SAMUDRA è un videogioco platform che vuole veicolare un messaggio ambientalista. Già questo dovrebbe bastare a dare più di un brivido ad un videogiocatore e ad allontanarlo da questo titolo, una reazione che comprendo. Ho ancora gli spasmi di terrore da quando ho recensito Elva The Eco Dragon per iCrewPlay.
Realizzare un gioco che riesca a veicolare un messaggio socialmente utile ed essere allo stesso tempo divertente è un’impresa in cui molti si sono cimentati, ma pochi sono riusciti. Il punto è che spesso ci si perde nel ragionamento “è socialmente utile quindi saranno perdonate le imperfezioni” e questo porta a generare mostri videoludici. E’ il caso di SAMUDRA?
Per trovare la risposta, facciamo il giro lungo. SAMUDRA è il secondo videogioco realizzato e distribuito da Khayalan Arts. Questo è uno studio indonesiano fondato nel 2019 da El Sim che ha preso come missione la promozione di valori sociali positivi e ambientalisti attraverso la propria creatività.
La cosa interessante è che Khayalan Arts non si occupa solo di videogiochi, ma di tutta una serie di attività che spaziano nei vari settori della creatività, da mostre a manifestazioni passando per iniziative, fumetti e altro. Nonostante ciò, il loro debutto videoludico, Incubo, era decisamente notevole. E SAMUDRA? Ecco, iniziamo a parlarne.
In fondo al mar
Descrivere la storia di SAMUDRA in poche righe non è semplice poiché questo ha una narrazione indiretta e presenta molti elementi surreali. Un indizio ci viene direttamente dal nome del gioco. Samudra è un termine sanscrito che significa “la raccolta delle acque” e viene spesso usato in riferimento ai mari ed all’oceano.
In questa definizione abbiamo i due leitmotiv di SAMUDRA. L’oceano e la spiritualità. Più concretamente nel gioco vestiremo i panni di un ragazzino con un casco da palombaro che, per motivi ignoti, finisce sul fondo di un profondissimo oceano in una Terra in cui l’inquinamento da plastica ha raggiunto livelli apocalittici.
Il nostro obiettivo finale? Tornare in superfice. Non si sa precisamente perché, ma non sarà un’impresa facile tra enormi pesci carnivori, robot segugi, strani palombari in giacca e cravatta, rovine magiche e spiriti decisamente furiosi per lo stato delle acque. Tutto in uno scenario di assoluta devastazione e morte.
L’atmosfera generale è fiabesca e malinconica allo stesso tempo, un’aura di disperazione e ricerca di speranza/innocenza permea ogni nostro passo. Sembra quasi di star vivendo una di quelle favole dark alla Coraline in cui ogni ostacolo posto davanti al nostro eroe è una metafora della vita reale.
Un piccolo passo per l’uomo
Se la tua preoccupazione, avvicinandoti a SAMUDRA, sia di trovarti davanti ad un gameplay complesso e difficile da assimilare, beh, cambia idea. SAMUDRA usa solo due comandi per tutto. Le frecce direzionali per muoversi e un solo tasto per effettuare qualsiasi azione. Fine.
Ovviamente non è davvero tutto qui. Certo, i comandi sono questi, ma le applicazioni sono molteplici. In generale, quando possiamo usare una qualsiasi azione, sopra la testa del personaggio apparirà un punto esclamativo. Altre volte, però, dovremo intuire di doverlo fare in base ad alcuni elementi del livello.
A volte queste azioni possono essere ripetute all’infinito, altre volte sono temporizzate e, se non si preme il tasto per tempo, si viene uccisi o comunque obbligati a ripartire dall’ultimo checkpoint del livello/capitolo. Di per sé comunque è abbastanza intuitivo quando sarà necessario agire prontamente. Purtroppo devo dire che il gioco è tuttavia un po’ impreciso nel riconoscere quando il tasto azione viene usato.
Questo meccanismo inoltre non è efficace al 100%, soprattutto perché genera non poca confusione su cosa si può fare e cosa no e il gioco non aiuta molto in questo senso. Per esempio, all’inizio ero convinto si potesse saltare solo in presenza del punto esclamativo e solo più avanti mi sono accorto che potevo farlo anche in casi specifici in cui la mappa mi faceva intuire di poterlo fare. Confuso? Anche io… e chissà quanti segreti mi sono perso nel frattempo.
