Un mese fa abbiamo parlato per la prima volta di Sifu qui su iCrewPlay. Un titolo, sviluppato da Sloclap, che promette tanta azione in salsa a tratti soprannaturale ma che, allo stesso tempo, sembra non voler rinunciare ad una buona dose di realismo.
Se il pubblico occidentale non è abituato ad un tale genere di connubio, tanto da tracciare spesso nette linee di demarcazione tra ciò che è realistico e ciò che non lo è, quello orientale, in particolar modo quello proveniente dalla sinosfera, è molto avvezzo a queste contaminazioni. Basti pensare ad un genere narrativo come il wuxia (essenzialmente ‘racconto d’arti marziali’), nelle cui più recenti declinazioni reale ed irreale si compenetrano.
Proprio a questo tipo di narrativa sembra essere ispirato Sifu, in particolar modo alla controparte più orientata a quello che in Occidente viene definito col termine ombrello ‘fantasy’, ovvero il xianxia (‘racconto di immortali guerrieri’), genere identico nella forma al wuxia ma nei contenuti più simile, per l’appunto, ad uno sword and sorcery occidentale, con protagonisti non umani ma immortali (per capire meglio cosa sia un immortale sinologicamente inteso ti rimando a quest’articolo su Tale of Immortal, un altro titolo ispirato alla mitologia cinese).
Padroneggiare con la pratica
Pierre Tarno, produttore esecutivo di Sifu e del suo predecessore Absolver, si è a lungo dilungato su quella che, a sua detta, sarà la missione di questo titolo: rendere tangibile in un videogioco il significato intrinseco della parola kung-fu (più propriamente gongfu), ovvero non tanto ‘lavoro duro’ quanto ‘padroneggiare con la patrica’. Per trionfare contro i numerosi avversari che incontreremo in Sifu dovremo, infatti, affinare i nostri riflessi trasformando le nostre dita sul pad (il gioco sembra prevederne necessariamente l’uso) in vere e proprie armi, cercando di evitare quel famoso invecchiamento precoce di cui si faceva menzione nell’articolo summenzionato.
Tutto questa attenzione alla pratica fa pensare che Tarno e i suoi collaboratori si siano dati un bel da fare per rendere Sifu un piccolo (o grande, ma questo solo il tempo ce lo dirà) Sekiro: Shadows Die Twice, ovvero inscriverlo nella memoria dei giocatori per la propria difficoltà.
Un altro elemento di realismo incluso nel gioco, puntualizza sempre Tarno, è la riproduzione in-game di uno stile di kung-fu realmente esistente: quello denominato Bai Mei (sì, è proprio lo stesso da cui ha preso il nome quel ‘miserabile stupido vecchio‘ di Kill Bill: Volume 2).
Arrivando alle brutte notizie, purtroppo la release date di Sifu resta un troppo vago autunno 2021. Tuttavia, dalle parole di Tarno sembra che lo sviluppo sia alle battute finali. Doveroso è aggiungere che di questi tempi, dati i continui rinvii di vari titoli a causa della pandemia di Covid-19, se Sifu riuscisse davvero ad uscire prima del 2022 sarebbe un evento più unico che raro.