I viaggi nel tempo sono una cosa pericolosa, giocarci può portare a conseguenze davvero disastrose tipo un paradosso temporale il cui risultato potrebbe provocare una reazione a catena che scomporrebbe la tessitura del continuum tempo-spazio distruggendo l’intero universo! Riconosco che è l’ipotesi più pessimistica, la distruzione potrebbe essere molto circoscritta e limitata alla nostra galassia.
Ma probabilmente in Konami, nel 2001, se fregano di questa legge universale dettata dall’esimio Doc. Emmet Brown e hanno creato Shadow of Memories, ovvero il titolo che ti presenterò nella puntata 210 di Old But Gold. Un gioco che, se visto superficialmente, ti darà le semplici vibes dell’era da cui proviene, ovvero controlli estremamente rigidi e grafica che non ha superato benissimo la prova del tempo, ma se riuscirai ad andare più in profondità sa regalare delle soluzioni di gameplay davvero geniali ed interessanti.
Il tipo che doppia Mario non vuole che noi moriamo
Il gioco si apre in una fittizia cittadina tedesca con il protagonista, ovvero Eike Kusch, che viene ucciso…manco il tempo di avviare il gioco e già siamo sul game over? Eh vabbè! Verrai catapultato in luogo che è a metà tra paradiso e inferno, dove ti accoglierà Satana in persona il quale ti spiegherà cosa ti è successo. Per qualche oscura ragione, il Diavolo ha la stessa voce di Charles Martinet ovvero il doppiatore di Super Mario, ma devi farci attenzione, perché il sintetizzatore ne camuffa parecchio la tonalità…ma non divaghiamo.
Il Diavolo ti dirà che ha tutte le ragioni del mondo per non volerti vedere morto, quindi ti offrirà la possibilità di poter tornare indietro nel tempo per evitare gli avvenimenti che causeranno la tua dipartita. Per farlo ti darà il Digipad (eh no, non è l’ultimo modello di smartphone presente sul mercato) ovvero uno strumento in grado di farti viaggiare indietro nel tempo con la possibilità, quindi, di modificare il passato e quindi il presente (hai presente il Buttefly Effect? Ecco quello). Ma chi è che ti vuole morto?
Shadow of Memories un’avventura tra il 1500 e primi anni 2000
Ma alla fine che cosa dovrai fare in Shadow of Memories? Semplice, dovrai viaggiare nel tempo ed evitare che determinati avvenimenti accadano per salvarti la vita. Per spiegarti bene dovrò andare nella temutissima zona degli spoiler, quindi occhio, io ti ho avvisato.
In una delle prime missioni, ad esempio, vedrai che un bar nella cittadina che stai esplorando sta andando a fuoco, grazie al dispositivo che ti è stato dato dal Satana con la voce di Mario, potrai tornare a poco prima che accada ciò e spegnere un giornale che era stato bruciato da un ragazzino. Una volta fatto questo, potrai tornare nel tuo tempo e vedere che l’incendio non si è mai scatenato.
Ma questo non vuol dire poter solo tornare indietro nel tempo di poche ore, potresti anche andare fino al sedicesimo secolo, dove ancora c’era la caccia alle streghe. Stai parlando con una ragazza che ha trovato il tuo accendino, ci vuoi provare e le dici di ritrovarsi nel locale dove lavora il giorno dopo. Tuttavia uno sconosciuto, nascosto su un albero, proprio quando stai per concludere, ti lancia un ago (credo che fosse un ago, o almeno lo sembrava) e ti uccide istantaneamente.
Ti ritrovi nuovamente nella stanza iniziale e Satana ti riporterà in vita nel momento preciso in cui stavi parlando con la ragazza. Qui deciderai, per non farti uccidere una seconda volta, di andare fino ai primi del 1500 per evitare che l’albero, su cui il tuo assassino si nasconde, venga piantato. Al suo posto? Una statua con le fattezze del protagonista, mentre tiene in mano un accendino.
Più che un gioco di avventura, Shadow of Memories si tratta di un gioco di logica, dove la parte narrativa è il perno centrale di tutto. Quindi se nel 2001 succede qualcosa, torna indietro nel tempo, fino ad una certa data, per far succedere un qualcosa che eviti quell’avvenimento. Il bello di questo tipo di gameplay, è che si riesce a vedere come si evolve negli anni la cittadina che stai esplorando, ma anche i suoi abitanti.
