I videogiocatori più navigati avranno sicuramente iniziato, per la maggior parte di loro, in un bar o in una sala giochi, avanti a un cabinato, spendendo monetine come se non ci fosse un domani soltanto per un’altra partita in più in compagnia dei propri amici. A volte quella monetina poteva durare 10 minuti come 1 ora: il divertimento era il cardine di quei pomeriggi.
Molti cabinati a cui siamo stati abituati sono creati da SEGA, leader non solo del settore videoludico, ma anche delle sale giochi. Sebbene in Occidente il concetto di sala giochi sia ormai un ben lontano ricordo, nel Sol Levante la questione è totalmente l’opposto: le sale giochi sono luoghi frequentati assiduamente nel quotidiano, adibiti a punto di ritrovo o come luogo per passare una piacevole divertente serata fuori casa, fino a qualche giorno fa. A causa di varie problematiche, SEGA ha ceduto la sua attività all’interno del settore ad un’altra azienda.
SEGA, fine di un’era: il Covid-19 costringe la compagnia nipponica a cedere le sue strutture
La pandemia da Covid-19 ha messo in ginocchio diversi settori: nemmeno quello videoludico è rimasto escluso. Grazie ad un turismo molto passivo e alle spese economiche che vergevano verso diverse priorità da parte dei cittadini, SEGA si è trovata costretta a cedere la sua attività ad un’altra società, ovvero Genda, leader nel settore arcade.
Le sale giochi SEGA sono state smontate della loro essenza, con loghi e rifiniture sostituite. Le sale giochi continueranno a funzionare e a essere accessibili al pubblico: semplicemente non sarà più SEGA il proprietario.
Nonostante ciò, SEGA non smetterà di produrre cabinati. La cessione delle quote riguarda l’85,1% che passa in mano a Genda, la quale si occuperà di gestire e amministrare il tutto. Un duro colpo per i veterani delle sale giochi, che ancora oggi sperano di poter utilizzare la propria monetina per sperare di battere quell’high score che da sempre è presente su quello schermo, pronto per essere superato.