Questo mese di agosto si sta rivelando estremamente caldo, non solo per quanto riguarda le temperature, ma anche per le release videoludiche provenienti dalla nostra Europa meridionale. Solo questa settimana ne sono arrivati ben due, vale a dire il TPS FORECLOSED, del piccolo team milanese Antab Studio, e Seed of Life, il titolo che ti andiamo a presentare oggi, frutto del lavoro della software house spagnola MadLight e pubblicata dalla romana Leonardo Interactive.
Si tratta di un’opera action-adventure dalla durata piuttosto breve, che tuttavia sa appassionare e convincere chi la gioca, soprattutto a livello di trama e di lore, elementi che costituiscono probabilmente il suo maggiore punto di forza.
Alla ricerca del Seme della vita (‘Seed of Life’) per salvare il mondo
In Seed of Life vestiamo i panni della giovane Cora, che vive nel mondo di Lumia. Si tratta di un pianeta flagellato da catastrofi naturali il cui sole sta lentamente morendo, comportando la progressiva estinzione di ogni specie vivente, umanità inclusa. Cora e suo nonno Oran risultano in effetti essere gli ultimi sopravvissuti dell’intero genere umano.
Proprio Oran ha individuato la causa di questa tragedia nella penuria di Lumium, una sostanza che permea e tiene insieme l’intero universo e che è causa efficiente della vita stessa.
Il vecchio e saggio anziano decide dunque di mettersi in viaggio onde trovare il Seme della vita, una sorta di fonte naturale di Lumium il cui contenuto potrebbe salvare l’esistenza di Lumia e dei suoi abitanti superstiti, rianimando il sole.
Di fronte al mancato ritorno del nonno e tutore e temendo che egli sia venuto meno durante il percorso, Cora decide di raggiungerlo per compiere insieme l’impresa.
Si mette così in cammino, sulle tracce di Oran, mentre su Lumia, come se non bastasse il disastro ambientale in corso, incombe anche l’invasione dei Namuriani, creature robotiche provenienti dallo spazio dei cui scopi nulla si conosce se non la distruzione che comportano.
Nel suo lungo e periglioso viaggio in Seed of Life, la ragazza avrà come accompagnatore il namuriano Nar, incontrato quasi per caso, che sarà foriero di numerose informazioni riguardo al Lumium e alle abilità che può conferire, oltreché sulla sua razza e sul popolo degli Antichi, il primo ad aver conosciuto e sfruttato la preziosa sostanza.
I presupposti per quella che poteva essere un’insidiosa e, per l’appunto, lunga odissea vengono disattesi dalla durata non proprio esaltante del gioco (circa quattro ore), il quale per altro sembra essere stato viziato da numerosi tagli. Fortunatamente, questi non si sono rivelati compromettenti né per i risvolti della storia né per la stessa giocabilità del titolo.
L’azione subordinata all’esplorazione
Seed of Light si potrebbe considerare un gioco dedicato particolarmente a quella fascia ancora abbastanza nutrita di gamer che ama le belle storie. Ogni elemento del gameplay è volto a favorire il proseguimento della trama, compresa l’esplorazione, per quanto imprescindibile sia.
Sarà l’incontro con Nar a dare il via all’avventura vera e propria. Il piccolo namuriano infatti concederà a Cora un oggetto noto semplicemente come il Talismano, che le permetterà di imbrigliare il Lumium ed utilizzarlo come fonte d’energia per delle speciali abilità. Tali poteri garantiti dal Talismano sono in totale sei e vanno sbloccati man mano che si procede nel gioco, e diventeranno via via fondamentali per proseguire.
Sebbene l’utilizzo di queste abilità unita alla verticalità delle aree di gioco sappia dare luogo a sequenze degne dei migliori platform 3D, il level design risulta a tratti piuttosto monotono, in certi casi addirittura dispersivo. Causa di ciò è essenzialmente l’assenza in-game di una mappa di gioco, sebbene non ci troviamo di fronte ad un titolo open world malgrado la non linearità dei percorsi.
