A inizio degli anni 2000, il mondo dei videogiochi era in grande fermento: era il periodo in cui Microsoft si preparava a scendere in campo con la sua prima Xbox e più in generale tutti gli sviluppatori si impegnavano per offrire ai giocatori grafiche strabilianti, spremendo al massimo gli hardware in quel momento a disposizione.
Era il PC a farla da padrone, da aggiornare molto spesso per rimanere al passo con le innovazioni, e il genere simbolo di questo periodo particolarmente fecondo era quello degli FPS.
Questo anche grazie all’uscita di un certo Half-Life, titolo destinato a fare la storia, che mostrò al mondo come oltre ad una grafica strepitosa e ad avanzare falcidiando tutto quanto si ponesse tra il giocatore e il suo obiettivo, si poteva fare tanto altro.
In questo contest storico, nel 2001 un piccolo studio croato dal nome poco fantasioso di Croteam, fece uscire il primo capitolo di una serie destinata a diventare una pietra miliare del genere: Serious Sam.
Sam il serio… o Serious Sam
Con Serious Sam: The First Encounter, gli sviluppatori presentarono al grande pubblico uno sparatutto che imparava la lezione del momento, semplicemente per lasciarla da parte.
Il gioco infatti puntava tutto su una grafica per l’epoca spettacolare, così da avere decine di nemici su schermo da massacrare esclamando volgarità di ogni genere.
Sam “Serious” Stone è infatti uno dei personaggi più rozzi, citazionisti e in generale insensibili che si siano mai visti in un videogioco.
In effetti, nessuno ha mai pensato che un’educazione oxfordiana sia più utile dell’abilità di sparare in faccia ai nemici, quando si tratta di sgominare un’invasione aliena.
All’epoca della sua uscita qualcuno criticò Serious Sam per essere poco più che un clone di Doom, aggiungendo che il protagonista fosse un po’ troppo simile a Duke Nukem, altra “icona ruvida” dei videogame, ma sarebbero giudizi affrettati. Sam è castano e Duke è biondo!! No, in effetti si assomigliano molto, due maschi alpha misogini alle prese con invasioni aliene.
La differenza principale sta nel fatto che mentre le apparizioni di Duke Nukem sono ormai molto rare, Sam continua a trovare spazio nell’attuale panorama videoludico. Proprio qualche mese fa, è uscito il 4 capitolo della serie principale, in esclusiva temporanea su PC e Stadia.
Per ingannare l’attesa, possiamo goderci questa Serious Sam Collection, che altro non è se la collezione già uscita 7 anni fa per le console dell’epoca e che ripropone i capitoli principali in versione HD.
The First Encounter
Iniziando cronologicamente la partita, il primo titolo da affrontare è naturalmente Serious Sam HD: The First Encounter. Si tratta del capostipite, che propone un gameplay old school, con una storia ridotta all’osso che vede Sam andare a spasso nel tempo per sconfiggere il malvagio Mental ed impedirgli di distruggere la Terra.
All’epoca della sua uscita, il gioco era un po’ una summa del genere: dosi massicce di violenza, sparatorie incessanti, tasche quasi senza fondo, armature da raccogliere e ignoranza a pacchi.
Questa versione HD, praticamente identica a quella già vista per PlayStation 3\Xbox 360, rende il gioco più piacevole da vedere ma non riesce a nascondere un level design e un gameplay ormai arcaici. Man mano che avanziamo nell’antico Egitto, cercando di impedire il piano di Mental volto ad “allunare” la Terra (non vuole conquistarla, come qualsiasi altro alieno maniaco, ma distruggerla) non potremo non notare che incontreremo enormi spazi aperti del tutto spogli. Anche con una palette HD non si può non notare questa mancanza, sia da un punto di vista meramente estetico sia perchè ormai da tempo siamo abituati a FPS che fanno della copertura uno degli elementi indispensabili nel gameplay, oltre a salute (o scudi, armature) ricaricabile.
