A cinque anni esatti dalla release di Shadow Tactics: Blades of the Shogun, Mimimi Games ritorna in grande stile per proporre al suo pubblico una ‘untold story‘ che prende piede nel corso degli eventi del titolo suddetto. Si tratta di Shadow Tactics: Blades of the Shogun – Aiko’s Choice, un’espansione standalone del gioco che consta nei fatti di un vero e proprio spin-off della trama originale.
A fare da publisher c’è la mai troppo prolifica Daedalic Entertainment, che quest’estate ci ha deliziato pubblicando il top-down Glitchpunk del developer Dark Lord, titolo al quale abbiamo dedicato un’anteprima che puoi trovare qui.
Shadow Tactics: Blades of the Shogun – Aiko’s Choice, un avversario taciuto
Prima di calarci nelle vicende di Shadow Tactics: Blades of the Shogun – Aiko’s Choice è opportuno lasciare una prima nota di merito a Mimimi Games, che si è premurata, considerando l’alquanto notevole distanza di tempo che separa il titolo dal suo predecessore e il suo essere inquadrato all’interno dell’intreccio narrativo originale, di fornire un piccolo recap cinematico a inizio gioco, con Aiko che si fa narratrice degli eventi finora accaduti.
La kunoichi (ninja di sesso femminile) Aiko, così come gli altri quattro personaggi principali, torna anche qui in veste di protagonista. La storia di Shadow Tactics: Blades of the Shogun – Aiko’s Choice ha inizio poco prima del late game del gioco originale, quando Aiko, il samurai Mugen e compagni, sconfitti Lord Yabu e il generale Okkoto, si riuniscono nel loro quartier generale della città di Nagoya per pianificare l’assalto finale all’accampamento di Kage-sama, l’antagonista principale, reo di essersi rivoltato contro lo Shōgun (l’epoca d’ambientazione è il periodo Tokugawa della Storia giapponese, datato dal 1603 al 1868).
L’organizzazione della strategia viene interrotta dal presentarsi di Lady Chiyo, una vecchia conoscenza di Aiko. Si tratta infatti della sua maestra, venuta, a suo dire, per trattare la resa di Kage-sama. Takuma, il cecchino nonché membro più anziano delle Lame dello Shōgun, accetta di essere preso come ostaggio insieme alla giovane ladra Yuki, confidando nelle abilità dei compagni.
Lasciati alla mercé dei fucili degli ashigaru di scorta alla nuova avversaria, Aiko e gli ultimi due compagni rimasti, il prode samurai Mugen e il micidiale ninja Hayato, riescono a sottrarsi all’esecuzione sommaria e cominciano a farsi strada in una Nagoya ricolma di soldati di Kage-sama. Ha così inizio la ricerca dei compagni e la nuova battaglia contro Lady Chiyo, ormai ultimo ostacolo tra le Lame dello Shōgun e Kage-sama.
Mai lasciare nulla al caso
Come in Shadow Tactics: Blades of the Shogun, anche in Shadow Tactics: Blades of the Shogun – Aiko’s Choice ogni secondo e ogni movimento conta. Il gameplay torna infatti ad essere un’efficace combinazione di stealth e strategia in tempo reale. Misure d’obbligo onde trionfare sono un’estrema attenzione ai dettagli, un’accurata analisi degli ambienti di gioco (che vanno da aree urbane a spiagge punteggiate di vegetazione) e la capacità di sfruttare in toto le abilità dei cinque protagonisti.
Ciascuno di essi è ben caratterizzato e dotato di caratteristiche specifiche che lo rendono più adatto di altri a gestire le varie situazioni.
Tra tutti il più versatile è senza dubbio Hayato, il ninja, che è letale sia nel corpo a corpo che dalla media distanza grazie al suo shuriken, il quale tuttavia andrà recuperato dal cadavere del nemico abbattuto.
Segue il samurai Mugen, il tank della situazione, l’unico personaggio adatto ad ingaggiare e neutralizzare gruppi di nemici grazie al suo attacco a spazzata, che uccide chiunque sia nel suo raggio d’azione. Si tratta inoltre del solo tra i cinque in grado di sconfiggere rapidamente i samurai, le truppe di élite più pericolose tra i nemici, i quali sono immuni alle distrazioni e ai travestimenti: dove gli altri devono prima stordirli con le pistole celate e poi colpirli, Mugen può farli fuori con un solo colpo di spada.
