Se c’è un genere che proprio non può mancare su Nintendo Switch è quello del platform. La casa di Kyoto, grazie a Mario, è riuscita negli anni a costruire la sua reputazione su questo tipo di titoli. Oltre a questo c’è da dire che legioni di giocatori sono state forgiate da questa opera di Shigeru Miyamoto, è logico, quindi, pensare che se il tuo sogno è creare un videogame, ma di lavoro fai tutt’altro, tipo che ne so il medico, il genere che vai a creare è proprio quello.
Questo incipit perché il titolo della recensione di oggi, ovvero Smashroom, è stato creato da una sola persona, ovvero Jonathan Calsolaro ed è un nostro conterraneo. Se poi il lavoro svolto è pure ben fatto, beh direi tanto meglio.
Uscito originariamente su Steam e creato totalmente in Game Maker Studio, ovvero la piattaforma che da l’opportunità a chiunque abbia un minimo di voglia di applicarsi, Smashroom, sbarca su Nintendo Switch e qui raggiunge il suo habitat naturale, visto che sulla console della casa di Kyoto, questo genere, davvero, non passa mai di moda.
Ti trasformo in fungo
La storia di Smashroom, appena accennata, è giusto un pretesto per farci attraversare i livelli di gioco. Saremo un umano che, per colpa di una maledizione, verrà trasformato in un fungo umanoide. La nostra missione sarà quella attraversare tutta la foresta e cercare di spezzare questo sortilegio. Semplice e d’effetto. Non ci sono troppi fronzoli in questa storia, ma da un titolo del genere non ce li aspettiamo, visto che un platform deve andare a puntare tutto su quello che è il gameplay.
Gameplay che unisce l’old school con l’innovazione
In Smashroom, come già detto nel paragrafo precedente, si da poco peso alla trama, ma ci si concentra principalmente su quello che è il lato gameplay. Ci sono tutte le azioni che ti potresti aspettare da un titolo del genere ovvero: si salta, si superano certi ostacoli e si battono determinati boss.
Ordinaria amministrazione per ogni gamer. Smashroom, tuttavia cerca di differenziarsi con una mossa, la quale ricorda un peto, che servirà sia per danneggiare i nemici, sia come doppio salto. Non solo questo, tenendo premuto il tasto, potrai saltare più in alto o in alternativa arrecare molto più danno ai nemici intorno. Attenzione però, questa mossa non è infinita e scaricherà una barra dell’energia, la quale potrà essere ripristinata grazie a delle sfere verdi, che troveremo una volta uccisi i nemici.
I combattimenti in Smashroom, saranno una parte fondamentale del titolo, dato che ogni livello sarà letteralmente pieno zeppo di nemici da fronteggiare. Per attaccarli avremo a disposizione diverse strategie: il peto e il classico salto con attacco dall’alto. Questi, una volta uccisi, faranno cadere delle spore, le quali saranno necessarie per ripristinare la nostra barra di energia oppure saranno dei power up in grado di farci fare ancora più male a chi proverà ad ostacolare il nostro cammino.
Per non farci mancare nulla in Smashroom, avremo un sistema di livellamento, il quale è pienamente ispirato al genere RPG. Una volta che riusciremo ad aumentare il nostro livello di esperienza, potremo migliorare un aspetto del nostro fungo umanoide: la barra della vita (rappresentata da dei cuori di Zeldiana memoria), aumentare la barra dell’energia (utile per sparare le spore da utilizzare contro i nemici), difesa, oppure aggiungere un qualche elemento al tuo attacco.
Tuttavia se non staremo attenti e continueremo a morire, questi punti esperienza verranno dimezzati a ogni game over. Il rischio è, quindi, di arrivare sottolivellati alla fine dello stage e conseguentemente avere non poche difficoltà nel buttare giù i boss proposti, visto che alcuni di loro sono davvero tosti e non passabili senza un’adeguata preparazione.
Graficamente Dr. Jackyll & Mr. Hyde
Tecnicamente il lavoro svolto da Jonathan Calsolaro è davvero pregevole, contando anche il fatto che Smashroom è stato fatto da una persona solamente, con qualche aiuto solo per quanto riguarda le musiche. La grafica è pulita e l’utilizzo delle tonalità di marrone, aiuta a farci ambientare nel gioco e nelle sue atmosfere abbastanza cupe.
L’unico difetto che ho notato è che alcuni elementi dello sfondo tendono a confondersi con quello che è l’ambiente di gioco. Per capirci meglio, più e più volte mi è capitato di scambiare un quadrato, il quale faceva parte del background (quindi un oggetto non calpestabile), con parti del livello (ovvero oggetti con cui possiamo interagire).
In diverse occasioni questo mi ha portato al game over. Altra pecca a livello tecnico che ho notato è il fatto che alcuni nemici hanno un design troppo reale (i topi) mentre altri sono più fumettosi (i vermi ad esempio). Capiamoci si tratta di voler trovare il pelo nell’uovo, sempre tenendo conto che siamo di fronte al lavoro di una sola persona, tuttavia se si fosse utilizzato un unico stile probabilmente avremmo avuto un risultato ancora migliore.
Infine e questo è da segnalare, nella versione da noi provata, ovvero quella Nintendo Switch, abbiamo notato un certo calo di framerate, quando utilizzato in modalità portatile. Non capiamo se a causa di una scarsa ottimizzazione oppure proprio per colpa della limitata potenza di calcolo della console.
Infine due parole su quello che è la colonna sonora. Per quanto riguarda gli effetti sonori siamo di fronte alla norma, nulla che faccia gridare al miracolo, quello che è da segnalare è l’ottima colonna sonora originale, la quale è stata fatta dallo stesso autore del gioco. Le musiche si sposano davvero bene con l’ambiente di gioco e danno quel senso di fiaba ideale per il titolo a cui ci stiamo approcciando.
Concludendo
Vale la pena di premiare un nostro connazionale, acquistando Smashroom e quindi supportandolo? Sì, ma non perché sia il lavoro di un italiano, il discorso sarebbe valso anche in caso di gioco fosse stato creato da un americano o un russo. Smashroom è un ottimo titolo in grado di intrattenere, grazie ad un gameplay solido e ben congeniato, il quale mischia meccaniche classiche con altre sperimentali, prese da altri generi tipo l’RPG. Anche la difficoltà è ben bilanciata vista la necessità di fare farming; quindi il non riuscire a non andare avanti sarà solo ed esclusivamente colpa del giocatore. Peccato per quel paio di sbavature a livello tecnico, ma come si dice: c’è spazio per il miglioramento.