Se ci segui costantemente avrai sicuramente letto le nostre ultime recensioni su un genere molto popolare nel paese del Sol Levante, che da noi invece è poco diffuso: sto parlando degli Shoot ‘em Up, Shmup per gli amici.
Considerato come si tratti di un genere molto di nicchia, non stupisce come non ci siano numerosi esponenti del genere sviluppati in Europa; Skyland Rush è uno di questi. Purtroppo, aggiungerei, come vedremo tra poco.
Prima di addentrarci nella recensione di Skyland Rush – Air Raid Attack, questo il nome completo, è opportuno ricordare che si tratta del porting per Switch di un titolo già disponibile da qualche tempo su App Store per iOS. E’ un elemento da tenere in debita considerazione, se si decide di acquistare il titolo sviluppato dai greci di LazyLand.
Quella di accomunare l’ibrida Nintendo al mondo mobile, per la presenza di un touchscreen, è una pericolosa abitudine che sta prendendo campo; senza tenere conto delle ovvie ed essenziali differenze tra la platea di utenti delle due piattaforme, assistiamo all’invasione di numerosi titoli mediocri che, in parte snaturati, non possono riscuotere lo stesso successo ottenuto su mobile.
Skyland Rush ne è un indiscutibile paradigma.
Zenya su un tronco volante
Come nella versione mobile, Skyland Rush non ha nessuna pretesa di volere raccontare una storia: sappiamo solo che la protagonista Zenya, inspiegabilmente abbigliata come uno stereotipo hawaiano, vola a bordo del suo tronco a propulsione su tutta Skyland affrontando qualunque creature le si pari davanti.
Teoricamente il suo compito sarebbe quello di eliminare le minacce al suo paese natale, ma per quanto viene spiegato nel gioco potrebbe pure essere una psicopatica che decide di sterminare chiunque trovi sul suo cammino, in stile “Un giorno di ordinaria follia”.
Con questa inesistente premessa ci troveremo ad iniziare quello che, più che uno Shmup definirei un Doge ‘em Up: si perché con il fuoco automatico sempre attivo, tutto quello che dovremo fare sarà evitare nemici che in linea di massima ci colpiranno con il proprio corpo.
Si perché oltre ad avere poca varietà di nemici,13 in totale tra pipistrelli, zanzare, streghe e insetti vari, la maggior parte di queste poco ispirate creature non possiede attacchi dalla distanza per cui evitandoli avremo risolto il problema.
Quello del gameplay è il più grande dei problemi di Skyland Rush: avere importato la stessa formula di gioco della versione mobile su una console dotata di tasti fisici non solo non ha premiato, ma sostanzialmente condanna il titolo alla mediocrità assoluta.
Infatti, se su smartphone il touch screen consente comandi rapidi e precisi, il Joy-Con di Switch non ci da la stessa affidabilità e in un budello stretto tra nemici, spuntoni e mine, l’errore è sempre dietro l’angolo. Inspiegabilmente infatti, gli sviluppatori non hanno inserito la possibilità di giocare con il touchscreen in modalità handheld, probabilmente perchè era loro intenzione fornire un’esperienza leggermente diversa da quella mobile.
Il risultato complessivo è francamente noioso: per completare tutti gli 8 livelli di cui si compone il gioco, non basta percorrerli fino alla fine ed eliminare il boss di turno (nei primi 5 stage si chiamano Guardiani, negli ultimi 3 Titani). Saremo costretti ad assolvere ad una serie di obiettivi per ottenere almeno 4 medaglie su 6 totali disponibili per avanzare al livello successivo. Inutile dire che il processo è un’agonia: gli obiettivi, sempre uguali, consistono nell’eliminare almeno il 40-80% della forza nemica, raccogliere un certo numero di monete, liberare alcune strane creature vagamente somiglianti a degli spermatozoi, completare il livello senza mai usare le bandiere del checkpoint e infine sconfiggere il livello.
Inevitabilmente questo ci obbligherà a ripetere più volte le sessioni, aumentando la longevità in maniera talmente fastidiosa che probabilmente abbandonerai Skyland Rush al primo livello. Teoricamente, a nostra disposizione ci sono alcuni upgrade che potremo utilizzare per migliorare alcuni parametri (potenza di fuoco, vitalità) e degli amuleti che dovrebbero facilitarci il compito.
Facciamo prima a dimenticarcene: i primi sono abbastanza inutili (dopo 4 upgrade dell’arma principale non ho notato particolari differenze con il livello base) e, come per gli amuleti, la quantità di monete da raccogliere per sbloccarli è semplicemente improponibile. Con le monete che valgono 1, raggiungere i 30-40.000 punti necessari a sbloccarli richiede troppo tempo, che probabilmente il gioco non merita.
Anche in questo caso, si tratta di un problema causato dalla natura di gioco mobile distribuito gratuitamente e con acquisti in game: nella versione Switch non ci sono microtransazioni, in compenso dovremo soffrire parecchio per acquistare qualsiasi cosa.
Un’altra scelta inspiegabile, specie considerando gli obiettivi di cui sopra, è quella che ha portato gli sviluppatori a ridurre notevolmente i livelli di questa versione. Infatti nell’originale abbiamo sezioni molto più lunghe con numerosi checkpoint, qui invece le macro aree sono solo 2, ognuna delle quali ci vede affrontare il boss di fine livello (che al primo scontro scapperà preparandosi al combattimento finale).
Purtroppo non mancano neppure dei fastidiosi bug, il più ricorrente dei quali (praticamente costante) vede la fastidiosa manona che serve per selezionare le opzioni dal menu di pausa, rimanere su schermo una volta ricominciata la partita, nascondendo una porzione importante di livello. Altre volte è capitato che il gioco continuasse nonostante fossi entrato in pausa, con tanto di schermata attiva, oppure che sparisse la suddetta mano obbligandomi a riavviare il gioco.
Nel complesso anche in questo caso, i bug sono retaggio della natura mobile del titolo, che non è stato ottimizzato a dovere.
Segnali di Stile
L’unico elemento che si salva parzialmente di Skyland Rush è il comparto visivo. La palette ultra colorata e gli sfondi classicheggianti, frutto dell’origine greca degli sviluppatori, sono piacevoli da vedersi così come il character design tanto di Zenya quanto dei vari nemici, che in realtà sembrano usciti dalla saga di Rayman.
Senza lode e senza infamia il comparto audio, che funge da mero accompagnamento senza brillare particolarmente.