Il genere dei roguelite è tra i più popolari degli ultimi tempo, grazie a un enorme numero di titoli pubblicati nel panorama indie. Come sempre, il loop tipico del genere è stato mischiato con le meccaniche più disparate, che vanno da quelle dei metroidvania, ai platform, passando per i tower defense e i deckbuilding.
Slay the Spire rientra proprio in quest’ultima categoria, dato che l’esplorazione di dungeon viene affiancata a un sistema di combattimento a turni che si basa sulle carte e sulla costruzione di un mazzo. Parliamo di un titolo praticamente leggendario, che ha dato il via a un filone di roguelite davvero popolare.
Cosa aspettarsi da Slay the Spire
Il gameplay di Slay the Spire si basa sulla classica struttura tipica del genere: all’inizio di ogni partita si sceglie un personaggio, con cui ci si addentra in un dungeon. Quest’ultimo è rappresentato da una mappa con varie biforcazioni, che portano a luoghi diversi. Ogni stanza del dungeon corrisponde a una certa tipologia di evento, oppure a un combattimento.
In quest’ultimo caso, Slay the Spyre dà il meglio. Le azioni che possiamo compiere in ogni scontro si basano interamente sulle carte del nostro mazzo, che vengono pescate ogni turno e aggiunte alla mano.
Il bello del gioco è che il deck utilizzato va costruito con le carte trovate a ogni partita, diverse volta per volta, costringendo il giocatore a un minimo di adattamento.
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