Sifu è stato un titolo che si è fatto attendere molto ma che, una volta uscito, ha subito fatto esaltare gli appassionati di arti marziali. Se quindi sei cresciuto a pane e Bruce Lee, oppure gli insegnamenti alla fine dei film di Jackie Chan erano le tue lezioni di vita, hai sicuramente sentito parlare del titolo. Se poi segui iCrewPlay magari hai anche letto la recensione per PC.
Ora Sifu è arrivato anche su Nintendo Switch, portando i giocatori a chiedersi se la console Nintendo fosse in grado di garantire un’esperienza fluida, cosa necessaria vista la grande difficoltà del titolo e la complessità del sistema di combattimento. Vediamo quindi se vale la pena menare le mani in salsa portatile in questa recensione per Nintendo Switch.
Sifu: un classico di arti marziali!
La storia di Sifu parte da tematiche classicissime nel genere di arti marziali, qui riproposte con un’atmosfera davvero evocativa. Tutto comincia con un raid a un monastero, dove un gruppo di guerrieri si fa strada fino a raggiungere il loro vecchio maestro di arti marziali con cui, a quanto pare, sono in estremo disaccordo.
Dopo un brutale combattimento, il nostro personaggio sconfigge e uccide il suo vecchio maestro, sotto gli occhi terrorizzati di suo figlio, che può essere maschio o femmina, nascosto in un armadio vicino. Purtroppo, però, il bambino viene scoperto e ucciso a sangue freddo da uno dei guerrieri armati.
La storia continua molti anni dopo, mettendoci proprio nei panni di quel ragazzino, ormai adulto. Egli è infatti sopravvissuto grazie a un amuleto magico e si è allenato duramente per mettersi alla ricerca dei guerrieri che hanno assaltato il monastero e ucciderli uno per uno.
Sifu propone quindi una classica storia di vendetta, dove un giovane sfrutta le sue conoscenze marziali per farsi strada nei nascondigli dei diversi guerrieri che gli hanno tolto tutto e ucciderli uno per uno. Nonostante l’incipit sia classicissimo, tanto basta per portarci verso la nostra scia di combattimenti e, soprattutto, tanto basta per delineare un’atmosfera riuscitissima che, forse anche grazie alla sua genericità, risulta perfetta per ogni appassionato di arti marziali.
Questo viene poi enfatizzato dai diverse citazioni sparse per i livelli, che per esempio richiamano il famoso piano sequenza di Old Boy, o vari archetipi del genere.
Tra mazze, tubi di ferro e pugni, tanti pugni
Il loop di gameplay di Sifu è semplice ma efficace. Il gioco è infatti un beat em up 3D dove si avanza in livelli divisi in stanze piene di nemici, si sconfigge chi ci sbarra la strada e si arriva a un boss di fine livello da battere, per poi passare ai livelli successivi strutturati nello stesso modo. Queste basi, però, vengono arricchite da diverse meccaniche in grado di rendere tutto molto più profondo.
Tanto per cominciare, Sifu propone un sistema di combattimento eccellente che, nonostante sia basato su pochi tasti, vanta uno skill ceiling incredibilmente alto. A nostra disposizione abbiamo attacchi leggeri e pesanti, eseguibili con i rispettivi tasti. Questi sono poi combinabili in varie combo, che a volte coinvolgono anche l’inclinazione del pad, in modo simile a quanto accade nei picchiaduro.
Proprio le combo sono il primo elemento che mostra la grande profondità di Sifu. Queste infatti non si limitano a quanto elencato nel menù, ma permettono al giocatore di essere creativo con l’utilizzo delle varie tecniche. Per esempio è possibile spingere un nemico, per poi seguirlo con una serie di pugni, magari da combinare con un calcio basso per buttarlo a terra, a cui seguire con altri calci. In altre parole, abbiamo varie tecniche, tutte utilizzabili senza limiti.
