Selfloss è un videogioco di avventura a tinte dark fantasy, sviluppato da Goodwin Games e pubblicato da Maximum Entertainment e Merge Games, uscito lo scorso 5 settembre per PlayStation 5, Xbox Series X|S e Nintendo Switch. Selfloss è un titolo molto emotivo, che tratta temi come la perdita di sé stessi o la morte attraverso i bellissimi scenari che propone al giocatore, contornati da una narrazione silenziosa e intima. Abbiamo provato la versione PC del gioco di Goodwin Games e questa è la nostra recensione.
Selfloss, il vecchio e il mare
Selfloss narra le vicende di Kazimir, vecchio guaritore del villaggio in cerca di un misterioso e antico rituale capace di alleviare i dolori dell’anima. Perciò inizierà un viaggio pericoloso e fantastico, all’interno di una pregevole cornice ispirata ai bellissimi paesaggi islandesi arricchiti da un pizzico di folklore slavo. Il nostro compito sarà quello di salvare lo spirito di una divinità Balena, necessario per completare il rituale del Selfloss, ma non sarà una missione facile. L’intero creato è stato preso di mira da un’entità maligna che corrompe ogni cosa: il Miasma, una sorta di corruzione magica che non solo ha stravolto l’ecosistema ma ha anche generato creature fameliche e letali.
Per riuscire a sopravvivere, Kazimir dovrà stringere un patto con un essere misterioso che ci fornirà un potente bastone magico, uno strumento capace di generare un potente fascio di luce capace di distruggere il Miasma e le sue orribili creazioni. Il viaggio di Kazimir diventa perciò una vera e propria catarsi, un percorso costellato da pericoli mortali e da creature da salvare, tutte legate a iconografie marine. Il mare, infatti, sarà costantemente presente all’interno della nostra avventura, a rappresentare il ciclo di morte e rinascita sempre presente nella mitologia dei paesi del Nord Europa.
Ci saranno molti momenti in cui dovremo salire a bordo di una barca a remi e attraversare le fredde acque che ci circondano e proprio in queste fasi potremo prenderci degli attimi di riposo e riflessione, contemplando le onde e i ghiacciai interagire l’uno con l’altro in un ciclo infinito.
Luci e ombre
Il bastone magico che ci verrà affidato sarà il nostro principale strumento di interazione col mondo e ad esso sono legate la maggior parte delle meccaniche di gioco. La struttura di Selfloss può essere accostata a titoli come Death’s Door o Tunic – nonostante abbia un combat system molto più semplice – ossia giochi d’avventura caratterizzati da molti puzzle ambientali e combattimenti molto semplici. Il bastone di Kazimir potrà proiettare un fascio di luce per attivare congegni o rune, intensificare il fascio per danneggiare i nemici e finirli con il nostro falcetto, lanciare degli impulsi così da distruggere barriere e ostacoli e infine potrà essere utilizzato per purificarci dal Miasma attraverso una meccanica originale di cura.
Il grande problema di Selfloss, purtroppo, sta proprio nel modo in cui si controlla il bastone magico: se da un lato l’idea alla base risulti semplice ed intuitiva, ossia utilizzare il bastone con lo stick analogico, dall’altra parte i controlli non reagiscono sempre come dovrebbero, risultando molto spesso imprecisi e frustranti. Oltre a questo abbiamo riscontrato numerosi bug minori, come trigger bloccati o compenetrazioni varie, che però stanno già venendo patchati dallo sviluppatore. Il titolo è diviso in cinque capitoli, dalla lunghezza di circa un’ora, e non risulta mai troppo prolisso o frettoloso nel proporre e svelare la propria storia.
Per chi volesse esplorare ancor di più il mondo fantastico di Goodwin Games ogni livello presenta una serie di collezionabili che aggiungono elementi e nozioni alla storia e alla lore del titolo, esposti in una sorta di codex ispirato anche a livello artistico.
Un mondo freddo e vivo
Forse il più grande pregio di Selfloss è da ricondurre al suo comparto visivo, che si stia parlando di grafica o estetica la questione non cambia: le fredde spiagge, gli angusti boschi e le acque ghiacciate hanno sempre qualcosa da raccontare, trasmettendo emozioni e suggestioni per tutta la durata del gioco. La palette scelta rappresenta appieno il senso di solitudine che queste terre trasmettono, ma Goodwin Games è riuscita a creare momenti di contrasto con l’ambiente che ci circonda, inserendo elementi colorati in momenti chiave dell’avventura, fornendo speranza e un pizzico di ottimismo all’avventura di Kazimir.
Oltre ai bellissimi scorci proposti, un grandissimo lavoro viene fatto anche dalla colonna musicale, caratterizzata da melodie che riescono perfettamente a trasmettere il senso di pesantezza e solitudine che sta vivendo il nostro protagonista. Più volte mi sono fermato ad osservare il mare mentre ascoltavo una delle splendide tracce composte dagli Arigto, gruppo sperimentale originario del Nord Europa che ha centrato appieno i sentimenti e gli stilemi di Selfloss.