Sviluppato da WorldWideSoftware e pubblicato da Kemco, Silver Nornir rientra nel vastissimo catalogo Kemco di progetti, prevalentemente RPG in stile retrò e decisamente old school, che da mobile vengono portati nel mondo delle console. Ecco quindi che dopo Dragon Prana (qui la nostra recensione) e Crystal Ortha (qui la nostra recensione), ci siamo trovati a vivere una nuova avventura fantasy su Xbox One. Pronto a scoprire la nostra recensione?
Silver Nornir: il mondo morirà, di nuovo
Il prologo vede un campo di battaglia dove un gruppo di eroi è impegnato ad affrontare un’esteticamente gradevole creatura dai palesi richiami Lovecraftiani di nome Azatoth. Il gruppo di eroi viene spazzato via velocemente, in pochi secondi. L’oscurità ha vinto. Il mondo viene distrutto per poi essere ricreato e infine nuovamente distrutto. A giocare con la propria creazione è sempre lui: Azatoth. Una nemesi enorme, crudele e che avrebbe meritato sicuramente più spazio e attenzioni considerando che dal prologo… riusciremo a rivederla praticamente all’epilogo.
Il canovaccio narrativo di Silver Nornir non è malvagio ma ha alcuni difetti, primo tra tutti: la fretta. La trama avrebbe meritato più spazio, più respiro, soprattutto per alcuni personaggi inevitabilmente messi da parte considerando il numero di quelli coinvolti. così come viene a mancare l’epicità e una certa unicità di fondo. Ci sono personaggi degni di nota (sia esteticamente che caratterialmente) ma non hanno il tempo necessario ad evolversi.
Inoltre può capitare di trovarsi confusi da alcune scelte, soprattutto da parte dell’immortale Guardiano del Tempo, colei che vuole fermare questo ciclo infinito governato da Azatoth ma che, allo stesso tempo, è mentalmente stanca e turbata da morti e sconfitte accumulate nel tempo. Più standard invece la figura del “Pacificatore”, eletto dall’animo buono e legato a sua volta proprio al Guardiano del Tempo.
Il tono della narrazione scelto da Kemco è ancora una volta un’altalena tra umorismo base (meno d’impatto rispetto a Crystal Ortha) e dramma leggero. Entrambe le sfere non osano mai tanto e lasciando la narrazione svolgersi con troppa velocità. Non bastano dungeon ed eventi secondari a riempire una storia che in 15 ore scarse può già giungere ai titoli di coda. Un peccato considerando l’incipit di fondo molto interessante e alcuni intrecci abbastanza originali e gradevoli. Insomma, si poteva raccontare ancora molto, molto di più.
Da segnalare che il gioco è completamente sottotitolato in inglese (assenti sottotitoli in italiano) ma il testo risulta abbastanza basilare e facilmente comprensibile (nonostante la sua mole generosa).
Silver Nornir: un classico RPG a turni
Silver Nornir asseconda la strategia Kemco e abbandona il mondo mobile trascinando il proprio gameplay e ritoccandolo decisamente poco. Ecco quindi che ci ritroviamo nuovamente dinanzi a un RPG classico e diviso a turni. La linea delle azioni sarà visibile in alto su schermo mentre noi avremo modo di gestire i membri del nostro party sfruttando attacchi base, skill e magie (tutte acquistabili e/o potenziabili). Possiamo anche effettuare delle combo che includono più membri del party, moltiplicando i danni (che potranno anche essere ad area).
Gli elementi d’attacco e difesa, nonché di cura, sono decisamente standard e quasi nulla è davvero memorabile, caratteristico o unico (in compenso è immediato e accessibile praticamente a tutti). Quello che però lascia un po’ perplessi è il movimento della telecamera durante i combattimenti, la quale si muove costantemente da destra a sinistra a seconda di chi agisce (party alleato o nemico) e di chi viene colpito. Un movimento in parte inspiegabile (sarebbe stata meglio una telecamera fissa su tutti i partecipanti). L’impatto iniziale può essere fastidioso ma ben presto ci si fa l’abitudine anche se la perplessità permane.
Il livello di difficoltà è tarato verso il basso finché manterrai i personaggi al livello medio del dungeon (e consigliamo vivamente di farlo). Ci saranno comunque momenti più ostici, soprattutto contro alcuni boss (che sono le sfide migliori del gioco). Nel complesso, il titolo rimane godibile e accessibile anche ai meno esperti. Da segnalare che, come altri titoli Kemco, anche Silver Nornir dispone di scorciatoie a pagamento (microtransazioni ereditate dal mondo mobile) ma che, ancora una volta, non risultano invasive e/o necessarie (un esempio: moltiplicatore dell’esperienza).
Da evidenziare come Silver Nornir cerchi a modo suo di rendere piacevoli e originali alcuni viaggi all’interno dei dungeon introducendo piccoli enigmi ambientali (già visti nelle palestre di Pokémon o in altri titoli simili) che riescono a spezzare il ritmo abbastanza compassato dell’intera avventura.
Grafica e Sonoro
Graficamente parlando, Silver Nornir non spicca quasi in niente. Messo a confronto con altri titoli del genere, è palese quanto sia anonimo. Si salvano però gli artwork dei personaggi, alcuni veramente ben riusciti e in linea con quanto la storia vuole raccontare. Buoni anche i nemici, seppur limitati in numero e riciclati abbastanza di continuo (come da prassi del genere).
Location (dalla mappa generale alle varie città) e dungeon soffrono anche loro di un’anonimato generale che coinvolge gran parte dell’estetica del mondo non riuscendo a offrire guizzi inediti e personali salvo rari scorci o trovate ludiche. In alcuni momenti si nota una certa cura del dettaglio ma comunque non basta considerando la notevole ripetizione di elementi e di zone potenzialmente “vuote”. Da segnalare comunque il fatto che c’è una buona varietà di biomi, tutti decisamente fedeli alle linee guida dei grandi capisaldi del passato.
Il sonoro rimane gradevole con alcune tracce che spiccano più di altre (tra cui l’intro). Nel compenso, l’audio svolge il suo ruolo con sufficienza grazie anche ad effetti sonori che rientrano negli standard classici dei giochi di ruolo a stampo retrò.