Gli attacchi portati a segno, peraltro, non intaccano solo la barra della salute nemica, ma coinvolgono anche una seconda barra della stamina, che si riempie con ogni colpo subito. Chiaramente, portare la salute a zero vuol dire uccidere il malcapitato di turno, mentre far riempire questa seconda barra ci permette di eseguire una finisher. Questa è una potente mossa finale in grado di neutralizzare immediatamente il nemico (quasi sempre), permettendoci di recuperare anche una piccola porzione di salute.
Non solo siamo quindi davanti a una mossa che ci toglie una minaccia di mezzo, ma siamo anche di fronte all’unico modo che abbiamo per curarci. E non è finita. Le finisher vantano anche animazioni spettacolari, che variano in base all’arma impugnata, alla posizione del nemico e persino in base alla posizione nell’ambiente circostante, dando una sensazione di fluidità davvero incredibile. Questo contribuisce a rendere l’esperienza di Sifu sempre fluida e spettacolare, dando anche la sensazione di essere in un vero film di arti marziali.
Infine, tra le nostre capacità offensive si aggiunge il Focus. Questa è una modalità che ci permette di selezionare varie mosse speciali con cui è possibile neutralizzare per breve tempo un nemico in vari modi. Troviamo per esempio colpi agli occhi, alle gambe o con armi particolari.
Proprio le armi sono un altro elemento importante del gameplay. Queste possono infatti essere raccolte dallo scenario o dai nemici sconfitti e permettono di attaccare in modo molto più efficace. Purtroppo, però, ogni arma ha una durata limitata e dopo un certo numero di colpi finirà inevitabilmente per rompersi. A quel punto sta a noi tornare alle nostre fidate mani nude.
Ma i nemici non staranno fermi a farsi malmenare. Tutt’altro. Prima di avere qualche possibilità di vittoria è importante padroneggiare la difesa, visto che i colpi subiti infliggono spesso tantissimi danni e basta pochissimo per finire al tappeto. Per fortuna, abbiamo a nostra disposizione diversi modi di evitarli.
Tanto per cominciare, tenendo premuto il tasto assegnato alla difesa possiamo parare quasi tutti i colpi, al costo della stamina che, una volta finita, ci renderà vulnerabili. Premendo il tasto all’ultimo momento possiamo però effettuare dei parry e infine premendolo e inclinando il pad abbiamo la possibilità di schivare sul posto. A questo si aggiunge una schivata più estesa, utile soprattutto per riposizionarsi.
Chiaramente, vari tipi di difesa sono utili in occasioni diverse e sta al giocatore imparare bene i pattern degli attacchi nemici, in modo da poterli evitare la maggior parte delle volte. Subire troppi colpi vuol dire infatti morire spesso e, di conseguenza, andare troppo avanti con l’età e arrivare a un inevitabile game over. I nemici di Sifu tendono infatti a circondare il giocatore e non aspettano il loro turno per attaccare ma, al contrario, sono imprevedibili e brutali. Ecco quindi che entra in gioco la parte più “cattiva” del titolo.
L’unico vero errore, è quello da cui non si impara nulla
Giocando a Sifu morirai tante, tante (tante!) volte. Anzi, la morte è una delle meccaniche principali che sorregge il loop di gameplay. Ogni volta che si muore, infatti, un contatore sale di 1 e, per poter rinascere e continuare combattere, l’età attuale del protagonista viene sommata al numero attuale del contatore. Morendo la prima volta, quindi, si arriva a 21 anni, morendo al seconda il contatore sale a 2 e pertanto si arriva a 23 anni.
Ogni partita di Sifu parte infatti da 20 anni e finisce quando il nostro personaggio arriva a 70 o, al contrario, quando si sconfigge l’ultimo boss. Arrivare alla veneranda età di 70 significa infatti vedere a un game over irreversibile, dove perdiamo tutti i progressi attuali e ricominciamo dall’ultimo livello sbloccato. Anche in questo caso, però, si riparte con l’età che si era raggiunta la prima volta una volta sbloccato quel livello.
