Quello dei picchiaduro è ormai diventato un vero e proprio genere di nicchia nel mondo dei videogiochi, eppure, Samurai Shodown mi ha dimostrato come, anche all’interno di una cerchia ristretta, ci possano essere delle differenze sostanziali tra titoli della stessa tipologia.
L’ultimo capitolo dell’iconica serie sviluppata da SNK risulta infatti essere assai diverso da molti (non mi permetto di dire tutti) dei suoi “colleghi”, principalmente per alcune meccaniche di gioco che si discostano parecchio da quelle più mainstream dei titoli iconici che tutti conosciamo.
Prima di addentrarci nella recensione vera e propria di Samurai Shodown, un po’ di storia: la serie è una di quelle storiche, nata nel lontano 1993 sull’allora quarta generazione di console, ad oggi vanta 12 capitoli compreso quello che tratterò tra poco, il quale funge da reboot della serie stessa.
Siamo dunque di fronte ad uno dei capostipiti del genere, sebbene, storicamente, la saga non abbia mai avuto un grandissimo appeal qui in occidente.
Samurai Shodown: un gameplay che tiene fede al proprio nome
Partiamo subito col fiore all’occhiello di Samurai Shodown, il suo gameplay.
Come detto in apertura di articolo, la creatura di SNK si discosta parecchio da altri titoli dello stesso genere, principalmente per una mancanza nelle sue meccaniche di gioco: detto senza mezzi termini, Samurai Shodown è un picchiaduro che NON si basa sulle combo.
Differentemente da altre saghe videoludiche dello stesso genere (quella dei Tekken su tutte, ma di recente possiamo citare anche Dragon Ball FighterZ), le quali si basano principalmente sulla velocità di esecuzione di quante più combo possibili per infliggere danni esorbitanti al nemico, senza nemmeno dargli la possibilità di reagire o almeno difendersi, in Samurai Shodown ci vedremo praticamente costretti a mettere i pratica la “Via del Samurai”.
Il team di sviluppo di SNK è riuscito a ricreare un combat-system basato sui meccanismi tipici dello scontro tra armi bianche: premere ripetutamente gli stessi tasti ci porterà a un’inesorabile sconfitta. Dovremo avere pazienza, capire quando e dove attaccare il nostro nemico, stuzzicarlo con qualche finta, e, cosa più importante, in Samurai Shodown la difesa è molto più importante dell’attacco.
Le meccaniche difensive sono infatti alla base del gameplay di questo picchiaduro atipico: sarà di vitale importanza capire prima di tutto le tempistiche di movimenti quali la parata perfetta, la schivata, il contrattacco e lo spostamento di peso dell’avversario. Solo dopo aver preso manualità con queste meccaniche, potremmo infatti pensare a come attaccare il nemico che avremo di fronte.
Proprio per questo motivo, un consiglio spassionato da dare a chiunque si avvicini per la primissima volta a Samurai Shodown: prima di approcciarvi ad una qualsiasi modalità di gioco, passate tutto il tempo necessario ad apprendere i fondamenti del combattimento tramite il tutorial e l’addestramento. Iniziare un combattimento senza avere la minima conoscenza dei tasti da utilizzare risulterà in un puro e semplice massacro da parte della CPU.
https://www.youtube.com/watch?v=NIaC7wL8mOo&ab_channel=SNKWORLD
Ovviamente una volta schivato e/o parato il colpo avversario sarà il momento di fare la nostra mossa, ed è qui che Samurai Shodown si sveste della sua ricercatezza del realismo nella difesa per lasciarsi andare alla fantasia nipponica, in pieno stile anime, nelle sequenze d’attacco.
I comandi per le mosse offensive saranno molto basici, differendo l’uno dall’altro quasi esclusivamente per la pesantezza del colpo (leggero, medio e pesante) e, come già detto in precedenza, non basandosi sull’accumulo di combo per infliggere danno all’avversario.
Fattore fondamentale per portare a termine un attacco (ma lo stesso vale anche per le manovre difensive) in Samurai Shodown sarà il tempismo: una volta che il nostro avversario avrà la guardia scoperta, dovremmo decidere se colpirlo velocemente con un attacco rapido, infliggendogli pochi danni, oppure capire se abbiamo il tempo di poterlo devastare con un attacco pesante (più danni, certo, ma anche un tempo di esecuzione più lungo).
Differentemente dalla fase difensiva, votata comunque ad un certo realismo e tecnicismo, le fasi offensive del titolo offriranno veri e propri attacchi speciali in stile anime, con effetti visivi cartooneschi (che tuttavia non snaturano l’opera, anzi!) e sequenze registicamente molto apprezzabili.
