Dopo l’uscita della prima versione su PC via Steam, PlayStation 4 e Xbox One l’anno scorso, Sea of Solitude: The Director’s Cut aggiungerà molti nuovi contenuti al titolo psicologico di Cornelia Geppert pubblicato da Electronic Arts. Ci ritroveremo, dunque, una seconda volta nei panni della bambina abbandonata in un vasto mare popolato dei suoi mostri interiori mentre cercheremo di superare la nostra depressione, tornando con la memoria alle sue cause scatenanti senza lasciare che ci inghiottano.
Sea of Solitude: The Director’s Cut uscirà il prossimo 4 marzo in esclusiva su Nintendo Switch, offrendo ai giocatori sull’ibrida della grande N l’esperienza base arricchita da una nuova porzione di trama, alcune linee di dialogo doppiate, il supporto per il giroscopio e una modalità fotografica che ci permetterà di immortalare i momenti più suggestivi di questo delicato viaggio nelle ombre dell’animo umano. Certo, si tratta di un gioco molto faticoso dal punto di vista emotivo, ma percorsi come questi permettono di affrontare temi molto importanti in una forma diversa ma non per questo meno efficace.
Sea of Solitude: The Director’s Cut e l’introspezione dei videogiochi
A onor del vero, Sea of Solitude: The Director’s Cut non è affatto l’unico titolo ad affrontare questo tipo di tematiche. Già nei primi anni Duemila, giochi come Final Fantasy IX avevano iniziato a trattare le problematiche della psiche e della vita con personaggi rimasti nel cuore di tutti, tra cui il mago nero Vivi Ornitier con la sua ricerca del senso di vivere di fronte alla consapevolezza di dover morire. In anni recenti, però, a inserirsi in questo particolare filone è stato soprattutto Hellblade: Senua’s Sacrifice, sviluppato con l’aiuto di un team di psicologi per rendere la malattia della protagonista nel modo più realistico possibile.
Se anche Sea of Solitude: The Director’s Cut saprà inserirsi in questa serie di titoli amatissimi dai giocatori dipenderà in gran parte dalle nuove aggiunte, che dovranno da un lato mantenere la qualità della trama, ma dall’altro migliorare un gameplay troppo ripetitivo che risentiva del focus narrativo del gioco di Electronic Arts. Certamente, attenderemo volentieri fino al 4 marzo per rimetterlo alla prova e dare un giudizio definitivo.