Sniper Ghost Warrios Contracts è l’ultimo capitolo della storica saga ben conosciuta dagli appassionati degli sniping game. I titoli, pur non avendo una qualità eccelsa, sono comunque riusciti a ottenere una consistente fetta di fan, grazie alle meccaniche create appositamente per rendere più realistico ogni singolo colpo sparato dal fucile di precisione.
Quest’ultima incarnazione della saga amplia la formula della serie di Sniper Ghost Warrior, inserendo le diverse missioni all’interno di scenari relativamente ampi che permettono approcci diversi alle situazioni. Pur non riuscendo a eccellere, il titolo ha anche dei pregi degni di nota. Vale la pena tornare a imbracciare il fucile da cecchino?
Fantapolitica?
La storia di Sniper Ghost Warrior Contracts cerca di mettere in scena un conflitto fatto di intrighi e complotti, dove il desiderio di dominio di alcuni uomini spinge un’intera nazione verso la crisi. L’intreccio messo in scena, in un certo senso, ricorda quanto visto in giochi come i primi Splinter Cell, tuttavia la qualità della scrittura non è minimamente paragonabile. Di fatto, la fantapolitica di Sniper Ghost Warrior Contracts perde subito di interesse, divenendo ben presto un semplice collante per i vari incarichi che svolgeremo in territorio nemico.
La trama si svolge in una Siberia in piena crisi politica. Di fatto, il paese è stato sfruttato dalla Russia per anni, solo per ottenere un maggior numero di ricchezze. Questo ha portato a una guerra civile che si è conclusa con l’indipendenza Siberiana. Purtroppo, l’uomo che ha ottenuto il potere sfrutta nuovamente le risorse e la popolazione del luogo per arricchire se stesso e i suoi conoscenti. Questo, a sua volta, porta alla creazione di una situazione politica instabile e di un gruppo terroristico di protesta.
Il nostro protagonista, un mercenario chiamato con il nome in codice di Predatore, viene quindi assunto per portare a termine degli omici mirati e delle azioni di sabotaggio che possono cambiare completamente il destino della Siberia.
Siamo quindi di fronte a un incipit di grande fascino, che però non riesce a decollare, dato che le brevi e rare scene di intermezzo si limitano solo a spiegare la posizione e il ruolo delle persone che andremo a uccidere. In pratica, sono solo dei briefing che, per quanto ben fatti, non bastano a sostenere il peso dell’intera narrazione.
Da solo, in territorio nemico
Il gameplay di Sniper Ghost Warrior Contracts ci mette quindi nei panni di un sicario che opera in territorio ostile. Il titolo ci mette di fronte a 5 ambientazioni relativamente estese, al cui interno si svolgono 5 missioni principali (per un totale di 25) e qualche sfida aggiuntiva. Dopo aver scelto l’armamento e aver selezionato la missione, quindi, si viene catapultati in uno scenario aperto non troppo vasto, dov’è possibile scegliere che missione svolgere per proseguire.
Le mappe sono quindi dei grandi contenitori per gli incarichi principali, che sono distribuiti al loro interno in strutture specifiche a cui è possibile approcciarsi in diversi modi. Abbiamo quindi dei grandi scenari naturali dov’è possibile vedere basi militari, ville, porti e così via. Oltre a questo, troviamo anche delle piccole taglie secondarie molto facili da svolgere e diverse sfide extra che ci vengono assegnate insieme alle missioni principali.
Va detto, purtroppo, che le mappe in questione sono fin troppo vuote e prive di stimoli per esplorare gli anfratti lontani dagli obiettivi principali. Ci sono dei piccoli incarichi secondari, questo è vero, ma nulla di troppo eclatante che possa giustificare un’esplorazione approfondita.
La presenza di queste aree, però, fa in modo che possano esserci diversi approcci per ogni obiettivo: si può cercare un’altura, utilizzare dei condotti per l’acqua, nascondersi nell’erba e piazzare una torretta e così via. Vi sono sempre più punti d’accesso o di osservazione che permettono di essere creativi. Inoltre, è possibile interagire con alcuni oggetti sparsi nell’ambiente (come un generatore elettrico che è possibile distruggere) per attirare i nemici. Un’ottima idea, che purtroppo non è sfruttata a dovere: dimentica di vedere gli scenari pieni di opportunità visti in Hitman.
Purtroppo, questo è affiancato da un sistema di shooting che, quando si sposta dai fucili di precisione, è quantomai spartano. Prendere la mira con pistole e fucili d’assalto è fastidioso e impreciso, per colpa di un sistema di controllo che impedisce di mandare il mirino esattamente dove vorremmo. Questo si traduce in una netta preferenza del classico approccio dalla lunga distanza (in cui si uccidono tutti da un’altura) che, di fatto, riduce tutte le strategie disponibili a una sola. L’idea di inserire anche degli obiettivi in cui si richiede di infiltrarsi nelle strutture, con conseguenti scontri dalla breve distanza, è bella e dona varietà alla formula, tuttavia deve essere affiancata da un sistema di controllo che possa rendere tutto godibile e appagante. Non abbiamo, per esempio, la precisione millimentrica vista nei capitoli di Hitman o in Metal Gear Solid V.
Un colpo, un morto?