L’unico modo per evitare di essere colpiti è muoversi di continuo, schivando proiettili e rispondendo velocemente al fuoco. Caratteristica principale della serie è la comparsa di nemici da tutte le parti, con medipack, munizioni ed armature sparse in giro per i livelli che non sono altro che una corsa frenetica dal punto A al punto B, da affrontare ad armi spianate. Molto semplice e schematico.
The Second Encouter
Il secondo titolo della raccolta è Serious Sam HD: The Second Encounter, che potremmo quasi definire un’espansione del primo: infatti si tratta praticamente dello stesso gioco con location differenti.
Inizialmente veniamo infatti catapultati nella jungla sudamericana, con un po’ di armi extra in tasca. Infatti nel giro di poco tempo riusciremo ad avere un’iconica coppia di colt, il fucile a pompa, quello da cecchino e infine due must del genere: lanciarazzi e lanciafiamme.
Anche in questo capitolo la storia è poco più di un pretesto per far viaggiare Sam tra la terra dei Maya e l’Europa Medievale, alla ricerca del Graal.
Oltrepassando la componente meramente visiva, che abbiamo detto essere rivedibile, i primi due capitolo sono ancora divertenti, finanche catartici.
Le orde di nemici che ci vengono incontro non possono non strapparci un sorriso mentre le falciamo e facciamo a pezzi e abbiamo a disposizione talmente tante armi che ci troveremo sempre con un buon ferro in mano.
Sam è rozzo, stupido e volutamente offensivo, ma è un’icona di un passato in cui l’umorismo becero e sparatorie demenziali erano assolutamente normali, quando non esplicitamente accettate.
Serious Sam 3: BFE
Saltando il vero e proprio secondo capitolo della saga, il controverso Serious Sam 2 del 2005, la collezione passa al 3 capitolo, il primo sviluppato da Croteam dopo il divorzio da 2K Games.
Si tratta di un capitolo prequel (l’acronimo BFE ufficiosamente sta per Before First Encounter), uscito nel 2011 con cui Croteam provò ad aggiornare la serie dopo il passo falso dell’uscita precedente, aggiornando il motore grafico e aggiungendo più dettagli ai livelli.
Sam è ora in grado di eseguire attacchi corpo a corpo: potremo accoltellare i nemici più vicini, usare una sega elettrica per farli a pezzi oppure colpirli con un enorme martello. Molto soddisfacente.
Il salto principale, nell’originale e in questa versione current gen, è dato dalla grafica: illuminazione decente e texture aggiornate fanno una gran differenza.
I nemici sono stati ridisegnati, così come le loro animazioni, risultando più fresche.
Il gameplay è invece pressochè invariato, ma ambienti decisamente più ricchi di dettagli costituiscono una piacevole aggiunta ai primi capitoli.
Inoltre questo capitolo comprende anche alcune modalità aggiuntive come la Survival Mode (a tempo), una modalità coin-op e il multiplayer.
Trattandosi di un prequel che ci vede andare verso la macchina del tempio che ci spedirà nell’Egitto del primo titolo, non avremo a disposizione la nostra IA NETRICSA ma saremo guidati da un’operatrice che ci segue dalla nostra base. Dovunque essa sia.
Purtroppo, un po’ come avvenne con Duke Nukem Forever, anche questo titolo soffre della tendenza di riproporre meccaniche old school in veste aggiornata: negli FPS questo però significa sparatutto ambientati in corridoi claustrofobici.
Motivo per cui alla lunga Serious Sam 3 potrebbe stufare, con il suo umorismo maschilista sempre uguale e le azioni ripetute.
A completare l’offerta, diversamente dalla vecchia Collection, qui sono presenti i due DLC usciti nel corso della serie: La leggenda della bestia, per The Second Encounter e Il gioiello del Nilo, espansione di BFE.
Segnali di Stile
Nonostante qualche aggiornamento lato tecnico sarebbe stato più che benvenuto, nel complesso i 3 titoli (e relative espansioni) si presentano discretamente bene, atteso che il gameplay è l’elemento principale della serie.
Invariato l’impatto della colonna sonora, che propone sonorità rock che danno un rimo perfetto al gioco.