Shing! è un picchiaduro a scorrimento, creato dalla software house Mass Creation, il quale si rifà ai classici del genere come Streets of Rage oppure Final Fight. Uno schema abbastanza consolidato ovvero: prendi a pugni tutto ciò che si muove a schermo, raccogli i power up, sconfiggi il boss di fine livello e procedi allo stage successivo.
Per dare un po’ di brio e una boccata di aria fresca al tutto, Mass Creation ci da l’opportunità di utilizzare, oltre al classico sistema basato sui tasti, anche la seconda leva analogica per poter fare le mosse. Funziona? Non proprio, ma ne parleremo in maniera più approfondita nel paragrafo dedicato.
Storia abbastanza banalotta
Shing! racconta la storia di alcuni combattenti, protettori di un oggetto magico, chiamato Starseed. Un giorno, il gruppo dei cattivi, cerca di rubare il prezioso manufatto e qui partirà la nostra avventura per riportare a casa il maltolto. Man mano che progrediremo nell’azione faremo la conoscenza dei 4 ninja protagonisti che potremo utilizzare ovvero: Tetsuo, Aiko, Bichiko e Wilhelm.
La caratterizzazione dei personaggi cerca di essere il più umoristica possibile, con ampio utilizzo di battute a sfondo sessuale e volgarità di vario genere. La storia, tuttavia, risulta abbastanza banale nel suo insieme, ma alla fin fine questa è, più che altro, un pretesto per picchiare a destra e manca qualunque cosa ci capiti a tiro.
Gameplay in linea con il genere
Uno dei motivi della mancanza di titoli a genere picchiaduro a scorrimento negli ultimi anni, è il fatto che si assomiglino un po’ tutti. Parti da sinistra e vai verso destra, premi sempre i soliti tre tasti e picchia qualsiasi cosa si muova sullo schermo.
Shing! prova ad uscire da questi canoni, dandoci la possibilità di utilizzare, invece che i classici tasti, la levetta analogica destra; in base a quale direzione la sposteremo, questa ci darà un comando. Se sulla carta, siamo di fronte ad una buona idea, all’atto pratico il tutto si risolve con una forte frustrazione visto che i controlli tramite stick analogico di Shing! sono quanto di più impreciso si possa pensare.
Dopo svariate ore di gioco, ancora faccio fatica a ricordare in quale direzione devo premere per fare un determinato tipo di mossa. Le alternative sono due: o si muove la levetta in maniera forsennata e si prova a fare tutto un po’ a casaccio, oppure si va nelle impostazioni e si sceglie la possibilità di menare le mani nella maniera più classica, ovvero con l’uso dei tasti. Io, alla fine, ho propeso per la seconda opzione.
Tolta questa innovazione nei controlli, Shing! non ha molto da offrire, anzi il tutto si riduce ad un’esperienza abbastanza piatta che non da nulla di nuovo ad un genere fin troppo abusato. Abbiamo le classiche cose del genere picchiaduro a scorrimento, ovvero power up che si limitano al farci sparare dei fasci blu con cui uccidere più facilmente i nemici e altre sfere verdi che serviranno a ripristinare la nostra barra della vita.
I personaggi utilizzabili, si diceva prima, sono quattro e potremo switcharli, all’occorrenza, durante la nostra sessione di gioco. Solitamente, quando si da una scelta di questo tipo, è gradito che i personaggi si differenzino tra di loro un minimo, almeno nelle loro mosse.
Il clichè più in voga è quello che vuole i personaggi maschi più lenti, ma potenti nei colpi, mentre i personaggi femminili veloci e aggraziati, con però l’handicap di far meno male quando si parla di forza bruta.
Qui non succede e tutti e quattro i personaggi si assomigliano un po’ tutti tra di loro, sia nelle mosse, che nelle capacità. Lo stesso Wilhelm, il quale dovrebbe essere il bruto della situazione, a conti fatti ha le stesse capacità degli altri personaggi.
Tecnicamente nulla di che
Come buona parte dei titoli di questo genere, Shing! ci da una grafica molto colorata, anche gradevole a tratti, ma che purtroppo ad un occhio più attento risulta sgranata e non in linea con quanto visto anche su console di questa generazione.
I personaggi ad esempio sono estremamente grezzi e sembrano presi direttamente da un gioco uscito nei primi anni 2000 piuttosto che da un titolo del 2021. Per quanto riguarda le cutscene, queste sono fatte in maniera cartoon e sono tutto sommato abbastanza gradevoli nel loro complesso.
Concludendo
È difficile riuscire a consigliare un titolo come Shing! visto che ad alcuni tutti sommato potrebbe pure piacere, ma è sul lungo periodo che un picchiaduro del genere da la noia. Il suo difetto più grande sta sicuramente nell’utilizzo della leva analogica destra per portare a segno i colpi, la quale risulta frustrante ed imprecisa.
Si può togliere, è vero, ma facendo questo ci troviamo di fronte ad un picchiaduro come tanti che ha davvero poco da dire e che non ha nessuna carta in regola per spiccare il volo e quindi consigliarlo ad un pubblico vasto. Anche a livello visivo non è nulla di che, con dei modelli poligonali vecchi.
Eh no, non basta fare questi, con anche il resto dei paesaggi e nemici, super colorati; si vede che il tutto è abbastanza grezzo. Peccato potevamo avere qualcosa di interessante, ma allo stato attuale, Shing! non riesce davvero ad uscire dalla mediocrità.