Il discorso cambia completamente quando imbracciamo un fucile di precisione. In questo caso ci troviamo di fronte a un sistema di mira davvero ben fatto e rifinito, in grado di regalare parecchie soddisfazioni. In Sniper Ghost Warrior Contracts, di fatto, non basta allineare la testa di un nemico con il centro del mirino, ma bisogna considerare una serie di fattori che mutano la traiettoria del colpo.
La distanza, l’altezza e il vento, infatti, richiedono un piccolo calcolo prima di ogni sparo. Tutto questo viene spiegato al giocatore in modo chiarissimo e gestito in modo magistrale durante il gameplay. In pratica, la distanza dal bersaglio richiede di alzare il mirino più su della sua effettiva posizione, dato che il proiettile cadrà con una traiettoria ad arco; il vento, invece, potrebbe spostare il colpo verso sinistra o destra in base alla sua direzione. In ultimo, se siamo più in alto del nostro bersaglio, la caduta del proiettile potrebbe ucciderlo anche se si trova dietro un riparo.
Tutto ciò si concretizza in un piccolo arco mostrato nel mirino, che ci indica in che modo il proiettile seguirà la traiettoria a sinistra o a destra. A questo si aggiunge il nostro personale calcolo della distanza, basato sulle tacche di mira. Per esempio, se un nemico è a 150 metri, basta mettere la sua testa a metà delle tacche di 100 e 200 metri, incrociando il tutto con la curva del vento. Detto così sembra difficile ma, pad alla mano, è tutto immediato e appagante.
In nostro aiuto, infatti, viene il pratico binocolo incluso tra i gadget del nostro cecchino. Questo permette di marchiare i nemici, facendo apparire un pratico indicatore che ne mostra la distanza dalla nostra posizione: un’informazione utile per calcolare con precisione dove posizionare il mirino. Durante le prime fasi di gioco sarà praticamente essenziale ricorrere a questo strumento, tuttavia proseguendo nell’avventura si impara a comprendere la distanza a occhio nudo e si riescono a mettere a segno dei colpi davvero spettacolari.
Purtroppo, questo indiscutibile pregio è rovinato dalla pessima IA nemica. I soldati hanno comportamenti davvero basilari e durante gli scontri si limitano a nascondersi o a cercare il protagonista con il binocolo. Qualora venissimo scoperti, poi, spareranno semplicemente verso la nostra direzione o ci verranno incontro, senza nessuna tattica apparente. Inoltre, non di rado vediamo alcuni soldati restare imbambolati mentre il cranio del loro compagno viene brutalmente frantumato dal nostro colpo oppure tornare tranquillamente nella loro posizione mentre i cadaveri dei loro commilitoni sono ancora sparsi sul terreno.
In poche parole, quando si tratta di sparare con i fucili di precisione, Sniper Ghost Warrior Contracts è davvero ben fatto e presenta un sistema di shooting appagante e divertente. Purtroppo, lo stesso non si può dire dei momenti a corto raggio, dove tutto diventa molto più macchinoso. A questo si aggiunge un’IA davvero deficitaria, che spezza l’immersione degli scontri a fuoco più lunghi.
Un ultimo accenno va fatto al posizionamento dei nemici, non sempre ottimale. Purtroppo ci sono alcuni luoghi nei livelli che sono fin troppo sguarniti, consentendoci di passare inosservati aggirando la sorveglianza di un’intera area. Allo stesso modo, vediamo delle strutture che hanno una concentrazione di nemici così elevata da rendere quasi impossibile un approccio puramente stealth.
Armi… tante armi
Arriviamo ora a un altro pregio di Sniper Ghost Warrior Contracts: le armi. Il nostro cecchino, infatti, ha a disposizione un vasto arsenale di fucili di precisione, fucili d’assalto e pistole. Oltre all’equipaggiamento base, quindi, è possibile acquistare nuove bocche da fuoco progressivamente più efficienti. Per farlo sono necessari i soldi che riceviamo dai contratti e altri oggetti facilmente reperibili.
Nonostante i fucili d’assalto siano troppo simili tra loro, le pistole e i fucili di precisione assicurano una giusta varietà all’armamento. In aggiunta, i nostri strumenti di morte sono personalizzabili con svariati accessori, come torce, silenziatori, mirini e così via.
Una maschera super-tecnologica, infine, ci aiuterà a portare a termine le missioni. Questa comprende diversi accessori utili, primo tra tutti il già citato binocolo. Degna di nota è anche la “modalità maschera”, che evidenzia tutti gli oggetti importanti nell’ambiente. La suddetta maschera, inoltre, è migliorabile attraverso degli alberi di abilità, che permettono di ottenere abilità aggiuntive.
Il comparto tecnico
Il comparto tecnico di Sniper Ghost Warrior Contracts, purtroppo, non riesce a eccellere. Infatti, le texture degli scenari sono poco dettagliate e le animazioni sono migliorabili. A questo, tuttavia, si affiancano degli effetti ambientali piacevoli e dei modelli delle armi dettagliati. Purtroppo vanno segnalati dei cali di frame visibili in posti con un grande affollamento di effetti ambientali.
Il comparto sonoro è accettabile, con effetti sonori diversi per ogni arma impugnata, ed effetti ambientali convincenti. Le musiche, invece, sono adeguate alle situazioni, ma dimenticabili. Inoltre, sono molto belli piccoli dettagli, come il suono del bossolo che cade dopo aver tirato l’otturatore di un’arma.
Lo stile artistico, allo stesso modo è generico e, a parte la maschera, non propone nessun picco di qualità che possa rendere il titolo immediatamente riconoscibile.