Due facce della stessa medaglia
Nella mia esperienza videoludica ho visto nascere moltissimi titoli con caratteristiche molto differenti tra loro. Una domanda però mi sono sempre posto, ossia è meglio single player o multiplayer?
La risposta potrebbe essere semplicemente in base ai propri gusti, ma la spiegazione è ben diversa secondo me. La prima cosa ovvia che possiamo far notare è la presenza o l’assenza di qualcuno con cui giocare. Infatti in solo siamo, per l’appunto, da soli contro un IA, mentre nel multi affrontiamo, di solito, persone reali che stanno dall’altra parte dello schermo insieme a noi.
Entrambi hanno pro e contro. Ho intenzione di esaminarli passo passo. Il difetto e vantaggio del solo è non essere insieme ad altri. Sembra un ossimoro se ci pensate, essere soli mi permette di giocare come si vuole e senza dover dipendere da un team, ma allo stesso tempo essere da soli può essere meno divertente dell’essere in compagnia.
Per un concetto a specchio il multiplayer implica un team che se mal composto porta alla sconfitta. Si vince o si perde tutti insieme! Quindi se un componente del team decide di sabotarvi, il sangue arriva al cervello e porta non pochi giocatori a lanciarsi in simpatiche imprecazioni. Un esempio recente lo possiamo trovare in League of Legend dove se un componente non segue la squadra è facile perdere la partita, salvo rare eccezioni.
Il multiplayer porta ad incontrare molti giocatori, sia persone che si conoscono, sia perfetti sconosciuti. Inoltre è un buon modo per imparare molte delle parole scurrili e linguaggi slang inglesi. Invece il single player isola il giocatore e non gli porta alcuna conoscenza umana. Tuttavia, spesso porta ad una riflessione su se stessi. Perché, diciamocelo, alla fine anche i giochi hanno qualcosa da raccontare edsono uno dei tanti modi per veicolare un messaggio.
Cosa c’è di più
Ora, se scaviamo più a fondo, possiamo notare che la risposta, come in tutto d’altronde, sta nella via di mezzo. A meno che non siate dei grandissimi appassionati dei solo perché odiati gli altri o viceversa, non sarete mai pienamente soddisfatti. Una cosa che in questi giorni alcuni sviluppatori vogliono riproporre è la modalità co-op per svolgere la storia del gioco. Per fare un esempio, possiamo prendere a modello Cuphead che catapulta il giocatore in un mondo retrò con una componente co-op non indifferente.
Lasciando da parte il mio parere personale, che odia i giochi come Call of Duty e compagnia bella, nella maggior parte dei casi un titolo multi non ha una storia significativa, anzi rende quasi superfluo giocarla. Se prendiamo come esempio i titoli sopracitati, vediamo che nessuno di questi ha una modalità storia degna di nota.
Un primo passo in avanti per questo genere è Titanfall 2 che, con una campagna molto emozionante ed avvincente soprattutto per il finale, pone il giocatore di sparatutto in una nuova ottica, o almeno ci prova. Inoltre, la storia è un vero addestramento per la componente online. Quindi personalmente, se potessi, spingerei gli sviluppatori a creare una storia degna di nota anche in questi giochi, non dico che debbano avere la profondità di un Shadow of the Colossus o di un vecchio Final Fantasy, ma qualcosa dovrebbero pur realizzare. Per esempio creare una storia intorno ad una figura, facendone risaltare le caratteristiche come nel film American Sniper.
D’altro canto l’uomo è sempre in cerca di sfide, quindi molti single player sviluppano una componente online che ci pone in una sfida 1vs1, come Dark Souls III. In questo momento storico dei videogiochi possiamo assistere ad un avvicinamento tra solo e multi, con un ritorno del co-op locale. Questo permette di vivere le storie insieme a qualcuno, tipo l’amico o il fratello. Ovviamente ci sono eccezioni come i giochi di corse dove una co-op perderebbe un po’ senso, per come è impostato, ma nella mia analisi, come in statistica, voglio eliminare i casi limite o i valori troppo diversi dagli altri.
Le riflessioni
Ora non ci rimane molto da dire se non tirare le somme di questa piccola riflessione. Single player e multiplayer sono molto similari tra loro e a prescindere dai gusti secondo me non può esistere l’uno senza l’altro. Una buona storia insieme accompagnata da componente online è la migliore delle soluzioni. Nella mia esperienza ho provato e gioco titoli solo online, esclusivamente single e vedo che il vecchio ritorna sempre. Ovvero i giochi che mi divertivo a fare da piccolo con Crash Bash erano forse i migliori perché con un qualcosa di semplice si divertivano tutti. Quindi multi e solo devono coesistere, anche per una completezza generale.
Spero che questa mia breve riflessione porti qualche utente a riflettere in generale sul mondo videoludico perché anche se insegnano qualcosa e ci aiutano a togliere stress o altro, sono sempre giochi nati per divertire e svagarsi, da soli o in compagnia. Però è sbagliato far diventare un gioco, specie online, un dramma o peggio un’ossessione.