Quest’anno uno tra i titoli più noti per gli amanti del genere compirà ben 13 anni dalla sua uscita e, nonostante non sia un videogioco che riceve aggiornamenti ufficiali, continua a vedere moltissimi giocatori attivi. Stiamo parlando di Skyrim, il quinto capitolo della saga The Elder Scrolls di Bethesda, che dal momento del suo rilascio ha catturato il cuore di migliaia di persone, molte delle quali continuano a giocarci, nonostante si parli di un GDR a giocatore singolo, ma con un vastissimo open world.
The Elder Scrolls V: Skyrim, dopo tredici anni è ancora amatissimo (e giocato!)
Prima di capire come un gioco che non prevede multiplayer o aggiornamenti di campagne possa sopravvivere così a lungo, è bene entrare a fondo in quello che è Skyrim, ovvero non un semplice gioco da completare e accantonare.
“Solo” quattro anni dopo l’uscita di The Elder Scrolls IV: Oblivion, Bethesda ha sganciato sul mercato quella che sarebbe presto diventata una vera e propria bomba per gli appassionati del genere e non solo. Il quinto capitolo della saga, Skyrim, è uscito nel novembre 2011 per PC, PlayStation 3 e Xbox 360 e ha registrato più di 60 milioni di copie vendute in tutto il mondo, rientrando tra i videogiochi più venduti di sempre.
Nel giugno del 2016 viene annunciato che a ottobre dello stesso anno sarebbe stata rilasciata una versione rimasterizzata del gioco, evento che ha prontamente riportato al pad o alla tastiera chi si era allontanato dalla “retta via”, e rendendo felice chi, come chi scrive, la retta via non l’aveva ancora mollata perché presa dalla raccolta di tutto il raccoglibile e dall’esplorazione fino all’ultimo pixel. Per i 10 anni del titolo nel 2021, è stata rilasciata la Anniversary Edition, contenente i DLC e contenuti del Creation Club, alcuni dei quali inediti. Giusto per non dimenticarci delle terre di Skyrim.
Il lancio del gioco aveva già fomentato tutti quei giocatori che non vedevano l’ora di mettere le mani sul nuovo capitolo fantasy che aveva dei predecessori degni di nota. Ma probabilmente né i giocatori e nemmeno la stessa casa di produzione si sarebbero aspettati una risonanza tale nel corso degli anni.
Quello che spesso ci si chiede è perché molte persone gli siano così affezionate. Sicuramente la componente emotiva gioca un ruolo importante, eppure il gioco non richiede nemmeno troppe ore per essere completato. Basti pensare che per completare la main quest sono sufficienti circa 35 ore andando spediti e senza farsi trascinare nei rivoli della storia. Se si preferisce invece snodare la trama e affrontare le missioni secondarie, sono stimate circa 110 ore.
In tredici anni però ci si aspetterebbe che un simile gioco sia più che concluso e archiviato, considerando appunto che i tre unici DLC rilasciati sono usciti nel 2012 e nel 2013, mentre il titolo era ancora fresco. Eppure c’è chi dopo tutto questo tempo continua ad accumulare ore sul capolavoro di Bethesda, e forse questa cosa un senso ce l’ha.
I personaggi
Sicuramente se sei rimasto incollato a Skyrim per tutto questo tempo o se ogni tanto ti affacci nuovamente al gioco per “ricordare i vecchi tempi” (lo ammetto, ogni tanto ci cado nuovamente anche io), saprai bene cosa significa immergersi in quel mondo di draghi, mostri, banditi e di “frecce nel ginocchio”.
Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, The Elder Scrolls V: Skyrim, inizia con la caratterizzazione del proprio personaggio, e già qui le prime 2-3 ore di gioco possono volare, se non si è dei tipi approssimativi. Sicuramente, tenendo conto che si parla di un gioco risalente al 2011, non è paragonabile al più moderno Dragon’s Dogma 2, ma scegliere la propria razza è ancora oggi un’impresa non da poco, in quanto ce n’e sono ben 10 tra le quali scegliere, ognuna con una skill peculiare maggiorata rispetto alle altre. Argoniano, Bretone, Elfo Alto, Elfo dei Boschi, Elfo scuro, Imperiale, Khajiiti, Nord, Orco o Redguard sono quelle a disposizione, e una volta deciso si passa alla personalizzazione vera e propria di occhi, capelli, segni particolari ecc. Ed ecco spiegato come u paio d’ore di gioco volano.
La trama
La trama di Skyrim vede la storia ambientata 200 anni dopo le vicende del precedente capitolo, Oblivon, nella regione di Skyrim, per l’appunto. Il regno è in uno stato di caos a seguito dell’uccisione del Re dei Re, minacciato da un’imminente guerra civile e nel mentre si avvera una delle profezie più nefaste contenute nelle antiche pergamene: il ritorno dei draghi.
Così mentre il potente drago Alduin attacca la cittadina dove il nostro personaggio sta arrivando a bordo di un carro di prigionieri catturati dalla legione imperiale, i ribelli capitanati da Ulfric Manto della Tempesta (il tizio che ha ucciso il Re) ne approfittano per liberare i loro compagni e, con l’occasione anche noi.
Qui ci sarà la prima vera scelta di gioco: dovrai scegliere se farti aiutare da un ribelle o da una della guardie imperiali, mettendoti davanti alle due fazioni che porteranno avanti la trama del gioco.