Oltre alle varie sezioni platform che prevedono sia l’esplorazione di aree che la fuga da date minacce (magari nascondendosi in anfratti nascosti), SAMUDRA contiene anche un’ampissima selezione di puzzle. Il livello di sfida proposto da questi è buono e riescono ad essere stimolanti senza però essere frustranti.
Le tipologie di puzzle presenti sono due. I primi sono quelli ambientali in cui, esplorando l’area e saltando da una parte all’altra della stessa, dovremo risolvere una certa situazione per proseguire nel livello. I secondi riguardano invece un qualche elemento nel dettaglio e prevedono spesso la soluzione di un enigma a schermo per attivare un meccanismo utile ad avanzare nella nostra avventura.
SAMUDRA è suddiviso in un prologo e 5 capitoli (livelli), ognuno caratterizzato da una propria ambientazione ed un tema portante. Tutto si svolge comunque sul fondale di un oceano inquinato ed ogni area sarà ispirata a questo concetto (basi sottomarine, resti di aerei, rovine subacquee e così via) ed avrà delle proprie meccaniche uniche. Purtroppo devo però constatare una certa “linearità” nel titolo, oltre che una durata non proprio eccelsa.
Ad aiutare tuttavia la lunghezza e la rigiocabilità del titolo, arrivano però i numerosi collezionabili sparsi per i vari capitoli, spesso nascosti molto bene e collegati ad interessanti elementi narrativi, e delle aree facoltative in cui dovremo risolvere puzzle leggermente più complessi per liberare dei pesci palla. Insomma, ci sono i motivi per rigiocare SAMUDRA almeno una volta dopo la prima.
L’oscurità delle profondità
Passando al comparto artistico, anche qui non tutto è perfetto come vorrebbe. SAMUDRA sulla carta ha una resa grafica molto particolare visto che tutto è realizzato con un tratto disegnato che cita l’illustrazione artistica. Di base questo funziona molto bene sulla carta e l’aspetto del gioco è ottimo, fintanto che tutto è fermo.
Purtroppo non è altrettanto ottimo quando il gioco è in movimento. Non che non sia godibile, sia chiaro, ma i movimenti sono spesso un po’ scricchiolanti ed anti-estetici. Non aiuta che spesso la telecamera sia troppo ravvicinata, cosa che ci fa perdere di vista i dettagli e ci fa invece notare subito le imperfezioni.
La stessa buona qualità non eccelsa si ritrova nel design dei livelli, ognuno dotato di proprie caratteristiche che però spesso si perdono nell’eccessiva cupezza degli stessi. Ok, siamo nel fondo dell’oceano, ma il fatto che sia tutto così buio fa sfuggire alla vista tanti di quei dettagli che si farebbero notare nel gioco.
Sono invece punti da elogiare sia il design delle creature/nemici, tutte decisamente surreali, bizzarre ed affascinanti, che le musiche. Quest’ultime sono davvero perfette e riescono a veicolare alla perfezione la narrazione del momento più di alcune immagini proposte. Una colonna sonora assolutamente degna di nota.
La questione è seria
Concludendo la nostra recensione, SAMUDRA è un buon gioco, ma è lungi dall’essere perfetto. I difetti presenti sono molti e, anche se non rovinano quasi nulla dell’esperienza del videogiocatore (l’unico difetto davvero frustrante è l’imprecisione nel registrare l’uso del tasto azione), sono tutti decisamente evidenti. Non bisogna minimamente mentire a sé stessi in questo.
Nonostante ciò il gioco riesce nel suo compito più importante: veicolare un messaggio ecologico importante senza però rinunciare ad una componente ludica significativa e divertente. Potrà sembrare una sciocchezza, ma, come detto in apertura, non è una cosa che si vede spesso. Anche la scelta di usare le immagini per raccontare la propria storia è stata fatta proprio per rendere il risultato il più universale possibile.
In tal senso SAMUDRA è un gioco che merita di essere se non altro acquistato e provato, a maggior ragione considerando che costa poco più di 10 euro su Steam, un prezzo più che ragionevole e generoso considerando la qualità complessiva del prodotto offerto. Per altro al momento è in offerta. Inutile dire che lo consiglio a chiunque ami questo genere.
Ammetto che, alla fine di SAMUDRA e di questa recensione, mi è presa un po’ di malinconia perché, pur non meritandoselo, questo sarà un gioco che si perderà nell’oceano delle offerte indie di Steam a causa della pessima fama dei giochi ambientalista, un po’ come tendiamo a dimenticarci di quanto stiamo inquinando le acque del nostro pianeta e come questo ci porterà all’estinzione un giorno. Un triste destino che solo noi possiamo evitare.