Sviluppato da Bloober Team e pubblicato da Konami, Silent Hill 2 è un survival horror, remake dell’originale datato 2001. La storia di James è tornata dopo oltre venti anni ricordandoci cos’è la paura e come poterla trasmettere attraverso un sapente schema ludico, visivo e soprattutto uditivo. Noi abbiamo rimesso piede a Silent Hill su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a un viaggio indimenticabile e pieno di orrori?
Silent Hill 2 e il rispetto per il passato
Prima di affrontare la narrazione di un caposaldo dell’horror è bene fare alcuni approfondimenti sull’operazione a cui è legato il titolo firmato Bloober Team. Parliamo di un remake estremamente curato e soprattutto fedele e rispettoso del materiale originale. Ma parliamo anche di un titolo che non ha saputo adeguatamente promuoversi. I trailer mostrati fino ad ora non sono riusciti, secondo il nostro parere, a trasmettere la potenzialità dell’opera stessa.
Vi garantiamo quindi che l’impatto, pad alla mano, con Silent Hill 2 remake è subito duplice: nostalgico e moderno. Nostalgico perché i luoghi, la trama, i personaggi, l’intero asset narrativo ed atmosferico dell’opera originale sono lì sotto i nostri occhi. Nulla è stato stravolto ma solamente ampliato, potenziato, ridettagliato e modernizzato. Quest’ultimo elemento irrompe soprattutto nel versante del gameplay ma non solo.
E qui apriamo una parentesi per il team di sviluppatori: Bloober Team. Parliamo di un gruppo di sviluppatori specializzati nei survival horror ma non solo (abbiamo anche quella chicca di Observer) che, in praticamente quindici anni di attività, si sono sempre messi in gioco sperimentando con lo “spavento”, partendo dai più banali jump scare a momenti decisamenti più disturbanti e coinvolgenti oltre che memorabili. Non sorprende quindi né che il progetto sia stato affidato a loro né la bontà innegabile del risultato finale, considerando che avevano tra le mani un materiale estremamente potente ma altrettanto delicato da riproporre.
Possiamo quindi rassicurare i fan del capitolo originale sulla bontà narrativa del progetto attuale. Silent Hill 2 è esattamente come ce lo ricordavamo ma è stato costruito in modo tale da offrire un’esperienza inedita anche per coloro che ricordano il titolo a memoria. Il tutto grazie a una sapiente rimappatura di enigmi, nemici, oggetti e a un potenziamento in termini tanto ludici quanto di level design stesso, ancora più coinvolgente e soprattutto più moderno e immediato ma non per questo meno claustrofobico e terrorizzante.
Tutto ha inizio con una lettera
“Nei miei sogni tormentati, vedo questa città. Silent Hill. Mi promettesti che un giorno mi ci avresti riportato. Ma non l’hai mai fatto. Adesso sono lì da sola… Nel nostro “posto speciale”… E ti aspetto…”
Sono queste le ormai iconiche (soprattutto per il primo periodo) parole scritte da Mary, la moglie di James Sunderland, indiscusso protagonista di Silent Hill 2. Nulla di stravolgente se non fosse che Mary è morta. Come è possibile quindi ricevere una lettera dopo diverso tempo dalla sua scomparsa? Possibile che sia realmente viva? O è tutto un triste scherzo? Nonostante le doverose perplessità, il buon James decide comunque di mettersi in viaggio mettendo piede in quel di Silent Hill inconsapevole di ciò che gli aspetta.
E come abbiamo già detto, anche chi ricorda a menadito le vicende del titolo originale, verrà sorpreso da come gli sviluppatori hanno rimappato alcune situazioni, omaggiando al contempo quelle del predecessore (con tanto di easter egg scenici da localizzare e dal forte impatto evocativo). Procedere nel descrivere la narrazione di Silent Hill 2 sarebbe una cattiveria verso coloro che sono completamente all’oscuro delle vicende. Ti basti sapere che si tratta di un horror psicologico fortemente coinvolgente e disturbante (tanto che c’è anche l’avviso a pieno schermo prima d’iniziare a giocare).
