Sherlock Holmes: Crimes & Punishments è uno dei tanti modi in cui il celebre detective creato dalla penna di Conan Doyle continua a vivere ai giorni nostri. Tra romanzi postumi, adattamenti cinematrografici, serie TV e, appunto, videogiochi, questa figura non è mai passata completamente di moda e, in fondo, ha contribuito a creare l’archetipo del detective privato.
Sherlock Holmes: Crimes & Punishments ci permette quindi di rivivere in ambito videoludico le avventure di Sherlock Holmes, mettendoci quindi nei panni dell’investigatore e spingendoci a dedurre in prima persona la soluzione del delitto. Una premessa decisamente interessante, che vale sicuramente la pena di essere presa in considerazione.
Questa versione Nintendo Switch del titolo, poi, rende tutto ancora più comodo, permettendoci di giocare con tutti i vantaggi di una console portatile. Vediamo quindi come si presenta il gioco sulla console Nintendo in questa recensione.
Non una storia, ma vari casi
Sherlock Holmes: Crimes & Punishments non ha una storia in senso stretto ma, proprio come vuole la tradizione, presenta al giocatore vari casi da risolvere, tutti con un intreccio unico e autoconclusivo. Nonostante ci siano alcuni personaggi che i fan del detective hanno ormai imparato a conoscere, ogni delitto può essere visto come una storia a sé stante.
Le singole storie, peraltro, richiamano proprio l’atmosfera descritta nei romanzi e, allo stesso modo, lo Sherlock Holmes protagonista è molto simile alla versione “classica” del celebre detective. Quasi come nella lettura di un buon libro, Sherlock Holmes: Crimes & Punishments si presta molto bene anche a una fruizione “a singhiozzi”, dove si può seguire tranquillamente un caso alla volta.
Se quindi hai amato lo Sherlock Holmes dei vari libri, qui troverai un’ottima trasposizione videoludica, che a livello narrativo non si fa mancare davvero nulla, grazie a dialoghi ben scritti, affiancati da un’ottima caratterizzazione dei personaggi e da casi sempre interessanti. Anche dopo tutti questi anni, di fatto, le storie restano appassionanti e interessanti, regalando proprio la tipica atmosfera già vista nei libri.
Un investigativo puro
La parte puramente giocata di Sherlock Holmes: Crimes & Punishments pone invece grande enfasi sull’investigazione vera e propria e sulla raccolta di indizi. Tolte alcune deduzioni eccessivamente telefonate, infatti, il titolo non aiuta troppo spesso il giocatore, costringendolo a collegare i vari indizi con il suo giudizio personale.
Molto spesso, infatti, le prove reperite possono essere interpretate in modi diversi, che dipendono solo ed esclusivamente dall’interpretazione di chi gioca e dalla sua capacità di leggere gli eventi sotto la giusta prospettiva.
Alla base, la struttura di gioco è semplice. Ogni caso inizia con una breve introduzione in cui ci viene spiegato cosa sia successo e, successivamente, inizia la parte puramente giocata. Il fulcro di questa è costituito dall’esplorazione di ambienti non troppo vasti, nei quali sono sparsi indizi di vario tipo.
La raccolta di prove o l’interazione con alcuni personaggi possono poi sbloccare nuove opzioni, come ulteriori linee di dialogo, interazioni ambientali o nuovi luoghi da esplorare. Si crea quindi un circolo virtuoso, dove bisogna interagire con i sospettati, esplorare gli scenari, raccogliere oggetti e collegare il tutto per sbloccare nuove deduzioni che fanno proseguire il caso.
Raccogliendo indizi, infatti, è possibile accedere a una schermata dove il nostro Sherlock riflette sull’accaduto. Qui i vari indizi possono essere collegati, formando una deduzione. A sua volta, questa può essere collegata con altre deduzioni ottenute nello stesso modo, creando un vero e proprio schema, che diventa la base per la progressione del caso in corso.
Un esempio è decisamente d’obbligo. Entrando in una scena del delitto potremmo vedere dei graffi sulla serratura, che diverranno l’inizio “Tentativo di scasso”. Esplorando poco oltre troviamo un taccuino abbandonato sulla scena del crimine, ottenendo un secondo indizio “Taccuino abbandonato”.
