Nel 1993, l’industria dei videogiochi ha vissuto un periodo di grande fermento. Le console a 16-bit erano al culmine della loro popolarità, e gli sviluppatori si sono trovati a sperimentare nuove formule per catturare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto ed esigente. In questo contesto nacque Secret of Mana, un titolo che ha cambiato radicalmente il modo di intendere i giochi di ruolo, introducendo nuove meccaniche e un’esperienza cooperativa senza eguali per l’epoca, e che ancora oggi rimane memorabile.
Pubblicato da Square per il Super Nintendo Entertainment System, il titolo ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del medium grazie alla sua narrazione profonda, al suo mondo incantevole e, soprattutto, proprio alla possibilità di giocare in cooperativa locale. Per celebrare l’uscita del nuovo capitolo della saga in oltre 15 anni, Visions of Mana, ripercorriamo gli elementi che hanno reso questo gioco uno dei titoli più apprezzati non solo della quarta generazione di console, ma dell’intera storia videoludica.
Una rivoluzione nei giochi di ruolo
Secret of Mana, secondo capitolo della saga Seiken Densetsu, si è distinto fin da subito per la sua capacità di fondere meccaniche GDR tradizionali con un sistema di combattimento in tempo reale: un’innovazione assoluta per il genere. Fino ad allora, la maggior parte dei giochi di ruolo era basata su combattimenti a turni, dove ci trovavamo a pianificare le nostre azioni, attendendo poi quella del nemico prima di poter impartire un nuovo comando.
Il gioco di ruolo sviluppato da Square, invece, ha introdotto un sistema di combattimento dinamico che, pur mantenendo elementi tattici, ci permetteva di controllare direttamente i personaggi in tempo reale, rendendo l’azione più fluida e immersiva. Questo cambiamento, per quanto apparentemente semplice, è riuscito a rendere il gameplay ancor più immediato e avvincente, pur conservando la profondità tipica degli GDR di stampo nipponico.
La trama del gioco ci racconta di un giovane ragazzo senza nome che un giorno, vagando nel bosco, trova una spada leggendaria e viene incaricato di riportare l’equilibrio in un mondo minacciato dalla crescente perdita del Mana, l’energia vitale che alimenta ogni cosa. Insieme a due compagni, Primm e Popoi, il giocatore si imbarca in un viaggio epico che lo porterà a esplorare città, foreste, templi e rovine, alla scoperta di antichi segreti e magie dimenticate.
L’espediente narrativo può apparire fin troppo classico, quasi semplicistico. Ma ciò che lo differenzia da altre avventure è la caratterizzazione dei personaggi, a partire dal protagonista. Il ragazzo, infatti, non è un eroe invincibile e non è un prescelto dal destino. Trova la spada per caso, ma non sa come usarla. Si ritrova in una lotta che coinvolge l’intero mondo, ma non è un guerriero. È un giovane spaesato, un orfano alla ricerca di un senso in un mondo che si sta sgretolando sotto i suoi piedi che si ritrova improvvisamente carico di responsabilità e cacciato dal villaggio in cui era stato accolto, esprimendo così una vulnerabilità che si contrapponeva in maniera molto forte all’ideale classico dell’eroe.
Ma ciò che davvero rende Secret of Mana unico non è semplicemente la sua trama o gli aspetti inerenti strettamente al gameplay, bensì il modo in cui, come anticipato in precedenza, il GDR invita i giocatori a condividere l’esperienza con amici e persone care.
La magia della cooperativa locale
Mentre molti GDR dell’epoca erano pensati per essere giocati da soli, il titolo sviluppato da Square permetteva fino a tre giocatori di partecipare contemporaneamente all’avventura: un’opzione rarissima per il genere e quasi rivoluzionaria nel 1993. Grazie all’adattatore multitap del Super Nintendo, i giocatori potevano infatti collegare fino a tre controller e prendere il controllo dei tre protagonisti del gioco.
Questa meccanica, semplice ma ingegnosa, ha trasformato radicalmente il modo di vivere l’esperienza di gioco. Ogni giocatore poteva gestire un personaggio in tempo reale, coordinando attacchi, magie e strategie con i propri compagni. Questo non solo rendeva il gioco più coinvolgente, ma lo trasformava in un’opportunità per collaborare in modo diretto con amici e familiari per superare sfide sempre più complesse. La cooperazione non era soltanto un’aggiunta opzionale: Secret of Mana premiava i giocatori che lavoravano insieme, richiedendo spesso la combinazione di abilità diverse per sconfiggere i nemici più potenti o risolvere enigmi intricati.
