Iniziamo subito col dirti che no, Slap the Rocks non ha niente a che vedere col prendere a schiaffi dei comici che hanno il cognome “Rock.” Tralasciando l’inevitabile ironia, immergiamoci in questa nuova recensione. Sviluppato da AFIL Games e Ratalaika Games SL e pubblicato da Eastasiasoft Limited Games, Slap the Rocks è un piccolo puzzle game che vede protagonisti un uomo, la sua spada e taaaanti sassi da “pestare”. Noi abbiamo accettato la sfida e ci siamo preparati a schiaffeggiare sassi sulla nostra Xbox in questa recensione approfondita… scopriamo insieme cosa tratta questo videogioco!
Slap the Rocks: spada, rocce, cespugli e buche da riempire
Slap the Rocks non ha una trama. Il protagonista è un omino anonimo, muto e senza nome che, armato di una spada, si diletta a prendere a spadate delle rocce… facendole letteralmente scivolare sul terreno. Il suo scopo? Coprire delle buche creando un percorso per raggiungere dei tesori pieni di cuori. Fine. Il canovaccio narrativo è inesistente e il gioco non fa nulla per spronarti ad andare avanti. Non ci sono segreti da scoprire, punteggi da totalizzare, potenziamenti da sbloccare, nemici da sconfiggere. Niente. Solo rocce, cespugli e buche.
Gameplay: colpisci il sasso, copri la buca e ripeti
Slap the Rocks è composto da 30 livelli e sono tutti immediatamente disponibili. Il gioco, infatti, non ha un vero e proprio senso di progressione. Sì, puoi iniziare dal primo livello, che funge anche da piccolo tutorial, ma potenzialmente puoi selezionare il livello che preferisci da subito. Questo annulla anche il senso di sfida considerando che in caso di un quadro troppo ostico, puoi liberamente bypassarlo.
A primo impatto, Slap the Rocks ricorda uno di quei mini-enigmi che si trovavano nelle palestre di Pokémon prima di affrontare un capopalestra… solo che qui quel mini-enigma si ripete per trenta livelli senza alcuna variazione. Lo scopo infatti coincide con la “trama” e vede il nostro personaggio impegnato nel risolvere dei percorsi prendendo a spadate delle rocce.
Prima di analizzare i dettagli del gameplay, è giusto soffermarci su alcune scelte a partire dal titolo del gioco. “Slap the Rocks” tradotto sarebbe “Schiaffeggia le rocce” eppure il protagonista non usa le mani ma una spada. L’utilizzo di questa stessa arma ci lascia abbastanza perplessi… può un colpo di spada spostare delle rocce grandi quanto lo stesso protagonista? A quanto pare sì.
Domande “filosofiche” a parte, il gameplay di Slap the Rocks è semplice e immediato. Noi siamo alla guida del protagonista che si muove in modo abbastanza lento con uno stile top-down lungo livelli fondamentalmente vuoti. L’unico elemento che si muove siamo noi… e i sassi dopo che li avremo colpiti.
Oltre a noi, infatti, gli altri protagonisti sono i sassi e le buche da riempire. I sassi che possono essere colpiti sono di colore più chiaro rispetto ai loro gemelli più scuri e inamovibili. Ma non finisce qui, ci sono anche i cespugli (che morfologicamente assomigliano ai sassi ma sono verdi) che possono essere distrutti con un colpo di spada ma che impareremo essere molto più utili da “integri”.
Ogni livello si completa quando raggiungeremo il tesoro, sempre ben visibile. Questo può essere composto da una o più “slide” e qui iniziano i primi problemi. Spesso sarà richiesto di spostare una roccia dalla prima alla seconda slide… e se la sposti sul bordo destro l’unico modo per smuoverla diventa quello di spingerla dal limitare sinistro. Però quello che è presente nella slide di sinistra non è visibile nella slide di destra e viceversa. In poche parole, dovrai agire alla cieca. Nulla di eccessivamente complicato ma comunque fastidioso considerando che il gioco offre praticamente solo quello.
Il cespuglio è tuo amico
Gli enigmi di Slap the Rocks sono ripetitivi e inizialmente molto semplici. Nelle fasi avanzate il gioco inizia a mostrare il suo carattere e richiede al giocatore un certo pensiero laterale. A partire dai cespugli. Se nei primi livelli ti divertirai a massacrarli (anche solo per far qualcosa di diverso dallo spingere sassi), più andrai avanti e più comprenderai il loro valore. Questi infatti sono degli utilissimi ostacoli e la scelta dal tenerli integri o distrutti può creare percorsi più o meno diretti verso il traguardo.
Questo perché come avrai già intuito, una volta che colpiamo una roccia, questa slitterà nella direzione del colpo fino al raggiungimento di un muro. Solo allora si fermerà e noi potremo colpirla nuovamente. Di solito tali rocce (sempre e solo quelle di colore chiaro) sono destinate a tappare i buchi nel suolo, ma più andrai avanti più ti ritroverai davanti una vasta quantità di rocce “colpibili”. Questo perché starà a te creare un percorso, scegliendo come colpirle, dove bloccarle e in che ordine.
E finisce qui. Fondamentalmente Slap the Rocks è questo. Studia il livello, crea un percorso e fa slittare le rocce fino alla buca. Fatto ciò, raggiungi il tesoro, festeggia e ripeti. In tutto ci sono tre “biomi” composti da dieci livelli ciascuno ma la varietà è quasi solo cromatica oltre che di difficoltà (il livello di sfida diventa più impegnativo). Una volta entrato nel meccanismo risolvere alcune sfide è sinceramente divertente ma il gioco non è adatto a lunghe sessioni anche perché in una serata può essere tranquillamente completato.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando Slap the Rocks fa il minimo. La grafica utilizzata è in pixel, poco colorata, poco originale e anche molto riciclata. Gli elementi su schermo sono pochi e si ripetono di continuo. Anche il sonoro non cattura e anzi diventa fastidioso in caso di lunghe sessioni di gioco o in quelle rari fasi di blocco.