Snake Man’s Adventure viene descritto come un platform in due dimensioni a scorrimento laterale, sviluppato da DosoSoft e disponibile dall’8 di giugno per PC tramite Steam.
A essere onesti, già dal trailer, questo titolo mi aveva destato molte perplessità ma, come si dovrebbe sempre fare, mai giudicare un libro solo dalla copertina. Detto questo, ho riscattato il mio codice per il gioco e ho iniziato la mia avventura e con essa il mio viaggio nella perplessità più assoluta.
La storia di Snake Man’s Adventure è abbastanza immediata: una razza aliena, tali Grandiots, vuole distruggere il pianeta terra grazie a una nuova arma potentissima: un raggio che fa diventare deficienti le persone e gli animali.
Nei panni di Snake Man, arriveremo in soccorso del pianeta e la nostra prima missione sarà quella di aiutare una ragazza a ritrovare il suo cane, colpito dal malvagio raggio della deficienza, per poi scoprire che questa arma non aveva potere sull’animale perché in realtà lui è un alieno originario di un altro pianeta… ed è pure un pilota di astronavi! Da qui partiremo per la nostra missione: salvare la terra dalla deficienza.
Snake Man’s Adventure: il primo impatto (frontale)
Il primo contatto con il gioco vero e proprio è stato ahimè come con il trailer, ovvero un grosso punto interrogativo; ancora non sapevo che da lì a poco il tutto sarebbe peggiorato. La prima cosa che salta all’occhio è la grafica; Snake Man’s Adventure presenta infatti degli sfondi caratterizzati da foto reali, e questo non sarebbe un male se solo le foto presentassero più varietà; invece risultano essere ripetitivi e anche poco ispirati, annoiando sin dai primi passi nella nostra avventura.
A questo stile grafico, lo sviluppatore ha pensato di affiancare un design di protagonisti e nemici in stile cartone animato (purtroppo di quelli venuti male) e, anche se il contrasto di questa scelta grafica con i fondali dei livelli è come ricevere un pugno in un’occhio da parte di Paul Phoenix di Tekken, non è purtroppo la parte peggiore, quella va sicuramente al design dei protagonisti stessi, soprattutto di Snake Man.
Il protagonista dovrebbe essere un uomo serpente, ma di questo animale ha solo il colore e il nome, poi, quando lo guardi con più attenzione, noti una protuberanza al posto del naso, tipo un becco o similari; insomma, non so bene cosa sia ma di sicuro non è una parte anatomica di un serpente, onestamente sembra una papera caduta in della vernice verde.
A parte la caratterizzazione fisica, il protagonista pecca anche nel resto. Il suo completo da super eroe è una misera tuta attillata blu, con degli stivali neri e un mantello giallo e nessuno di questi indumenti presenta alcun dettaglio che avrebbe potuto renderlo accattivante, ma risulta di un piattume totale.
Anche il resto dei (pochi) personaggi non giocanti che incontreremo in Snake Man’s Adventure sarà allo stesso livello del nostro eroe, e questo non è proprio un errore, ma solitamente il protagonista dovrebbe essere quello che riceve più attenzioni nei dettagli… poi scopri che alcuni sono addirittura fatti meglio del serpentello e qui cominci ad essere ancora più perplesso.
Le animazioni sono veramente poco ispirate, con il nostro Snake Man che, durante i salti, muove le braccia senza alcun senso, come certe mattine quando ti svegli con un arto addormentato, e i nemici dei quali non si capisce bene cosa facciano per attaccare (i pochi che lo faranno). Gli effetti speciali non sono pervenuti.
Sì, come avrai già capito, la grafica di Snake Man’s Adventure non è il suo punto forte, ma è come un Achille ricoperto da talloni.
Snake Man’s Adventure e il gameplay che non ti aspetti
E infatti non me l’aspettavo. Partiamo dalla base dei giochi platform, il semplice salto; non appena si schiaccia il tasto per eseguirne uno, il nostro uomo serpente (forse anatra) si eleva in aria per poi ricadere ad una velocità ridottissima. Questa di solito, in altri giochi del genere, è una abilità che si sblocca avanzando del gioco mentre in Snake Man’s Adventure sembra proprio un salto programmato male.
Dico programmato male perché questa meccanica del salto “lento” non combacia con i movimenti veloci di alcuni nemici e piattaforme, risultando proprio sbagliato piuttosto che una difficoltà da superare messa lì di proposito. Per questo motivo, quella che dovrebbe essere la nostra arma principale, ovvero il salto, risulterà spesso un qualcosa che cercherà di ostacolarci piuttosto che una abilità da usare.
I nemici si elimineranno per la maggior parte saltando loro addosso, come il buon caro vecchio Super Mario ci insegna da diversi decenni. La cosa che non quadra neanche qui sono le hitbox dei nemici: più volte mi è capitato di saltare su un nemico e di essere colpito piuttosto che riuscire a eliminarlo.
Alcuni nemici poi, in maniera del tutto insensata, saranno invulnerabili dall’alto e bisognerà eliminarli con una abilità che sbloccheremo nel secondo livello, lo sprint. Altra immancabile abilità da sbloccare per meritare l’appellativo di platform, è il doppio salto, il quale ci permetterà di raggiungere punti più elevati, ma anche di fare le peggiori morti quando per sbaglio ne faremo uno di troppo, vista la lentissima ricaduta.
Snake Man’s Adventure presenta anche delle boss fight, una delle quali ci metterà contro un enorme orso, e, guarda caso, anche qui qualcosa non quadra. A parte muoversi in maniera legnosa avanti e indietro, l’orsetto farà cadere dei massi dal cielo che saranno veramente una spina nei fianchi perché molto più veloci del nostro serpentello. Fortunatamente non ci vorranno molti colpi messi a segno per avere la meglio.
Riflessioni da serpente
Fino qui ho criticato abbastanza aspramente il titolo, ma poi mi sono posto delle domande per cercare di capire il perché di queste scelte: si passi sopra la grafica, la quale ai fini del divertimento non è fondamentale, ma è proprio la parola divertimento a destare tutte le mie perplessità.
Durante il brevissimo gameplay (il titolo si finisce in 40 minuti circa) non mi sono mai divertito, anzi, mi sono annoiato da subito. La meccanica del salto lento non va proprio bene. Poi mi sono detto che forse lo sviluppatore aveva optato per quella meccanica in modo da rendere accessibile il titolo a un pubblico molto giovane e meno pratico dei videogiochi, allora tutto avrebbe senso. Avrebbe se in certi punti il gioco non offrisse difficoltà assurde e non richiedesse capacità di salto da far impallidire il livello del ponte di Crash Bandicoot, allora mi sono convinto che Snake Man’s Adventure non è stato pensato per i più piccoli.