Quando si parla di giochi a scorrimento, è inevitabile pensare a una lunga lista di titoli che hanno fatto la storia, ma che col tempo sono finiti un po’ nel dimenticatoio, complice anche l’evoluzione del 3D. Tuttavia, ci sono esperienze che continuano ad affascinare, specialmente in ambito indie, come il sempreverde Hollow Knight o il recente ritorno di Shadow of the Ninja in versione rimasterizzata – dove puoi leggere la nostra recensione- . E proprio nel panorama indipendente si inserisce Shadow of the Orient, un gioco che punta tutto su un’anima action-platform in 2D, e che abbiamo avuto modo di provare nella sua versione per Nintendo Switch.

Shadow of the Orient – Un gioco che richiama i titoli 16 Bit
Non aspettatevi una trama complessa: Shadow of the Orient offre giusto lo sfondo necessario per immergersi nell’avventura. Ci troviamo in un mondo che prende ispirazione dalla mitologia cinese, dove Xiaolang – un guerriero che padroneggia il potere del fuoco – è chiamato a combattere dopo due secoli di pace. L’ombra oscura è tornata a minacciare l’Oriente, e solo lui può fronteggiare il Clan dell’Ombra, salvare i bambini rapiti e riportare la pace tra i popoli. Lo spirito dei grandi classici a 16 bit è evidente: livelli a scorrimento orizzontale con una discreta verticalità e un’esplorazione che premia chi si allontana dai percorsi lineari con forzieri nascosti o bambini da liberare.
Ogni livello di Shadow of the Orient include quattro scrigni e tre piccoli prigionieri da salvare, spesso dietro interruttori o chiavi da trovare nelle vicinanze. Le ricompense? Qualche gemma extra e cuori, utili ma non sempre indispensabili, per circa 5-6 ore di gameplay distribuite su 15 livelli – un buon rapporto durata/prezzo, considerando il costo contenuto del titolo. Inoltre,Il level design, sorprendentemente curato, premia l’esplorazione con percorsi alternativi, trappole ambientali e oggetti collezionabili ben nascosti.

Il sistema di combattimento è semplice ma ben rodato: si alternano scontri corpo a corpo con un buon arsenale di armi bianche e attacchi a distanza utili per affrontare nemici più ostici o volanti. L’equilibrio tra queste due modalità di combattimento è essenziale, soprattutto per gestire la varietà dei nemici: dai soldati corazzati a creature come aquile, pipistrelli, ragni e teschi volanti. La strategia migliore? Colpirli alle spalle prima che si accorgano di Xiaolang, perché una volta allertati, gli si scagliano contro senza pietà. E qui emerge una certa debolezza tra le abilità dei nemici e quelle del nostro eroe, che risulta spesso meno reattivo, soprattutto contro i volatili – difficili da colpire senza armi a distanza.
Il sistema di progressione rappresenta uno dei punti ambivalenti. Se fin dall’inizio è possibile investire in potenziamenti che modificano il nostro approccio al gameplay, personalizzando lo stile e adattandosi alle difficoltà crescenti. L’avventura è suddivisa in tre atti, ognuno con livelli propri e un boss finale che metterà alla prova quanto imparato. Uno dei problemi principali riguarda il negozio di potenziamenti: non è stato subito chiaro che servisse a potenziare il personaggio, tanto da pensare inizialmente che fosse dedicato a contenuti extra come illustrazioni o musiche.

Solo in un secondo momento, equipaggiando le armi acquistabili, il gioco ha cominciato a mostrare un ritmo più gestibile. Purtroppo, i costi elevati degli upgrade fanno sì che se ne possano sbloccare solo pochi prima di completare il gioco, e questo è un vero peccato, dato che molti di essi (nuove armi, attacchi speciali e altre abilità), che visto il costo elevate, mina un po’ la progressione di Shadow of the Orient, risultando poco bilanciata.
Alcune scelte di design risultano poco equilibrate: Xiaolang può saltare, fare doppi salti, correre sui muri e usare armi a distanza, ma i controlli legati al salto e all’arrampicata risultano talvolta legnosi e imprecisi, causando frustrazione in fasi che richiederebbero più fluidità. I combattimenti di Shadow of the Orient, sebbene non siano impossibili, richiedono una certa abilità, soprattutto negli scontri con i boss, che omaggiano lo stile old-school e vanno affrontati studiando attentamente i pattern d’attacco.
All’inizio si parte solo con pugni a corto raggio, il che significa doversi avvicinare molto ai nemici per colpirli. E visto che servono più colpi per eliminarli, spesso si finisce per subire danni. Alcuni attacchi nemici sono poco equilibrati e frustranti, specialmente se affrontati senza i giusti potenziamenti. Fortunatamente, con l’avanzare dell’avventura, si trovano armi e oggetti che ribilanciano questa problematica, ma non la fa subito.
Per chi cerca una sfida più elevata, Shadow of the Orient propone anche una modalità speedrun, che richiede di completare il gioco in un tempo limitato e con una sola vita – una vera e propria modalità permadeath, in cui se si muore si ricomica tutto dal primo livello.

Grafica e Sonoro
Dal punto di vista tecnico, Shadow of the Orient si presenta solido e stabile: nella nostra prova su Nintendo Switch non abbiamo riscontrato bug o cali di frame rate. La pixel art è ben realizzata, soprattutto negli sfondi, mentre il design dei personaggi e dei nemici è curato, anche se un po’ ripetitivo in alcune aree, infatti troverete alcuni nemici ripetuti in quasi tutti i liveli. Buona anche la varietà ambientale dei livelli, com ambientazioni innevate, desertici e con elementi di lava. La colonna sonora di Shadow of the Orient, seppur in linea con le atmosfere orientali e molto bella, non spicca particolarmente e difficilmente resterà impressa, mentre gli effetti sono sono piacevoli e ben fatti.