Skatebird è un titolo che è riuscito a far parlare di sé prima ancora dell’uscita, grazie alla sua estetica particolare e all’idea geniale degli sviluppatori: cosa succede se prendiamo degli uccellini, li mettiamo su uno skateboard e ci buttiamo dentro anche della musica?
Siamo quindi davanti a una versione “in miniatura” di Tony Hawk, dove al posto del classico campione troviamo un uccellino personalizzabile e tenerissimo, che ci accompagnerà in una storia carica di umorismo e semplicemente surreale. Proprio per l’originalità dell’idea, molti appassionati del genere hanno subito tenuto d’occhio Skatebird, che ha anche fatto parecchie apparizioni durate l’ultimo E3.
Come sempre, però, prima di scucire i sudati risparmi, vale la pena dare un’occhiata alle prime impressioni sul gioco, per vedere se vale la pena mettersi nei panni (o in questo caso nelle piume) di un uccellino appassionato di skate.
Aiutando l’amica umana!
Incredibilmente, Skatebird ha una sorta di storia che fa da sfondo alle peripezie sulla tavola. Sia chiaro, non siamo davanti a una trama ricca di particolari, ma a una sorta di intreccio che, pur restando in secondo piano, è godibile e interessante.
In maniera quasi surreale, Skatebird racconta di alcuni uccellini che cercano, a modo loro, di aiutare la loro padrona – affettuosamente chiamata l’amica umana – a superare un momento difficile. La giovane donna sembra infatti rattristata da alcuni problemi lavorativi, che la portano a lasciare la stanza in disordine e a passare poco tempo con gli stessi uccellini.
Da questo incipit si aprono tutte le missioni, che spesso nascondono delle sfide o dei tutorial, mascherandoli da piccole attività svolte dagli uccellini. Ad esempio, per pulire la stanza potremmo dover grindare vicino a dei bicchieri, in modo da farli cadere e buttarli. Ogni missione, poi, inizia con delle brevi gag comiche tra i pennuti, tutte molto divertenti e in grado di strappare spesso un sorriso.
In pratica, il comparto narrativo sfrutta a dovere l’ambientazione surreale del titolo, portandoci delle interazioni tra pennuti divertenti, goliardiche e decisamente riuscite. Pur essendoci un intreccio non troppo elaborato, quindi, il risultato resta ottimo.
In Skatebird, “Gli skater umani sono idioti!”
Come dicono gli uccellini stessi in una delle gag, gli skater umani “sono idioti” perché possono fare un solo Ollie (il classico salto), mentre quelli pennuti possono farne due (di fatto, avendo un doppio salto). Purtroppo, però, le novità portate da Skatebird finiscono qui. Ma andiamo con ordine.
Il gameplay di Skatebird è quanto di più classico ci si possa aspettare dal genere: con un tasto è possibile saltare fino (due volte, in questo caso), con uno si eseguono vari flip, mentre con un terzo è possibile grindare sulle superfici o fermarsi alla fine di una rampa per mantenere l’equilibrio.
A questo poi si aggiungono piccole meccaniche secondarie che danno profondità alla formula, ad esempio permettendo di accelerare muovendosi a zig zag, dando uno slancio maggiore in caso di salto in cima a una rampa e così via. Ogni acrobazia eseguita di fila, poi, riempie una barra che permette di ottenere più punti e di muoversi più velocemente.
Il piatto forte di Skatebird sono sicuramente le sfide, che chiedono al giocatore di svolgere attività specifiche, sotto la costante minaccia di un timer. Queste piccole missioni richiedono spesso di sfruttare a dovere le meccaniche di gioco o, in alcuni casi, di ingegnarsi per raggiungere posizioni non troppo immediate.
All’inizio del titolo, poi, queste attività diventano anche dei tutorial abilmente mascherati, che aiutano il giocatore a capire le meccaniche. Ad esempio, nelle prime fasi di gioco è necessario recuperare il caricabatterie “dell’amica umana”, posizionato molto in alto. Per farlo, è necessario capire come funziona l’accelerazione vicino alle rampe e sfruttare bene il doppio salto, costringendo quindi a impararlo.
