partiti con Viktoria, sorella del primo e moglie del secondo, per il misterioso villaggio croato di Sveti Katar. I rapporti fra i due fratelli non sono armoniosi, con Benedek che non riesce a fidarsi della sorella ritenendola una vera e propria strega, non in senso figurato ma letterario.
Questo è molto strano visto il passato di entrambi, che vedeva il piccolo Benedek finire sempre punito dal padre sia fisicamente che costringendolo al buio nello scantinato, per qualsivoglia scusa piuttosto che vere motivazioni, come quello di aver parlato con altri bambini. Il tutto in nome di Dio, visto l’assoluto fanatismo del padre verso la religione, che lo portava a considerare tutto il resto delle persone dei miserabili peccatori.
Viktoria essendo dei due la maggiore di età, cercava sempre di difendere il fratellino, rimanendo con lui al buio nello scantinato per non lasciarlo solo in balia del padre, ma non potendo fare niente quando questi sfogava la sua rabbia nei confronti del piccolo.
Gli anni passano e i fratelli crescono, ma non in buoni rapporti e i dialoghi diventano sempre più freddi e distaccati, mentre Benedek intraprende la via dei voti, diventando prete e trascorrendo la sua vita in un monastero, fino al giorno in cui Viktoria riesce a portare sia lui che il marito Nikolay nell’inquietante villaggio di Sveti Kotar, con la scusa di aver ricevuto un invito per la mostra nel castello.
Purtroppo da subito inizieranno gli eventi inspiegabili; Benedek si ritroverà a svegliarsi sul divano di una strana casa, senza ricordare l’arrivo nel villaggio e quello successo la sera precedente, Nikolay sarà nel letto al piano di sopra ma nessuna traccia di Viktoria.
I due si confrontano per mettere insieme i pezzi dell’accaduto, e tra uno strano sogno di Benedek e Nikolay che giura di aver portato una figura demoniaca al piano di sopra della casa, concordano che quest’ultima è avvolta da una oscura e maligna presenza. Il fatto di trovare una acquasantiera piena di sangue e una testa di corvo senza occhi sul balcone sporco di sangue, convincono i due del loro sospetto.
Appena trovato un modo per uscire dalla casa, i due vengono avvicinati da due loschi individui che li costringono a seguirli. Qui si conclude il tutorial di Saint Kotar, con tutte le premesse di stare per usufruire di una storia godibile e coinvolgente.
Il gameplay che ti aspetti
Saint Kotar riprende tutte le meccaniche già viste in titoli dello stesso genere; potremo muovere il protagonista semplicemente spostando il cursore e cliccando una volta per farlo camminare o due volte per la corsa. Ci verrà in aiuto un utilissimo sistema per evidenziare tutti gli oggetti con i quali potremo interagire, tramite la pressione del tasto destro del mouse, evitandoci di dover perdere molto tempo inutilmente esplorando millimetro per millimetro ogni singolo punto sullo schermo.
Avremo il classico inventario dove conserveremo gli oggetti raccolti e che potremo utilizzare prendendoli con il tasto sinistro e muovendoli sulla zona interessata, mentre col tasto destro riceveremo una breve spiegazione sullo stesso.
Saint Kotar ci chiederà di utilizzare entrambi i personaggi, e potremo scambiarli premendo sui loro ritratti in basso a sinistra dello schermo. Ovviamente andremo in contro a punti nei quali saremo costretti a utilizzare uno specifico protagonista. E questo è tutto per il gameplay.
Tecnicamente parlando
Saint Kotar presenta una grafica molto cupa, dovuta dalla tematica del titolo; nel complesso risulta realizzata bene e aiuta a trasportarci in questo misterioso villaggio croato nella sua totale inquietudine. Si nota però come pur risultando sempre caratteristiche, alcune parti risultano povere di dettagli grafici, quasi basilari, come la realizzazione dei protagonisti e degli altri personaggi.
Il sonoro di Saint Kotar per quanto riguarda il doppiaggio in lingua inglese è veramente riuscito, riuscendo a trasmettere le emozioni dei vari protagonisti nei diversi momenti di gioco. A livello di musiche però c’è da dire che in alcuni frangenti queste risultano essere troppo “rilassate” per la tematica che si sta affrontando.
Il gameplay è semplicissimo ma efficace, nel pieno stile dei punta e clicca.
Durante le mie ore trascorse nell’inquietante villaggio croato in Saint Kotar, non ho riscontrato nessun bug di sorta.