Shift 87 è un titolo horror particolare, che si basa quasi interamente su meccaniche da puzzle game e da walking simulator, piuttosto che da survival horror, appunto. Questo ha i suoi pro e i suoi contro, come vediamo ora in questa recensione.
Shift 87, tanto per cominciare, ha una storia che si pone come una semplice premessa, senza troppe pretese e senza nessuna forma di sviluppo. Semplicemente, il giocatore riveste il ruolo del dipendente di un’azienda che si occupa di trovare anomalie. Il lavoro è relativamente semplice: entra nei luoghi, segnala le anomalie, esci.
Le anomalie in questione hanno l’aspetto di vere e proprie perturbazioni della realtà, che possono andare da apparizioni, a vetri che diventano vetrate colorate, passando per nebbia o visioni assurde. Il classico lavoretto da fine settimana insomma.
Il gameplay di Shift 87
Il comparto ludico di Shift 87 è semplice ed essenziale, basato com’è su una sola meccanica, che viene ripetuta letteralmente a ruota. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa ci aspetta.
Ogni partita vede il giocatore attraversare diverse mappe, sempre uguali, ma con delle anomalie sempre diverse. Lo scopo di ogni esplorazione è quello di trovare e segnalare quello che cambia di volta in volta nello scenario. Una volta fatto, il loop ci riporta all’inizio dello scenario, dove occorre trovare le nuove anomalie. E così via, fino allo scenario successivo.
Ogni singola mappa è infatti un ambiente chiuso e piccolo, che viene ripetuto più e più volte, con anomalie sempre diverse: si inizia, si segnala l’anomalia, si esce dalla porta e si torna all’inizio dello scenario, dove si cerca la nuova anomalia.
Ma come si segnalano queste anomalie? Basta puntarle e tenere premuto un tasto. A quel punto si va avanti e si esce dalla mappa, per poi ricominciare il loop. Dato che alcune anomalie sono nascoste molto bene (magari si tratta di una scritta in mano su un frigorifero) Shift 87 tende a diventare un puzzle game.
Segnalare differenze che non ci sono, infatti, fa ricominciare il loop di esplorazione, portando la sequenza nuovamente a zero. Per questo motivo il giocatore deve fare realmente attenzione a cosa segnala, per evitare di restare bloccato.
La mappa dell’ufficio, ad esempio, viene ripetuta 5 volte (numero a caso), dove vanno trovate e segnalate 5 anomalie differenti. Se però si segnala un’anomalia inesistente la quarta volta, allora si ricomincia daccapo.
Nonostante questa meccanica sia l’unica vera sfida del titolo, rischia di rendere frustranti alcune partite, dove non si capisce se si sta proseguendo nel loop, vista la totale assenza di indicatori. Si tratta però di una precisa scelta di game design, che di fatto definisce la sfida di Shift 87.
La parte horror del titolo, di fatto, si limita alle atmosfere perturbanti e non viene proiettata anche nel comparto ludico. Non ci sono infatti vere e proprie minacce durante l’esplorazione e persino le creature sono semplici apparizioni. Questo, dopo qualche partita, annulla ogni forma di tensione, riducendo l’esperienza a quella di un puzzle game.
Un puzzle difficile, visto che una sola run non basta a trovare tutte le anomalie presenti negli scenari. Shift 87 va quindi rigiocato più volte per essere completato. Nel complesso, l’esperienza funziona molto bene, anche se pecca di una certa ripetitività generale, visto che si basa su una singola meccanica ripetuta più volte.
Tecnicamente meh
Il comparto tecnico di Shift 87 non fa gridare al miracolo e anzi propone al giocatore scenari e creature non troppo dettagliati. A risollevare il tutto ci pensa però il comparto artistico, che tramite anomalie originali e scenari ricchi d’atmosfera, rende i vari scorci decisamente memorabili.
Infine, il comparto sonoro è buono, facendo un ottimo lavoro a creare l’atmosfera particolare del titolo.