Adesso che il multiplayer online è una caratteristica presente in quasi tutti i giochi è facile dimenticare l’importanza della cooperativa locale, ma negli anni ’90 la possibilità di giocare sullo stesso divano, condividendo risate, frustrazioni e trionfi, era un’esperienza ineguagliabile. Secret of Mana è riuscito a catturare perfettamente quell’atmosfera unica, permettendo di creare momenti indimenticabili a chiunque avesse l’opportunità di affrontare l’avventura con altri giocatori al proprio fianco.
Un sistema di progressione semplice ma efficace
Il sistema di progressione del JRPG per Super Nintendo si distingue per la sua semplicità e accessibilità. Ogni personaggio ha la possibilità di usare armi appartenenti a categorie diverse, che possono essere potenziate attraverso l’ottenimento di sfere sparse per il mondo di gioco. Le magie, invece, si potenziano con l’uso, aggiungendo una componente strategica alla scelta degli incantesimi durante le battaglie.
La semplicità del sistema non lo rende meno soddisfacente, anzi: ci incoraggia a sperimentare e a trovare il nostro stile di gioco preferito, sia che si tratti di combattere con spade, fruste, archi o che si opti per l’utilizzo di magie difensive o offensive.
Questo equilibrio tra accessibilità e profondità nel gameplay è uno degli elementi che ha permesso a Secret of Mana di conquistare una vasta gamma di giocatori: dai neofiti del genere ai veterani dei giochi di ruolo. Il titolo Square non richiedeva una comprensione complessa delle meccaniche per essere goduto, ma premiava comunque i giocatori più attenti e meticolosi, risultando così adatto a qualsiasi tipologia di giocatore.
L’eredità di un comparto artistico eccezionale
Un altro dei punti di forza di Secret of Mana è senza dubbio il suo comparto artistico. Grazie alle capacità tecniche del Super Nintendo, il gioco poteva vantare una grafica colorata e dettagliata, che rendeva ogni ambiente unico e memorabile. Le foreste lussureggianti, i deserti aridi e i villaggi pittoreschi erano tutti resi con grande cura, trasportando i giocatori in un mondo vivo, variegato e ricco di particolari. Anche i personaggi e i nemici erano animati con maestria, contribuendo a creare una sensazione di immersione totale nel mondo di gioco.
A ciò si aggiunge una colonna sonora che ha resistito alla prova del tempo, composta da Hiroki Kikuta, capace di catturare perfettamente l’atmosfera del gioco. Le tracce musicali del GDR spaziano da temi epici per le battaglie a melodie delicate e malinconiche per i momenti più intimi, e ancora oggi vengono ricordate con affetto ed entusiasmo. La musica non è mai invasiva, ma ci accompagna durante l’avventura, diventando una parte fondamentale dell’esperienza.
Secret of Mana, un gioco ancora attuale dopo più di trent’anni
Anche a distanza di oltre trent’anni, Secret of Mana rimane un punto di riferimento nel mondo dei videogiochi. Non solo per l’innovazione nel sistema di combattimento, nella storia che viene raccontata e nella modalità cooperativa, ma per il modo in cui l’insieme di questi elementi sono riusciti a definire un mondo fantastico in cui noi giocatori potessimo immergerci completamente.
Il gioco è rimasto nel cuore di migliaia di appassionati che lo ricordano con affetto, tanto che Square Enix ha deciso di riproporlo in diverse forme, inclusi remake e riedizioni per le piattaforme moderne. Tuttavia, proprio il remake del 2018, nonostante riproponesse fedelmente la trama e il gameplay originale, non è riuscito a catturare la magia del gioco del 1993. Parte del fascino di Secret of Mana risiede proprio nel contesto in cui è stato creato: un’epoca in cui i giochi di ruolo stavano iniziando a prendere piede in Occidente e in cui la cooperativa locale rappresentava il culmine dell’esperienza.
Il successo del GDR targato Square, inoltre, è legato anche al fatto che dietro una trama apparentemente semplice, vengano invece affrontate tematiche profonde e ancora oggi attuali. Il gioco, infatti, è un inno alla preservazione del naturale, al rispetto di ciò che è sacro e vivente. Il Mana, la fonte di tutta la magia del mondo, non è altro che la linfa vitale della Terra, una risorsa esauribile, minacciata da chi vuole sfruttarla per ottenere il potere assoluto.
È qui che il gioco assume una risonanza quasi profetica, anticipando quelle lotte ecologiche che oggi, in un’era di cambiamenti climatici e crisi ambientale, iniziamo a comprendere a pieno. La morte imminente dell’Albero del Mana è una metafora potente, un avvertimento: senza la natura, senza il Mana, il mondo cessa di esistere. E noi con lui.