Conoscerai un tuo avo, il quale è fondamentalmente te, ma senza capelli e con i baffi, oppure degli NPC che assomigliano spaventosamente a quelli presenti nel 2001. E sono anche le storie degli NPC ad arricchire un prodotto come Shadow of Memories. Ad esempio ti ritroverai a parlare con un personaggio di nome Eckart, il quale ce l’ha a morte con Eike. Perché?
Scoprirai proseguendo nel gioco che sua moglie e sua figlia sono tragicamente scomparse. Proverai quindi a tornare indietro nel tempo, per non farle morire, ma visto che non arriverai in tempo, sarai tu il principale sospettato. Tornando nel 2001 Eckart troverà una spaventosa somiglianza tra te e l’assassino delle sue care e quindi cercherà a sua volta di ucciderti. Tutte queste situazioni danno spessore alla trama del gioco, perché ti ritroverai sempre a farti la domanda: “E adesso che cosa succederà?”.
Come longevità il gioco non è lunghissimo e anzi, può essere portato a termine in sole 4 ore, tuttavia la presenza di finali multipli ti da l’occasione di giocarlo nuovamente. Ma visto che per essere finito al 100 % dovrai finirlo più volte, già sai a cosa vai incontro, potrai sfruttare a tuo vantaggio questa situazione, questo perché il gioco ti invita a sperimentare le varie situazioni in maniera diversa. Se ad esempio, durante la prima missione, andrai dall’artista di strada, capirai che questo ha un’aria molto familiare e ti lancerà una pallina contenete un messaggio al suo interno. In questo modo completerai la missione in maniera totalmente diversa da come l’hai fatta la prima volta.
Invecchiato così così
Se il gameplay di Shadow of Memories è parecchio interessante, come anche la sua storia ed è ancora godibilissimo al giorno d’oggi, lo stesso non si può dire della sua grafica che urla 2001 a pieni polmoni. I modelli poligonali sono quelli che sono e non raggiungono nemmeno lontanamente la pulizia grafica dei giochi usciti verso la fine dell’era PlayStation 2.
Nonostante questo ci sono delle trovate davvero di non poco conto, come ad esempio i gli ambienti che andrai ad esplorare davvero dettagliatissimi. Se ad esempio entri in una stanza, vedrai che questa è arredata in maniera davvero credibile, ma soprattutto troverai tanti dettagli che per il tempo era una cosa davvero niente male. Credenze piene di bicchieri, giornali sui tavoli, quadi appesi e molti altri piccoli dettagli che fanno apparire il tutto molto più credibile.
Il sonoro, invece, quello lascia davvero a desiderare e no, nemmeno al tempo si sarebbe salvato. Eccezion fatta per la voce di Satana, ovvero quella di Charles Martinet, gli attori che prestano le voci ai vari protagonisti, danno davvero poco spessore al tutto e vanno a rovinare, in parte, un’opera che ha dalla sua un concetto strano, ma parecchio intrigante.
Te lo rigiochi nel 2024?
È difficile dire se un prodotto come Shadow of Memories sia adatto al giocatore dei giorni nostri. Sicuramente il concept di base è qualcosa di interessantissimo e ancora attuale, tuttavia c’è da ammettere che il comparto tecnico non è propriamente invecchiato benissimo anzi. La grafica si vede che è figlia del suo tempo e non aiuta nemmeno il doppiaggio parecchio discutibile.
In più stiamo parlando di un gioco di avventura molto lento che, soprattutto nelle fasi iniziali, fa un po’ fatica ad ingranare. Tuttavia se riuscirai a superare la prima parte e chiudi un occhio (ma anche due) sul lato tecnico, beh il gioco ha dalla sua una storia intrigante, bellissima e che sa appassionare il giocatore. In più ad aiutare tutto ciò c’è il fatto di avere finali multipli e che tutte le situazioni possono essere affrontate in maniera diversa. Io ti consiglio di provarlo, dopotutto si tratta di qualcosa di profondamente diverso…ma vai con la versione PlayStation 2, quella per PC era una vera e propria ciofeca.