Onde sbloccare le nuove abilità del Talismano è necessario raccogliere degli oggetti noti come petali, i quali alimentano i campi di forza che spesso e volentieri ci sbarreranno la strada. Tali petali vanno poi inseriti nei piedistalli, le strutture che conservano le abilità e che come ultima prova richiedono la risoluzione del classico puzzle del mosaico a cerchi concentrici, visto e rivisto all’interno di svariati titoli videoludici.
Come già anticipato, l’utilizzo di ciascuna di queste abilità richiede un quantitativo più o meno copioso di Lumium. Doveroso è dunque agire in fretta e sfruttare ogni potere con la maggior oculatezza possibile, senza mai lasciare nulla al caso.
In caso contrario si rischia letteralmente di rimanere bloccati e di dover dunque tornare al checkpoint più vicino. I checkpoint possiedono caratteristiche analoghe ai falò di Dark Souls, ovvero consentono il salvataggio automatico e il recupero completo sia dell’energia vitale che del Lumium.
Sia l’ammontare totale di energia vitale che di Lumium sono aumentabili: l’uno tramite l’interazione con alcuni dispositivi alieni denominati punti di riferimento, l’altro tramite la medesima azione ma con le numerose piante di Lumium che punteggiano gli ambienti di gioco.
In Seed of Life, il combat è inesistente malgrado la presenza di nemici, costituiti unicamente da dei mob namuriani detti ombre, le quali si limitano a paralizzare e danneggiare Cora qualora ella entri nel loro campo visivo. C’è comunque la possibilità di liberarsi e di respingere le ombre ma non di ucciderle, per cui, specie in situazioni affollate, la fuga è l’unica soluzione.
Fluido? Sì. Scorrevole? Anche. Ma la fisica lascia interdetti
Il titolo di questo paragrafo parla già abbastanza da solo: Seed of Life è un’opera graficamente ben curata sia dal punto di vista tecnico che estetico (a parte la già citata monotonia dell’ambientazione, la quale tuttavia, è bene precisarlo, non deve minimamente far pensare che il titolo sia noioso o ripetitivo).
Non si riscontrano bug compromettenti ed il frame rate di Seed of Life scorre meglio di tanti titoli tripla A. Può però purtroppo capitare che la protagonista si ‘impantani‘ nelle superfici (rocce, lava etc.), costringendo irrimediabilmente al riavvio della partita dall‘ultimo checkpoint.
Una problematica è rappresentata da qualche movimento eccessivamente legnoso della protagonista, la quale spesso riesce letteralmente a ‘surfare‘ sulle superfici dopo un salto potenziato. C’è inoltre da segnalare l’imprecisione delle interazioni con l’ambiente, spesso effettuate a distanze innaturali.
Seed of Life contiene un’appena abbozzato e alquanto buffo effetto ragdoll (o, per meglio dire, ‘pseudoragdoll‘): se Cora cade bruscamente da troppo in alto, appena toccata terra si affloscerà al suolo come in preda ad un arresto cardiaco, per poi rialzarsi in caso di danni non letali. Se l’intenzione dei developer era quella di implementare cadute in ragdoll, questo non sembra esattamente il modo adatto.
Un’ultima critica va al comparto sonoro. Laddove gli effetti sono precisi e privi di qualsivoglia lag, la colonna sonora è veramente ridotta ai minimi termini, quasi forzata, come se un titolo drammatico al giorno d’oggi possa fare a meno di una soundtrack rispettabile.
Il doppiaggio di Seed of Life, lascia parimenti a desiderare: pieno di frasi inflazionate e dotato di una verve quasi bambinesca, non rende per nulla a giustizia a quella che in realtà è una storia che tratta argomenti molto seri. In Seed of Life si può infatti leggere un’allegoria del mondo di oggi, afflitto ogni giorno di più da problematiche legate ai cambiamenti climatici causati dalle attività umane.