Sviluppato da 100 Games e pubblicato da Ultimate Games, Ships Simulator è, come facilmente intuibile dal nome, un simulatore di navi (di vario genere). Se il tuo sogno è sperimentare con mano come ci si sente a guidare una nave mercantile o di recupero/soccorso (ma non solo) preparati a salpare per scoprire la nostra recensione per Xbox One.
Ships Simulator: oltre i confini del mare
Come la gran parte dei simulatori, anche Ships Simulator non ha una vera e propria trama. Il gioco inizia con un messaggio a schermo che ci spiega alcune semplici operazioni. In ordine, bisogna scegliere una nave, acquistarla, ripararla e iniziare le sue missioni. Eccoci quindi subito catapultati nel cantiere, dove un pratico e spoglio menù a schermo ci mostrerà tre navi tra cui scegliere. Considerando i soldi a disposizione, saremo costretti a partire unicamente dalla prima nave: una nave mercantile di generosissime portate.
Scelta la nave, tocca ripararla e infine utilizzarla per fare soldi. Lo scopo del gioco, infatti, oltre a simulare determinate azioni legate al mondo delle navi, è quello di far soldi per poter acquistare un’altra nave e sbloccare nuove missioni.
Tutto qui, niente filone narrativo e anzi, non controllerai alcun personaggio (come accade invece in Ship Graveyard Simulator – qui trovi la nostra recensione per Xbox One) e non avrai modo d’interagire con nessun altro. tutto sarà svolto attraverso menù o eseguendo direttamente alcune azioni.
Come avrai capito, quindi, Ships Simulator è incentrato completamente sul gameplay che, a modo suo, prova a essere vario mutando a seconda della nave e delle missioni che saremo chiamati a superare.
Tante cose da fare ma quasi tutte mal progettate
Iniziamo dalla primissima attività che ci aspetta: riparare la nave acquistata. Come si ripara una nave? Con una serie di click. Esatto, basta navigare sul menù, cercare la spunta grigia, rossa o gialla e accettare la riparazione spendendo soldi. Tutto qui. Il processo di riparazione non richiede un intervento del giocatore se non a livello gestionale del proprio patrimonio, anche se riparare la nave è obbligatorio. Una nave rotta non può partire e non può effettuare missioni.
Volendo approfondire il banale e noioso sistema di riparazione, ogni nave è suddivisa in varie sezioni. Ogni sezione è suddivisa in vari elementi. questi elementi possono essere totalmente assenti (spunta grigia), danneggiati (spunta rossa) o avere una doppia scelta (spunta gialla). La “doppia scelta” riguarda la possibilità di riparare e/o modificare il determinato elemento.
Una volta riparata la nave, si può partire per le missioni. Ogni nave ha le sue missioni. Ogni missione richiede una determinata azione che combacia con l’obiettivo. Inoltre, le missioni ci permetteranno di guadagnare soldi e di sbloccare altre missioni. Focalizzandoci sulla prima nave, una grossa nave mercantile, le attività delle missioni sono principalmente di tre tipi: caricare merci, creare una rotta/attraccare e scaricare merci. Purtroppo, ogni missione è di una noia e bruttezza disarmante.
Ma scendiamo nel dettaglio. Caricare e scaricare merci è fondamentalmente lo stesso “minigioco” che ci vede al comando di una gru (lentissima) da posizionare su un container alla volta. Container da sollevare e posizionare nel punto richiesto dal gioco.
Questa operazione, ripetuta più e più volte, diventa presto di una noia assurda. La lentezza unita a un sistema di piazzamento non proprio comodo e una telecamera da posizionare autonomamente, rende l’operazione inutilmente complicata e lunga.
E se pensi che guidare la nave sia più divertente, ti sbagli di grosso. La nave è dotata di due indicatori con tanto di puntatori: uno verticale e uno orizzontale. Per muoverla, bisogna spostare gli indicatori lungo i rispettivi assi. Tradotto: se sposto l’indicatore verticale verso l’alto e quello orizzontale verso destra, la nave si muoverà in avanti virando a destra. Se muovo solo l’indicatore verticale lasciando quello orizzontale perfettamente al centro dell’asse, la nave procederà solo in avanti.
Il sistema ad assi permette anche di indietreggiare ed effettuare manovre particolarmente irreali, quasi fantascientifiche. Ma non è tutto, la nave si muove in modo estremamente lento, anche velocizzando il tempo. Per non parlare della difficoltà (inutile) nel posizionare la nave esattamente nel punto richiesto dal gioco.
“Parcheggiare” la nave nel riquadro giallo richiesto dal gioco richiede tempo, pazienza e manovre assurde. Non migliorano le altre attività legate alle altre navi (a te il piacere di scoprire di che navi parliamo) , purtroppo quasi tutti inutilmente lenti e legnosi.
I comandi scomodi, il poco realismo e un impianto ludico inutilmente lento e frustrante, minano gran parte dell’esperienza, oscurando quelle poche idee originali che potevano comunque attirare esclusivamente gli appassionati a questa specifica tipologia di simulatori.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Ships Simulator è indietro di diverse generazioni. La nave sembra slittare sull’acqua. Gli effetti visivi sono quasi del tutto assenti (la nave si muove e non lascia alcuna scia) o decisamente discutibili.
Riparare la nave non regala quasi nessuna emozione. I danni, gli scontri, gli incidenti, sono praticamente “invisibili”. I dettagli sono pochi e scarsi. Salviamo giusto alcuni modelli delle navi che meriterebbero comunque più attenzioni. Per onestà, ricordiamo che Ships Simulator è basato sul gioco Ships, originariamente pubblicato nl 2017 per PC da FragOut.
Il sonoro prova a fare la sua parte in modo timido ma non riesce ad alleviare la noia e la frustrazione di un titolo che poteva essere decisamente più accessibile.