Accedendo alla schermata dedicata alle deduzioni, quindi, è possibile unire i due indizi in un unico “nodo” più complesso, che potrebbe collegare il tentativo di scasso con la volontà di un sospettato di recuperare il taccuino in questione. Moltiplica questo procedimento per un grande numero di indizi, ottenuti in tanti modi diversi e capisci quanto il gameplay si faccia interessante.
Accedere a questa schermata dopo aver raccolto gli indizi sul campo è infatti l’unico modo di far proseguire il caso. Ottenendo inizi, si creano deduzioni, che a loro volta possono essere collegate ad altre, le quali sbloccheranno spesso nuove interazioni, nuove zone da esplorare o nuovi motivi per tornare nei luoghi già visti.
E’ poi possibile mancare indizi sparsi per lo scenario, o non riuscire a collegarne due incompatibili. Allo stesso modo, alcune deduzioni avanzate richiedono dei nodi precedenti. Fin qui ci siamo. Ma proprio per via di questa complessità siamo davanti a un difetto che rischia di pesare non poco.
Alcuni indizi vanno raccolti attivando una sorta di occhio dell’aquila, che permette al protagonista di osservare l’ambiente evidenziando delle prove con cui interagire. Capita però di fissare un punto in cui c’è effettivamente qualcosa da osservare, senza però ottenere il comando per raccogliere la prova in questione.
Questo può portare a perdersi delle prove sparse in posti dove abbiamo controllato, costringendoci poi a esplorare nuovamente i vari scenari. Per fortuna siamo davanti a qualcosa che non accade spesso ma, in ogni caso, bisogna tenerne conto.
Oltre a questa struttura base, Sherlock Holmes: Crimes & Punishments propone al giocatore degli enigmi non troppo complessi, che a volte sono necessari per ottenere un indizio. Questi sono puzzle molto diversi tra loro che, però, sono decisamente poco ispirati. Parliamo infatti di piccoli extra che possono essere addirittura saltati, i quali non aggiungono nulla all’esperienza finale.
La risoluzione dei casi resta sempre il punto centrale del loop di gameplay che, con il suo ritmo molto lento, invoglia il giocatore a prendersi il tempo di ragionare sugli indizi e sulle scoperte. Ogni caso ha infatti finali differenti, dove solo una è la soluzione. A questo si aggiunge anche una scelta morale finale, che cambia leggermente la conclusione.
Questo aggiunge profondità alla formula, rendendo la raccolta di indizi e i ragionamenti individuali il cavallo di battaglia dell’esperienza, che quindi diventa “investigativa” nel modo più assoluto. La struttura stessa dell’esperienza, di fatto, non è lineare e costringe il giocatore a muoversi più volte tra le varie zone, confrontando spesso informazioni e indizi.
Questo insieme di meccaniche, tuttavia, non è ben spiegato in un tutorial degno di questo nome, che possa introdurre il giocatore ai vari elementi di gioco.
Infine, va detto che Sherlock Holmes: Crimes & Punishments basa tutta la sua formula di gioco su questa solida struttura che, per quanto ben fatta, deve necessariamente essere apprezzata dal giocatore per poter essere goduta al meglio.
Tecnicamente convincente
Sherlock Holmes: Crimes & Punishments sfoggia un ottimo comparto tecnico, persino su Nintendo Switch. Chiaramente parliamo di un titolo di due generazioni fa, la cui grafica è quindi da rapportare al periodo d’uscita ma, ancora oggi, il risultato finale resta apprezzabile. La risoluzione di texture e dettagli resta convincente anche sulla console ibrida e i caricamenti hanno la durata già sperimentata in passato.
Proprio la presenza costante di caricamenti, però, inficia negativamente sull’esperienza di gioco. Il titolo è infatti diviso in piccole aree, dove a volte bisogna entrare solo per una semplice interazione, prima di selezionare una nuova zona e attendere l’inevitabile caricamento.
Il comparto artistico è invece ottimo. L’atmosfera e i personaggi tipici di Sherlock Holmes sono portati nel mondo videoludico con dovizia di particolari e con una buona aderenza al materiale originale.
Infine, il comparto sonoro riesce a svolgere alla perfezione il suo dovere, contribuendo a creare l’atmosfera che accompagna i vari casi.