L’orrore in Silent Hill 2 è reale così come la sensazione di inquietudine che si prova nel procedere attraverso la fitta nebbia che ammanta la città in ogni suo angolo, persino quelli più disgustosi. Persino l’oscurità è tanto avvolgente e misteriosa quanto oscura e pericolosa e qui va elogiato il magnifico gioco di luci implementato dagli sviluppatori, che riesce a offrire alcune delle sezioni al buio più esaltanti e al cardiopalma di sempre.
Bando alle ciance quindi, è tempo di analizzare il gameplay ma prima un paio di consigli vitali. L’orrore di Silent Hill 2 è sì visivo ma è soprattutto uditivo. Il lavoro eseguito da Bloober Team sull’acustica fa parte tanto della narrazione quanto dell’aspetto ludico. L’attesa dello svelamento (che non sempre avviene) è parte integrante della paura instillata nell’utente ed è quindi calorosamente consigliato giocare con delle buone cuffie, in modo da poter godere appieno dell’intero campionamento di effetti, inganni, indizi e quant’altro implementati dagli sviluppatori e che rendono l’opera coinvolgente e spaventosamente riuscita.
Armato di bastone
Silent Hill 2 è un survival horror in terza persona infarcito da una serie di enigmi ambientali incentrati tanto sulla logica quanto sull’esplorazione (con tanto di oggetti e indizi da recuperare e comprendere come e dove utilizzare). La prima cosa che balza all’occhio con questo remake è il cambio di telecamera: non più fissa ma mobile e posizionata alle spalle del protagonista James.
Per chi avesse dei dubbi su questo cambiamento, vi rassicuriamo che abbiamo trovato solo migliorire. Il coinvolgimento, infatti, è nettamente maggiore e il mutamento di prospettiva unita alla libertà di poter gestire la telecamera costantemente ha permesso di rendere l’esplorazione ancora migliore, ampliando le zone e rendendo il level design ancora più strutturato e vario restando ferocemente coerente con la struttura originaria.
La nuova telecamera rende quindi l’intera esperienza più accessibile e moderna coinvolgendo anche il combattimento che riceve un’ulteriore stratificazione. Combattere le creature di Silent Hill 2 è meno frustrante che in passato, complice un miglioramento delle hit box e una precisione nettamente aumentata delle armi da fuoco (con tanto di mirino personalizzabile per dimensione e segnaletica).
Combattere è quindi più intuitivo e, ancora una volta, moderno, con il buon James che può sferrare colpi di una certa efficacia e al contempo eseguire anche delle credibili schivate (niente capriole alla Dark Souls, ovviamente) con cui poter provare ad evitare i pattern d’attacco nemici (questi ultimi migliorati e ampliati per rendere gli scontri inediti anche per i veterani dell’opera originale). Se te lo stai chiedendo, sì, il combattimento è ancora la parte meno “morbida” dell’intera esperienza e può capitare ancora, soprattutto in ambienti chiusi, di mal calcolare una schivata o di ritrovarsi impacciati con la telecamera ma sono davvero piccoli momenti.
In quanto survival horror, anche a seconda della difficoltà selezionata (e che potrai modificare nel corso del gioco sia per i combattimenti che per la risoluzione degli enigmi, con due differenti barre), dovrai aver cura delle tue risorse qui identificabili principalmente in due elementi: proiettili e medicinali. Entrambi sono stati ben centellinati in modo da non essere né troppi né troppo pochi (soprattutto se ti perderai ad esplorare). Anche i salvataggi manuali sono ben disseminati nelle aree di gioco a fornire un’esperienza mai frustrante e mai troppo facile.
Ma a sorprendere in positivo è il fatto che Silent Hill 2, nonostante la sua natura di remake, non è mai ludicamente prevedibile. Che sia un rumore, un mutamento ambientale, un nemico che sbuca da sotto all’auto strisciando, tutto può sorprenderti. Anche ripercorrere la stessa via può dar vita a incontri inediti. E che dire dell’interazione ambientale? Una volta trovato il bastone chiodato (la nostra prima arma ravvicinata) potrai sfasciare vetrine e finestre, svelando ulteriori oggetti e collezionabili.
