Partiamo col dire che non siamo davanti alla solita minestra riscaldata e si, forse somiglia un po’ ad un titolo alquanto blasonato e altrettanto complicato, ma è proprio questa la prima differenza tra Sockventure e qualsiasi altro platform.
Fin dall’inizio il gioco ci mette a nostro agio guidandoci passo passo nella conoscenza di ogni singola meccanica presente in-game e ci viene concesso più di uno scenario per poter apprendere al meglio la fisica e familiarizzare con l’ambiente. Ho giocato parecchio a titoli di questo genere e le volte in cui il gioco mi ha stancato presto sono state molte, ma per quanto riguarda Sockventure annoiarsi è particolarmente difficile.
Livello dopo livello saremo costantemente portati a fare sempre meglio cercando di migliorare le nostre performance ed è proprio questo che rende il titolo sviluppato da Nighthouse Games molto stimolante a tal punto che sembra quasi motivarci. Su Sockventure vestiremo i panni di un super eroe che vive all’interno di una lavatrice che durante un normale ciclo di lavaggio ha praticamente rubato i calzini di un bambino. Il nostro compito sarà quello di attraversare i complessi scenari che ci si porranno davanti per proseguire nella ricerca dei calzini perduti e nel frattempo potremo comunque imparare delle nuove skill utili a superare determinati ostacoli.
Sockventure, un’avventura dentro una centrifuga
Come per ogni platform che si rispetti, la precisione con la quale bisogna affrontare ogni singolo salto, discesa controllata, scivolata o scatto deve essere perfetta e la difficoltà aumenterà gradualmente man mano che procederemo fra i vari livelli. Nel frattempo potremo anche collezionare un paio di monete che ci permetteranno di acquistare delle interessanti skin da utilizzare per dare un po’ di stile personalizzato al nostro super eroe dei calzini. Inoltre sbloccheremo delle skin accessibili soltanto completando degli scenari e trovando il calzino alla fine di ogni livello.
Il team di sviluppo che ha lavorato sul videogame ha dimostrato di avere delle notevoli capacità sul genere platform, ma anche delle conoscenze piuttosto approfondite, visto che (per i più navigati del genere) delle volte sembra di essere in una delle run di Super Meat Boy. Percorrendo i 200 livelli proposti da Versus Evil, risulta evidente quale sia l’intento del team di sviluppo e della software house, ovvero, portare sul mercato una valida alternativa ai classici intramontabili. Non è una sfida che molti avrebbero lanciato, tuttavia Sockventure ha dimostrato di avere notevoli capacità e svariati stili con i suoi sette capitoli e i tre mondi oscuri.
Quest’ultimi rispecchiano esattamente quello che un giocatore esperto si aspetterebbe da un platform, brutalità allo stato puro. Una volta completati i 200 livelli ti sembrerà di ricominciare con un gioco totalmente diverso. Se prima Sockventure ti sembrava un platform adatto a tutti, all’interno dei mondi oscuri desidererai soltanto arrivare al checkpoint successivo per non dover ricominciare. Mantenere i nervi saldi in questa tipologia di videogame è pressocché impossibile, visto che le quantità di volte che moriremo supereranno di gran lunga qualsiasi numero tu possa immaginare. (Non a caso l’ultimo trofeo si ottiene morendo almeno 10.000 volte)
Un gameplay frenetico senza esagerare (all’inizio)
Proseguendo fra i vari scenari del titolo ho notato un netto aumento della difficoltà, soprattutto nelle sezioni finali del capitolo in cui era necessario eseguire una run con un tempismo assolutamente perfetto. Il tutto però non si limita ai semplici comandi basilari, infatti ci verranno impartite delle nuove abilità che ci permetteranno di proseguire, ma anche qui dovremo essere molto precisi e senza esitazione. L’aggiunta di nuove “movenze” e abilità però non semplifica le cose, anzi le rende notevolmente più difficili, infatti i percorsi risulteranno sempre più complessi e strutturati per obbligarci a mettere i campo tutte le conoscenze acquisite.
Ovviamente completare il videogioco eseguendo una run totalmente perfetta è praticamente impossibile visto che determinati salti o scenari richiedono una precisa combinazione di tasti in cui anche il tempo di pressione influisce sul risultato. La cosa che probabilmente mi ha spinto a continuare nonostante i miei numerosi fallimenti (circa 350 nella prima ora di gioco) è il riavvio del livello praticamente istantaneo, infatti una volta aver fallito un salto o qualsiasi altra cosa potremo immediatamente ripetere l’azione.
Secondo alcuni gameplay mostrati su YouTube, è possibile completare Sockventure in circa 5/6 ore, ma, forse perché provengo da Super Meat Boy, sono riuscito ad arrivare al tanto famigerato “boss finale” in poco più di 4 ore. La cosa che più mi ha colpito di questo videogame è il comparto grafico. Realizzato interamente a mano riesce a trasmettere una sorta di confidenza istantanea, come se avessi già giocato a questo videogame.
Inoltre sappi che all’interno di ogni capitolo sono presenti delle sfide opzionali da poter completare e nel caso non dovessi riuscirci al primo tentativo, sappi che potrai comunque riprovarci tutte le volte che vorrai. Definirei Sockventure un platform hardcore? Ni, è sicuramente un platform con delle interessanti peculiarità, ma per accedere alla sezione “hardcore” del titolo dovrai prima completare i 7 capitoli e allora si che lo si potrà definire un platform hardcore.