Il Natale si fa sempre più vicino e ci sono alcuni videogiochi che, fatto, non fanno che trasmettere in noi il bambinesco entusiasmo di trovarsi in mezzo alla neve, magari con una cioccolata calda ed un paio di pattini con cui sfrecciare. Skater’s Solstice può, di fatto, essere definito un titolo pensato per gli amanti delle festività invernali che, più di tutte, ci scaldano il cuore.
La piccola avventura del giovane pattinatore senza nome è raccontata dai ragazzi di Double Mizzle ed edita da East Asiasoft Limited ed è recentemente approdata su praticamente ogni dispositivo: disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S e Nintendo Switch, ti parliamo in questa recensione della versione pensata per console Nintendo.
Il gameplay di Skater’s Solstice
Il titolo, sulla falsa riga di quanto abbiamo visto con il progetto, sempre edito da East Asiasoft, Glyphs of Gitzan, offre al giocatore dei piccoli rompicapo da completare: con il nostro pattinatore, dovremo raggiungere determinate zone di una pista da pattinaggio… il problema? Ci possiamo muovere solo in linea retta e ci fermeremo solo se andremo incontro ad un ostacolo.
Il rompicapo si basa, dall’inizio alla fine dell’esperienza, su meccaniche legate all’ordine in cui effettuare determinati movimenti al fine di raggiungere il traguardo e, se sei un completista nel vero senso della parola, di ottenere tutte le stelline extra sparse per la piccola mappa.
Skater’s Solstice è composto da 50 livelli di difficoltà crescente i quali, in ogni caso, richiederanno ai giocatori una manciata di secondi o giusto qualche tentativo extra per essere completati: di fatto, il titolo può essere tranquillamente completato in meno di un’ora di gioco, senza purtroppo possibilità di giocare livelli extra o versioni dei rompicapo già affrontati ad una difficoltà avanzata.
Pattinando tra rose e… spine!
Il titolo, data la sua non particolare lunghezza, non presenta una grande varietà sul lato delle meccaniche di gioco, che restano praticamente immutate dall’inizio alla fine dell’esperienza. Nel corso dei livelli di Skater’s Solstice, ovviamente, le cose si faranno via via leggermente più articolate, ma mai particolarmente complesse.
Unica eccezione in tal senso è quella delle spine: degli spunzoni spunteranno dal pavimento ghiacciato per brevi periodi di tempo richiedendo al giocatore non solo ordine mentale nell’impartizione dei comandi di movimento al pattinatore, ma anche il giusto tempismo, per non dover ricominciare il livello da capo.
Tali spine presentano sì un’opportunità per rendere il titolo più stimolante e sfidante ma, al contempo, rendono l’esperienza in più di un’occasione decisamente frustrante: ci è capitato, in più di un’occasione di muoverci all’interno di mappe di medio-grandi dimensioni ove gli spunzoni, sulla nostra taiettoria, non erano visibili e, di conseguenza, se non affidandosi ad un effetto sonoro non sempre coordinato, non ci era dato sapere se saremmo finiti o meno incontro ad un “game over”.
Lo stile artistico di Skater’s Solstice
Il titolo ricalca in tutto e per tutto l’idea di minimalismo e semplicità: Skater’s Solstice è un progetto artisticamente senza fronzoli, ma non sgradevole alla vista. Abbiamo apprezzato la scelta dei colori e dello stile in pixel-art, delicata e rincuorante come, di fatto, deve essere una giornata passata a pattinare in mezzo alla natura.
Intendiamoci: non siamo di fronte ad un progetto con una forte identità artistica né sul lato visivo né (soprattutto) sul lato sonoro, tutt’altro, ma non possiamo nemmeno affermare che sia brutto da vedere, mentre, purtroppo, abbiamo un po’ di perplessità in più per quanto riguarda il sonoro: spoglio e decisamente poco coinvolgente e ispirato.