N.B. la complessità del sistema di combattimento non viene meno solo perché le sequenze di attacco sono meno realistiche!
Avrai la pazienza di imparare le giuste tecniche di combattimento e diventare un vero samurai, oppure ti lascerai prendere dalla paura, venendo inesorabilmente sconfitto dai tuoi nemici?
Samurai Shodown: quando il cel-shading esalta un prodotto
Altro fattore da non sottovalutare quando si parla di Samurai Shodown, è il suo stile grafico in cel-shading, il quale risulta estremamente piacevole alla vista, oltre ad esaltare lo stile Anime del titolo di SNK.
Fermo restando che il piacere è soggettivo, risulta invece oggettivo constatare come questo stile artistico si fonda perfettamente con la giapponesità del titolo: un personaggio come Yoshitora Tokugawa, armato di 8 spade (Roronoa Zoro chi!?), risulta infinitamente più credibile se disegnato in questo modo, che non rappresentato in maniera semi-seria.
Da tenere in considerazione anche l’upgrade next-gen ottenuto da Samurai Shodown (QUI il nostro articolo dedicato) che lo vede girare sulle console di nuova generazione in 4K e 60Fps, esaltando ancora di più il suo stile grafico peculiare.
N.B. in merito alle prestazioni su Xbox One “liscia”, il gioco mantiene tranquillamente i 30 fotogrammi al secondo, con una risoluzione in 1080p leggermente ballerina (schermo permettendo).
In merito alla comparto sonoro, quest’ultimo raggiunge senza dubbio la sufficienza piena, ed anzi, riesce a far calare il giocatore in quell’atmosfera da Giappone feudale rimanendo non troppo seriosa e ricordando per certi versi la colonna sonora di Naruto (chiedo venia per l’accostamento non facilmente apprezzabile da tutti).
La trama di Samurai Shodown c’è…ma non si vede.
Diciamoci la verità, la trama non è mai stata il punto forte di nessun picchiaduro, giusta o sbagliata che sia tale scelta, tuttavia nel corso degli anni sempre più titoli di questo genere hanno provato a introdurre (alcuni con più successo di altri) una modalità storia, principalmente con lo scopo di fornire un background hai lottatori presenti nel roster.
Ebbene, per quanto riguarda Samurai Shodown, la modalità storia è forse l’unico punto debole del gioco.
Partiamo col dire che c’è ben poca storia in senso stretto: indipendentemente dal lottatore che sceglieremo, ci troveremo, in maniera molto semplicistica ad affrontare una lunga serie di battaglie sino ad arrivare al boss finale.
La narrazione risulta praticamente inesistente, salvo pochi filmati di sfondo dopo un tot di combattimenti, personaggi con giusto qualche riga di background che spieghi la loro presenza sull’isola, ma senza una vera e propria caratterizzazione (almeno dal punto di vista biografico)
In buona sostanza, non c’è da giocare a Samurai Shodown per la sua componente narrativa, ma detto francamente, se anche quest’ultima fosse stata degna di nota, il picchiaduro di SNK sarebbe probabilmente stato eletto come miglior titolo del 2019.
In chiusura, un po’ di tecnicismi: il bilanciamento dei membri del roster e le modalità di gioco
Chiudiamo con la parte più tecnica di tutti i picchiaduro: il bilanciamento tra i vari combattenti di Samurai Shodown.
Di base il titolo presenta un roster abbastanza ampio per la categoria, 18 combattenti non sono certo pochi, ma si è visto di meglio; tuttavia sarà possibile allargare le nostre possibilità di scelta tramite i DLC che forniranno altri 12 personaggi giocabili (QUI un nostro articolo dedicato).
Le differenze tra i vari personaggi risultano essere piuttosto bilanciate senza che nessuno prevalga in maniera importante su di un altro: ci sono ovviamente dei personaggi con più mosse speciali, altri con dei movimenti leggermente più rapidi (o più lenti), altri ancora con delle unicità in merito ad alcune meccaniche, ma alla fine dei giochi Samurai Shodown risulta essere ben bilanciato in questo senso.
Parlando invece di modalità di gioco, sono presenti tutte le possibilità classiche del genere: modalità storia (arcade) con più combattimenti in sequenza, battaglia offline, battaglie online sia dirette che asincroniche (tramite l’utilizzo dei ghosts, che simulano lo stile di lotta di un altro utente), sfide di sopravvivenza e di abilità.