Immagina di svegliarti nel letto. La data è il primo giugno del 1981, permanenti cotonate, giacche piene di lustrini che sembrano catarifrangenti. La prima cosa che fai è investire tutto in Bitcoin. La seconda cosa che fai è giocare un videogioco, ma oh no! La sala giochi è chiusa e Steam non esiste. Che fare dunque?
Steam prima di Steam
A quanto pare Sierra ha pubblicato dal 1981 fino al 1998 InterAction, rivista dedicata allo sviluppo dello studio, alle nuove uscite di film e videogiochi e addirittura coupon (validi fino a marzo 1996, purtroppo) per riscattare contenuti bonus.
Le copie cartacee, salvo qualche collezionista nostalgico forse, sono andate perdute. Fortunatamente sono disponibili in formato PDF sul sito del fondatore di Sierra, Ken Williams, Sierra Gamers.
Persino il banner ufficiale si vanta di essere “uno sguardo palesemente di parte della famiglia Sierra”. Se non altro all’epoca non ci si preoccupava di mantenere una parvenza di neutralità. Scherzi a parte, il catalogo offre articoli interessanti sulle politiche aziendali, le assunzioni, interviste agli sviluppatori e sulle prossime uscite, videoludiche e non.
Il paragone con Steam non è casuale. L’ultimo numero della rivista oltre a catalogare e vendere, mostra in prima pagina un piccolo videogioco di nome Half-Life di cui forse avrai già sentito parlare.
“Half-Life è il gioco più bello e convincente finora in prima persona”-si vanta il giornalista- “e di giochi ne ho visti tanti!”
Il tragico destino di Sierra
Non ci è di certo sfuggito, che una compagnia rivoluzionaria come Sierra, un tempo in auge, non esista più. Nel rinascimento dei videogiochi non tutti sono riusciti a rimanere a galla, ma forse è meglio così. In un futuro alternativo Sierra sarebbe diventata uno studio tripla A, perdendo quella magia che ai nostri occhi, grazie a testimonianze come queste, ora manterrà per sempre.