Come il vecchio Yakuma, Mugen è impossibilitato a nuotare e ad usare rampini o appigli leggeri non a causa dell’età avanzata ma della pesante armatura, in compenso è l’unico personaggio capace di trasportare due cadaveri alla volta e a passo veloce grazie alla sua stazza poderosa.
Aiko è il membro delle Lame più affidabile per le infiltrazioni. Ella è infatti una maga del travestimento, capace di passare illesa davanti ad ogni nemico ad eccezione dei suddeti samurai, che la riconosceranno anche se sotto mentite spoglie. Il travestimento viene mantenuto anche assassinando i nemici o usando altre abilità. I tre casi in cui viene rimosso sono il compiere una scalata, il tuffarsi in acqua o il trascinare un cadavere.
Yuki, la più giovane tra le Lame, è una scaltra ladra, ottima nelle situazioni in cui è necessario giocare d’astuzia. La sua specialità consiste infatti nel piazzare trappole e nell’attirare i nemici allo scoperto.
Completa il quadro il già più volte citato Yakuma, all’apparenza un semplice ed innocuo nonnetto ma in realtà un infallibile tiratore scelto armato di un fucile di precisione per l’epoca all’avanguardia che gli consente di fornire supporto da lunga distanza alle Lame. A tenergli compagnia c’è Kuma, il suo fedelissimo tanuki domestico, che sa rendersi utile anche in battaglia distraendo i nemici mentre il navigato cecchino cerca postazioni di tiro sempre migliori.
Ogni singolo game consta di una vera e propria partita a scacchi con la morte. Non c’è un vero e proprio modo corretto di completare le missioni, fatto sta che, in base alla percentuale di fallimenti che abbiamo riscontrato fin dai primi minuti di gioco, l’approccio più indicato in ogni situazione sembra essere quello letale, furtivo e coordinato.
Ora, data l’interfaccia di gioco ereditata sia dagli strategici che dalle vecchie glorie RPG isometriche, potresti rimanere perplesso sull’agevolezza dei controlli nel mettere in atto un’azione coordinata tra i vari personaggi. Ebbene, in tuo aiuto c’è la modalità ombra, un’opzione che consente in tempo reale di impartire preventivamente un ordine a ciascun personaggio, per poi attendere il momento giusto per eseguirlo coordinatamente con le azioni degli altri personaggi. Manovre del genere consentono, con il giusto tempismo, di ripulire anche la più affollata delle aree.
Come già anticipato, le tipologie di avversario che ci troviamo ad affrontare sono essenzialmente tre. Allo scalino più basso abbiamo i normali ashigaru, tutti armati di archibugio e facilmente distraibili con i vari diversivi che il gioco mette a disposizione (dalla bottiglietta di sake di Mugen ai teneri squittii di Kuma). Immediatamente sopra ci sono i ‘cappelli di paglia‘, degli ashigaru tiratori scelti riconoscibili per l’appunto dal largo cappello da contadino che indossano, meno sensibili alle distrazioni. Infine, al vertice, si trovano i già citati samurai, nemici immuni ad ogni diversivo che solo la katana di Mugen può contrastare agevolmente.
Si poteva osare anche di più
Da buon strategico, la visuale di Shadow Tactics: Blades of the Shogun – Aiko’s Choice è isometrica. Lo stile grafico è a metà tra cel shading e fotorealistico, con un’estetica che riproduce accuratamente gli ambienti del Giappone Tokugawa. Sul versante tecnico tutto scorre piacevolmente e senza intoppi. L’esperienza, nonostante i momenti di stasi che la pianificazione richiede, è resa fluida e agevole grazie alla suddetta modalità ombra.
Data la già più volte ribadita distanza di tempo quinquennale tra il gioco e il suo predecessore/matrice originale, è un peccato che non ci sia stata qualche spinta in più sulla grafica. Pur vero è che si tratta nei fatti di un’espansione standalone, quindi l’identità tecnica non costituisce di fatto una stasi (sebbene ci ricordiamo delle abissali differenze tecniche tra Far Cry 5 e la sua espansione standalone Far Cry New Dawn).
Anche dal punto di vista sonoro il titolo non lascia desiderare: l’effettistica è coerente e a tempo con ciò che succede in game oltre che di oggettiva qualità. Le musiche sono coerenti con l’ambientazione tanto quanto l’estetica ed aiutano chi gioca ad immergersi ancora di più in quel Sol Levante che ormai non esiste più da oltre un secolo e mezzo.
L’ultima delle tante lodi che abbiamo riservato a quest’esperienza va al doppiaggio, di cui ti consigliamo, per una maggiore immersione, la versione giapponese.