Sviluppato e pubblicato da AFIL Games, Shield King è un survival roguelite bullet hell/wave in 2D a schermata fissa incentrato totalmente sull’azione a schermo, concatenando una serie di sfide/ondate crescenti e che hanno come principale, se non unica, caratteristica la peculiare arma con cui affrontare l’intera esperienza: uno scudo. Noi abbiamo affrontato innumerevoli orde di mostri col nostro fidato scudo su Xbox One e questa è la nostra recensione. Pronto a scoprire nuove tecniche per sopravvivere con stile?
Shield King e il potere di uno scudo
Shield King di AFIL Games (autori anche di SokoMage di cui puoi recuperare la nostra recensione) è un titolo completamente orfano di qualsivoglia narrazione. Non c’è alcun preambolo, neanche una battuta in merito alla trama. Siamo quindi senza una contestualizzazione se non meramente ed esclusivamente estetica. Ecco quindi vestire i panni di un anonimo e carismaticamente nullo avatar impegnato in lunghe ondate di combattimenti.
Il titolo a conti fatti è una sequela di sfide che ci vedono impegnati in arene diverse ma dal gameplay e dagli obiettivi perennemente ciclici e identici. Siamo soli, contro gruppi di nemici sempre più agguerriti e numerosi che, una volta eliminati, vedrà apparire un mezzo di salvataggio pronto ad aiutarci sia a sistemare l’inventario con un nuovo equipaggiamento sia a portarci in una nuova arena pronti per una nuova sfida e così via, fino all’inevitabile conclusione. Se te lo stai chiedendo, l’unico motivo per completare Shield King è legato alla sua anima quasi da arcade ma è un qualcosa di molto flebile e che si scontra con diversi limiti tanto ludici quanto tecnici.
Un’invasione noiosa
Shield King è un survival in 2D con elementi da roguelite e una struttura da bullet hell/wave che, lo diciamo subito, non innova assolutamente niente e anzi, si ricicla di continuo fossilizzandosi su un’unica arma che è sì la caratteristica principale del titolo ma che, non mutando praticamente mai (se non in potenza ed estetica), stanca in pochissimo tempo.
Il titolo AFIL Games è suddiviso in diversi mondi a loro volta composti da una serie di livelli tutti uguali. Ogni livello ,infatti, condivide la stessa area legata al mondo di riferimento con ondate di nemici che aumentano man mano di numero ma che presentano una varietà discutibile e poco originale, mostrando le solite e prevedibili creature: zombie lenti e stupidi, esseri gelatinosi che se colpiti si smembrano in altri più piccoli, rane saltellanti e letali, ecc.
Non bastano boss e mid-boss a spezzare una monotonia che permea in ogni angolo del titolo. Ma andiamo al suo punto principale: lo scudo. Come detto, l’anonimo protagonista è armato solamente di uno scudo (inizialmente si tratta del coperchio di un bidone). Tale scudo è sia difesa che unica arma e ci accompagnerà dall’inizio fino alla fine. Come si usa tale scudo? Con l’analogico lo si direziona e con il tasto azione si effettua una sorta di dash che ha un duplice potere: causa danno e spinge lontano alcuni nemici.
In Shield King, infatti, hai due modi per eliminare gli avversari: o ne esaurisci la barra vitale o li scaraventi giù dall’arena. Se è vero che lanciare nemici dall’arena li elimina istantaneamente, è altrettanto vero che non è così facile come sembra. Il motivo è uno: il titolo è impreciso, lento e scomodo. Usare lo scudo, infatti, richiede una costante coordinazione di movimento del protagonista e direzionamento dello scudo mentre la barra dash richiede qualche secondo per caricarsi dopo ogni utilizzo.
E fin qui, ci sta. I problemi emergono quando il dash risulta impreciso, quando passi attraverso i nemici senza allontanarli e causandogli inspiegabilmente solo dei danni. Inoltre, oltrepassare i nemici spesso gli permette di ferirci in automatico, portandoci in posizione di svantaggio e costringendoci a un continuo e sfiaccante mordi e fuggi, restando sul limitare dell’arena.
In nostro soccorso emergono dei power up consumabili, una serie di pozioni che possono cambiare un po’ le carte in tavola seppur temporaneamente. Si va dalle classiche cure vitali ad elementi che mutano l’ambiente, come congelare temporaneamente il suolo per far scivolare sopra i nemici (idea intrigante ma che non sempre ha un riscontro tecnico effettivo). Non mancano power up legati alla forza e alla velocità, aggiunte gradevoli ma per niente originali.
Inoltre, per ogni livello potrai portare con te un numero limitato di consumabili che, per essere usati, devono prima essere equipaggiati. Questo potrai farlo unicamente alla fine del livello, sul mezzo di soccorso. Infine, in alcuni momenti apparirà un mercante da cui potrai ottenere nuovo equipaggiamento e ulteriori bonus temporanei investendo le monete ottenute dai nemici sconfitti. Oltre ciò, non c’è altro in Shield King, l’elemento stesso da roguelite è limitato alla perdita, in caso di game over, di quanto raccolto nel livello e al dover quindi raccogliere nuovamente sia le monete che i power up (casuali).
Grafica e sonoro
Anche graficamente, Shield King presta il fianco a una povertà tanto identitaria quanto contenutistica. La varietà, di location, nemici ed elementi, è molto bassa così come l’appeal è quasi zero. Shield King si perde in un oceano di altri titoli simili. Le animazioni sono poche e, seppur buone, non bastano a far brillare un titolo particolarmente pigro, ciclico e che annoia anche visivamente.
Discorso analogo per il sonoro, poco vario e impreziositi da effetti poco accattivanti e che in alcuni casi irrompono con qualche secondo di ritardo. Da segnalare, infine, l’assenza della lingua italiana anche se la mole di testo a schermo, come ampiamente detto, è praticamente nulla.