Trama che sarà ricca non solo di vicende che ti faranno venire voglia di giocare anche quando hai 10 minuti di tempo libero, ma che nel corso degli anni ha mantenuto viva l’attenzione su personaggi e frasi iconiche, come la famosa guardia che incontrando il nostro personaggio esclamerà: “Un tempo anch’io ero un avventuriero come te, finché non mi sono beccato una freccia nel ginocchio…”. Da quel momento la “freccia nel ginocchio” è leggenda.
Le abilità e le razze dei personaggi
Come già anticipato, ogni razza ha la sua abilità specifica più sviluppata rispetto alle altre. Anche in questo caso, la meccanica di gioco, di cui parleremo a breve, spinge molti giocatori a voler raggiungere i massimi livelli, il che porta a giocare e giocare. Le abilità in totale sono diciotto e sono divise in classi di gioco: Mago, Guerriero e Ladro. Per quanto riguarda la magia, troviamo Alterazione, Incantamento, Evocazione, Recupero, Incantamento e Illusione.
Tra le abilità di combattimento possiamo trovare Arcieria, Forgiatura, Parare, Armi a una mano, Armi a due mani e armatura pesante. I ladri invece avranno altre caratteristiche, ovvero Alchimia, Oratoria, Armatura leggera, Borseggiare, Furtività e scassinare. Ciascuna di queste abilità si rivelerà utile in un modo o nell’altro e saremo spesso “obbligati” a svilupparne alcune per procedere con il gioco e, logicamente, per salire di livello.
Questo sta a significare che si, in base alla razza che sceglierai potrai avere un’abilità più sviluppata di un’altra, ma sarà una decisione che ti sarà utile per le prime ore di gioco, fino a quando non svilupperai anche le altre (e finirai nel loop di doverle portare tutte al massimo…).
Le razze non portano solo bonus ma anche dei piccoli malus, oltre a interazioni differenti con i personaggi nel corso delle campagne. Fondamentalmente non c’è una razza migliore di un’altra ai fini della storia.
Ogni razza ha una sua provenienza e una sua storia e oltre alle 10 giocabili ce ne sono due che vengono menzionate ma che non possono essere utilizzate come scelta: si tratta dei Falmer, gli Elfi della neve ormai divenuti feroci nemici da affrontare, e i Dwemer, i Nani dei quali ci rimangono meravigliose rovine da esplorare e oggetti preziosi non solo per i combattimenti ma anche per adornare le nostre case. Si, perchè tra le meccaniche di Skyrim c’è la possibilità di acquistare delle case e, grazie a uno dei DLC, di costruirle da zero.
Non mancano decisamente i PNG, Skyrim ne è pieno. Piccoli, grandi, umani e non, è un continuo incontrare persone che hanno voglia di chiacchierare o che hanno bisogno di aiuto per motivi più o meno seri e che ci affideranno missioni secondarie in cambio di qualche spicciolo o oggetto prezioso. sono tanti e chiacchieroni, ma a volte vale la pena ascoltarli, poiché potrebbero trascinarti in una quest inaspettatamente coinvolgente.
Le ambientazioni
Per essere un GDR open world mi sento di dire che, tutt’oggi, Skyrim se la cava decisamente bene con le ambientazioni e la mappa rimanendo un gioco attuale, nonostante la grafica un po’ datata, che nel 2011 era qualcosa di clamoroso e che anche oggi può rendere al meglio (ma di questo parleremo prossimamente). si può scegliere facilmente di passare dalla prima alla terza persona per giocare nel modo che più si preferisce. Inutile dire che in prima persona, l’intera avventura è decisamente più immersiva, vero?
Il bello dei videogiochi open world è la possibilità di vagare liberamente per le terre, e la regione di Skyrim ne ha di prati, boschi e monti da esplorare, con dungeon ben nascosti e a volte non segnalati sulle mappe, alcuni dei quali accessibili solo per mezzo di una specifica missione. E qui c’è un’ulteriore spiegazione del perché dopo tutti questi anni Skyrim è ancora in auge. Non è raro infatti che qualche utente segnali ancora oggi di aver trovato qualcosa di mai visto prima, è facile quindi immaginare quanti contenuti ci siano da scovare e quanti oggetti da raccogliere (forse pure troppi).
Le città sono probabilmente quello che di più maestoso c’è di questo titolo. Ognuna con una sua identità ben precisa e con le sue caratteristiche, possono essere raggiunte a piedi ma anche a cavallo, opzione che rende sicuramente più rapidi gli spostamenti.
Attenzione però, perché spostandoti da una città all’altra, tra prati, boschi e montagne, incontrerai inevitabilmente nemici da affrontare. Nel corso del gioco ti sarà possibile usufruire degli spostamenti rapidi ma ti assicuro che, se non vai di fretta, il più delle volte vorrai percorrere la strada per scovare qualcosa di inesplorato. Fosse anche solo una pianta.
C’è ancora molto altro da dire su Skyrim, partendo dalla meccanica di gioco per finire con la colonna sonora e gli aggiornamenti che lo hanno reso un gioco in grado di durare ben 13 anni. Ti invito a restare aggiornato così da non perderti la seconda parte di questo articolo e per approfondire ulteriormente come Skyrim sia riuscito a far affezionare così tanti giocatori.