Una lore devastante e un suono ipnotico e inquietante
E tali oggetti, che siano essi documenti, locandine, lettere o quant’altro, vanno a dar forma a un mosaico devastante di orrori che si mescolano a dicerie, a realtà confuse a situazioni surreali e paradossali. Un miscuglio che dona vita e forma a una lore, quella di Silent Hill 2, che ancora oggi è semplicemente magnifica e terrificante nella sua coerenza. L’equilibrio della narrazione, dell’estetica, del gameplay e del suono danno vita a un’armonia di terrore che lascia senza fiato e che ti tiene letteralmente incollato allo schermo.
Abbiamo personalmente speso ore a girovagare per gli ambienti cercando indizi, scovando easter egg e segreti e affrontando creature di vario genere e orrore. Queste ultime, possono essere anticipate grazie al sapiente utilizzo della radio portatile. Tale radio, un vecchio rudere che troveremo nelle prime sezioni di gioco, ha la comoda utilità di annunciare la presenza dei nemici dando vita a un suono fastidioso ma estremamente utile, oltre che inquietante.
E tale suono ha quindi utilità ludica, ci annuncia il pericolo e ci prepara ad affrontarlo. Eppure, è sempre il sonoro a ingannarci. Spesso sentirai versi, voci, suoni indecifrabili che ti preparano a un qualcosa che non sempre appare o che appare quando meno te l’aspetti. Ed eccoci che si ritorna all’imprevedibilità di Silent Hill 2 e a un lavoro certosino e stracolmo di una passione genuina che non può che essere apprezzata e condivisa.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Silent Hill 2 regala una cura al dettaglio sorprendente. Tralasciando l’ottima rappresentazione della nebbia e la riproduzione efficace e coerente del materiale originale, abbiamo tra le mani un prodotto che va a porre l’accento sulle piccole cose. Che sia una busta di plastica sospinta dal vento o una scia di sangue ingannevole, tutto in Silent Hill 2 è montato con accurato ingegno e sì, ci sono elementi ambientali riciclati ma questi sono riposizionati in modo intelligente e che non regala alcuna forma di ripetizione.
Anche le animazioni sono molto più fluide e credibili, con le creature (soprattutto i boss) dotate di movenze in parte inedite che sanno coglierci di sorpresa e che richiedono uno studio in modo simile ai souls per permetterci di evitare i danni. Anche i volti umani sono nettamente migliorati, ottenendo una rinnovata e non pienamente centrata credibilità e un realismo nettamente maggiore. Ahinoi, proprio tale realismo va ad indebolire leggermente l’elemento inquietante caratteristico di alcuni personaggi di cui sfuma l’efficacia espressiva surreale e “malata” restituendone una in bilico e non sempre funzionale all’atmosfera desiderata.
Parliamo comunque di una piccolezza in quanto non è l’ammorbidimento di un ghigno ad amputare l’efficacia visiva di un titolo che stravolge l’utente di continuo, in un viaggio ancora oggi indimenticabile. Per quanto riguarda il sonoro, questi è stato già abbondantemente elogiato nei precedenti paragrafi. La colonna sonora è da applausi e l’utilizzo generale del suono ha una valenza ludica tremendamente efficace e sapientemente implementata. La prima cosa che ti farà tremare, saranno proprio gli indecifrabili rumori che riempiono la città. Molto ben recitato anche il doppiaggio in lingua inglese, solo applausi per quello in giapponese.
Infine, da evidenziare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana, anche questi personalizzabili per dimensione e altri dettagli. E a tal proposito, è lodevole la quantità di personalizzazione inclusa dagli sviluppatori inerenti le opzioni di gioco. Tornando alla grafica, potrai decidere se dare priorità alla grafica o alle prestazioni (più fluidità). A differenza delle problematiche riscontrate in Final Fantasy VII Rebirth (di cui puoi recuperare la nostra recensione), qui non abbiamo riscontrato alcun problema, riuscendo ad apprezzare entrambe le modalità proposte.