Per esempio, arrivare al secondo livello a 40 anni, viste le numerose morti nel primo, significa avere pochi game over a disposizione e, a loro volta, i livelli successivi partiranno dall’età con cui vengono raggiunti la prima volta. Diventa quindi fondamentale rigiocare i vari scenari più volte, in modo da morire il meno possibile e arrivare alle parti finali dell’avventura a un’età giovanile.
Tutto questo viene poi valorizzato dalla presenza di scorciatoie e di sblocchi permanenti di abilità, che rendono le partite successive più agevoli. Sifu prende quindi a piene mani dalla filosofia dei roguelike, senza però condividerne davvero le meccaniche. La morte è decisamente punitiva e sopra una certa soglia permanente e questo costringe il giocatore a padroneggiare il sistema di combattimento. Questa idea, di fatto, valorizza proprio l’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori nella creazione di un combattimento così sfaccettato.
Per fortuna, ad aiutarci nelle varie run ci sono anche delle statuette con cui è possibile interagire, che permettono di acquistare potenziamenti passivi decisamente efficaci. Questi possono sembrare una meccanica secondaria ma, in realtà, permettono di valorizzare certi stili di gioco, aiutando il giocatore con il recupero della stamina, con l’utilizzo del focus e così via.
Tutto perfetto quindi? Non proprio. La grande enfasi posta sul sistema di combattimento e sulla ripetizione dei livelli, infatti, può diventare molto ripetitiva per coloro che non apprezzano gli scontri nudi e crudi o, in generale, per chi non ama il backtracking forsennato. Proprio per questo motivo, una generazione procedurale degli scenari sarebbe stata una scelta auspicabile, che si sarebbe sposata alla perfezione con la necessità di diventare progressivamente più abili a suon di morti.
Sifu sposa infatti una filosofia di gioco simile a quella di Spelunky, dove il loop di gameplay basa la progressione principalmente sull’abilità individuale del giocatore e, di conseguenza, sulla sua pazienza. La mancanza di varietà nel titolo rende quindi difficile venire a patti con la meccanica delle morti e con la necessità di ripetere a ruota livelli già completati più e più volte. Non solo: questo riduce anche la longevità del gioco nel lungo periodo, nel momento in cui un giocatore ha ormai superato tutte le sfide proposte dalla storia.
Artistico ma non bellissimo
Su Nintendo Switch, il comparto tecnico di Sifu si dimostra altalenante per diversi motivi. Tanto per cominciare, ci troviamo di fronte a un inevitabile downgrade grafico rispetto alle altre versioni, visibile soprattutto negli ambienti meno dettagliati e nei modelli non troppo complessi. Se questo è comunque accettabile, risulta invece fin troppo evidente nelle inquadrature dei volti e in tutti i primi piani, a cui si aggiunge un’occasionale mancanza di dettagli in alcuni ambienti specifici.
Per fortuna, però, il colpo d’occhio generale resta comunque molto godibile, soprattutto grazie allo splendido comparto artistico, che ben si sposa con modelli e ambienti non troppo dettagliati. I giochi di luce degli scenari, l’estetica orientaleggiante dei livelli e l’atmosfera generale dell’esperienza non vengono per niente sminuiti dal downgrade grafico, soprattutto quando si gioca in modalità portatile, dove tutto viene efficacemente camuffato dalle dimensioni ridotte dello schermo.
Purtroppo, però, non siamo davanti a un porting totalmente riuscito. Nonostante il combattimento resti fluido quasi sempre, troviamo anche dei casi circoscritti in cui il titolo subisce vistosissimi cali di frame, che non sono mai un bel vedere in un videogioco dove l’azione è alla base di tutto. Probabilmente, visti i precedenti successi di Nintendo Switch, siamo di fronte a un problema tranquillamente risolvibile con patch future.
Infine, il comparto sonoro di Sifu è eccellente, grazie a musiche ed effetti sempre adatte alle varie occasioni e perfette per creare l’atmosfera del titolo. Qualche musica più “orientaleggiante”, come quella ascoltata durante il tutorial, avrebbe sicuramente giovato all’estetica generale del titolo, ma il risultato finale resta comunque godibilissimo.