Skatemasta Tcheco è un platform arcade in stile retrò che approda anche su PlayStation 4 il 7 ottobre 2020. Sviluppato da Marcelo Barbosa, rappresenta il sequel di Tcheco in the Castle of Lucio, titolo su PC rilasciato nel 2015.
Gameplay: qual è l’identità di Skatemasta Tcheco?
Skatemasta Tcheco è concepito per essere un elogio ai retrò game di NES, prendendo molto riferimento dal vecchio Super Mario Bros. Il problema è che nonostante i livelli siano costruiti, a prima vista, come un qualsiasi platform arcade i vecchi titoli che tanto amiamo, funzionano molto meglio ad oggi rispetto a questo titolo. I livelli sono accessibili da subito nonostante sia indicata la difficoltà e questo toglie già mordente al gioco, non sono particolarmente complessi, entusiasmanti ed equilibrati.
Di retro game indie ce ne sono ormai davvero tanti, è sicuramente un’idea molto diffusa quella di emulare i vecchi giochi SNES e costa meno a livello di produzione. Ma all’idea iniziale, il gioco che si sta sviluppando deve costruirsi comunque una propria identità forte che lo possa contraddistinguere dall’elevato numero di titoli di questo genere. Skatemasta Tcheco mi è sembrato già da subito carente da questo punto di vista. Sembra un titolo in potenza ma che per qualche ragione non riesce a staccarsi dall’eredità di cui si fa forte e su cui fa leva. La sua forza è anche la sua debolezza, è rimasto troppo vincolato al passato rimanendo schiavo delle stesse meccaniche che lo rendono in qualche modo interessante. Il protagonista è un ragazzo che va sullo skate e che è capace di compiere molte acrobazie… ah no, in realtà salta e rotola, tutto qui.
Il concept di fondo non è stato sfruttato appieno perché alle azioni possibili che il giocatore può compiere, se ne potevano aggiungere delle altre e sfruttarle per costruire delle meccaniche di gioco più interessanti e appetibili. Concepiti in questo modo, i livelli non hanno carattere sono troppo semplici , lineari, piatti con nemici simpatici ma distribuiti malamente, senza che ci sia una disposizione coscienziosa degli spazi il più delle volte. I comandi sono complessi da gestire, esiste solo un salto e una specie di capriola che rende il tutto meno fluido e poco coerente. Introdurre un doppio salto non sarebbe stato poi azzardato e avrebbe dato un senso ad alcune sezioni del gioco.
Inoltre, mi trovo costretta a precisare che c’è una ragione se quando si muore, i vecchi titoli – consideriamo sempre Mario – ti fanno ricominciare da un punto piuttosto che da un altro. In Skatemasta Tcheco se muori in un punto nel vuoto, il gioco ti fa ricominciare esattamente in aria e questo è inaccettabile ed insensato. Ricominciare il livello sarebbe stato meglio a questo punto, anche per essere in linea con i vecchi titoli. C’è anche da dire che ogni livello non sembra avere un crescendo, una progressione sembra tutto piatto e lineare e dura davvero troppo senza un vero apparente motivo. I tempi non sono gestiti benissimo, sembra tutto gettato alla rinfusa senza una ragione precisa. I movimenti non sono molto fluidi e alle volte sono poco calibrati. In più, non comprendo la scelta di non far rigenerare la vita al termine di ogni livello, anche questa sembra una decisione apparentemente non ponderata e pensata perché non si lega a tutto il resto del gameplay e ne limita lo svolgimento in un certo qual modo. Insomma, tecnicamente Skatemasta Tcheco sembra non essere all’altezza dei titoli del genere.
Quello che invece funziona del titolo di Marcelo Barbosa è l’atmosfera retrò che ricostruisce. Da quel punto di vista, non si può dire nulla al titolo perché appena lo si accende l’effetto nostalgia è immediato e gradevole. Anche l’idea di fondo è carina e c’è una buona varietà di nemici e di ambientazioni davvero simpatiche e ironiche che danno una marcia al gioco e gli fanno recuperare quota.
Grafica e sound: evviva gli anni’ 80-90!
Ciò che Skatemasta Tcheco non è riuscito a compiere con il gameplay è riuscito benissimo con la grafica e il sound. Dai colori, allo stile e ai vari dettagli si respira aria vintage in ogni frame e questo gli conferisce del valore unico che è una componente essenziale dei retrò game. Appena lo si avvia, l’effetto nostalgia si innesca in modo prepotente e questo è sicuramente un punto a favore per il gioco. Il sound ancora più di impatto rispetto alla grafica, ci porta proprio indietro nel tempo ed è costruito meglio di tantissimi altri titoli che ho provato dello stesso genere. Si distingue e coglie perfettamente i suoni e la musica adatta allo scopo. Da questo punto di vista, non si può che lodare lo sviluppatore e le sue scelte coscienziose e funzionali.