Delle ottime trovate, che però sono spezzate da un’esplorazione dispersiva. Per iniziare queste attività, infatti, è necessario trovare degli NPC sparsi per gli scenari che, spesso, sono posizionati in punti non troppo evidenti. Di conseguenza, il ritmo dell’azione tende a calare e si rischia di annoiarsi.
Oltre alle missioni, poi, è possibile giocare a Skatebird in modo più libero, limitandosi a esplorare i vari livelli, ottenendo collezionabili o cercando di ottenere punteggi alti. In questo caso, siamo di fronte a un gameplay estremamente classico che, va detto, non sfrutta a dovere l’idea di impersonare un pennuto. A parte il doppio salto, non ci sono meccaniche che possano valorizzare maggiormente il tempo a mezz’aria o il fatto di avere un bel paio di ali.
Lo stesso dicasi per i livelli stessi: questi sono delle ambientazioni viste dalla prospettiva di un pennuto e, di conseguenza, gigantesche. Troviamo quindi molti oggetti comuni che diventano vere e proprie rampe, come matite, gomme, cartoni per la pizza e molto altro. Tutto questo, però, non viene sempre sfruttato a dovere.
Infatti, se da una parte troviamo un level design caratterizzato da una buona verticalità o da strutture che sarebbero impossibili nella realtà, dall’altra parte abbiamo anche alcuni punti dei livelli fin troppo “classici” e banali, che non sfruttano a dovere la natura “oversized” degli scenari.
In generale, poi, siamo di fronte a una fisica di gioco che va decisamente migliorata. Capita spesso di cadere dalla tavola con impatti leggerissimi e, in altri casi, di atterrare brutalmente con la punta dello skateboard senza nessuna conseguenza. Anche stavolta, però, il risultato complessivo è altalenante: da una parte troviamo un comportamento della tavola convincente su rampe, salti in velocità e trick, ma in altri casi si manifestano i problemi appena citati.
Quindi, vale la pena acquistare Skatebird? Non siamo di fronte a un brutto gioco, ma l’esperienza non offre niente di nuovo al genere e, tra i congeneri, si trovano titoli molto più rifiniti. Nel complesso il gioco è divertente e riesce a intrattenere grazie alle missioni ben congegnate e a un gameplay che verrà sicuramente apprezzato dagli amanti del genere.
La particolare componente estetica e narrativa, poi, rendono Skatebird perfetto per coloro che hanno già divorato i principali esponenti dei videogiochi dedicati allo skateboard e ora cercano qualcosa di nuovo. Dall’altra parte, però, non si possono ignorare le mancanze tecniche, l’idea poco sfruttata e un eccessivo adagiamento sulla classica struttura tipica del genere.
Una menzione d’onore va fatta alla incredibile componente estetica del titolo, che permette di personalizzare i propri uccellini in molti modi diversi: oltre alla razza, è possibile selezionare cappelli, sciarpe, occhiali e altri tipi di accessori. I risultati strappano spesso un sorriso, dato che permettono di creare dei pennuti incredibilmente alla moda.
Tecnicamente migliorabile
Il comparto tecnico di Skatebird è decisamente migliorabile. Gli scenari sono poco dettagliati, spogli e dalle texture non troppo definite. Questo, poi, viene nascosto da un’infelice effetto di sfocatura, che rende la distanza visuale estremamente ridotta, impedendo di vedere troppo lontano. Il risultato di questa scelta estetica, però, va a inficiare sul gameplay, risultando spesso scomodo per le acrobazie in velocità.
La telecamera contribuisce ulteriormente a rendere alcuni trick complicati, dati alcuni cambi di inquadratura apparentemente imprevedibili, affiancati dalla visuale fin troppo ravvicinata al nostro pennuto.
Proprio i vari uccellini, pur vantando delle texture colorate e convincenti, si presentano con dei modelli che a volte sono eccessivamente poligonali. Le animazioni, al contrario, sono davvero ben fatte,
Infine, il comparto sonoro è ottimo, grazie a delle musiche davvero godibili, che si prestano molto bene all’atmosfera particolare di Skatebird. Si aggiungono degli ottimi effetti sonori, che rendono giustizia a suoni come quello dello skateboard o del battito d’ali.