Gli alieni hanno un nuovo obiettivo: non più rapire gli esseri umani, ma mucche, pecore, maiali e polli. Il loro scopo è quello di costruire la più grande fattoria spaziale della galassia, e il nostro sarà quello di aiutarli. Vediamo nel dettaglio pregi e difetti di Sokobalien, puzzle game sviluppato da MadCat Corp in cui vestiremo i panni degli extraterrestri per adempiere a questa particolare missione.
Nella vecchia fattoria… spaziale
Come anticipato in precedenza, in Sokobalien impersoneremo un alieno determinato a costruire la più grande fattoria spaziale della galassia. Per realizzare questo obiettivo, il protagonista spinge i vari animali presenti nei livelli verso i raggi degli UFO, così da farli rapire e trasferire nella nuova struttura.
Il contesto narrativo del gioco viene fornito in maniera estremamente veloce e sbrigativa, senza dialoghi o filmati che lo contestualizzino. La trama del titolo, infatti, è relegata a mero sfondo: questo tipo di trattazione, così essenziale e immediata, viene adottato per lasciare immediatamente spazio al vero fulcro del gioco, gli scenari con i relativi puzzle da risolvere.
Sokobalien was his name-O
Le meccaniche di Sokobalien, come suggerisce il titolo, sono fortemente ispirate a Sokoban, puzzle game sviluppato da Hiroyuki Imabayashi e pubblicato nel dicembre 1982 in cui il giocatore deve spingere le scatole in un magazzino, cercando di portarle nei luoghi di stoccaggio. Allo stesso modo, il titolo di MadCat Corp richiede al giocatore di spostare gli animali verso specifici punti di rapimento all’interno di livelli che sono formati da una serie di blocchi, che vanno a formare una griglia più o meno complessa.
Il gioco, infatti, inizia con livelli estremamente semplici che fungono, in sostanza, da tutorial e introducono le meccaniche base, come spostare un singolo animale verso un raggio di rapimento. Tuttavia, man mano che si avanza, vengono introdotti nuove sfide e ostacoli, come pulsanti che devono essere tenuti premuti da animali o oggetti per far ricomparire dei blocchi scomparsi. Le novità proposte, però, risultano un po’ troppo esigue, e in diversi frangenti risalta un certo senso di ripetitività.
Proseguendo nei livelli, vengono sbloccati anche nuovi animali. Nei primi scenari, infatti, avremo a che fare con le mucche, che possono essere spostate di blocco in blocco spingendole. Troveremo poi le pecore, che sono in grado di saltare oltre un blocco che presenta un ostacolo, le galline, che scivolano attraverso le caselle fino a quando non incontrano un’ostruzione, e infine i maiali, che hanno la capacità di passare attraverso i blocchi che presentano del fango sopra di loro.
100 puzzle nello spazio su Nintendo Switch
I 100 livelli del titolo hanno una durata molto breve, che dura dalla manciata di secondi fino ai due minuti nei casi più complessi, ma nel complesso garantiscono una buona longevità al titolo. Durante la partita potremo utilizzare anche il tasto B per ricominciare immediatamente il livello, mentre premendo Y potremo annullare l’ultima azione che abbiamo svolto. Utilizzando i pulsanti dorsali R e L, invece, è possibile cambiare il colore dello sfondo: si tratta di una modifica puramente estetica, che non ha risvolti sulla partita.
A mancare, invece, è la possibilità di ottenere un indizio o un suggerimento nel caso in cui non si riesca a risolvere un livello. Visto l’aumentare della difficoltà negli scenari più avanzati, l’opportunità di richiedere un aiuto avrebbe potuto aumentare l’accessibilità del titolo, rendendo l’esperienza più confortevole per coloro che hanno meno dimestichezza con i puzzle game.
A differenza della maggior parte degli altri giochi ispirati a Sokoban, inoltre, il titolo di MadCat Corp presenta una particolarità che crea qualche difficoltà dal punto di vista visivo. I vari scenari, infatti, non appaiono dritti rispetto a noi, ma sono inclinati di circa 25 gradi. Ciò rende lo spostamento del nostro personaggio un po’ più difficoltoso del previsto, soprattutto mentre si svolgono i primi livelli e ci si deve abituare a questa impostazione.
Completare uno scenario non solo permette di progredire nel gioco, ma offre anche ricompense sotto forma di monete. Il denaro può essere utilizzato per acquistare dei cappelli, che potranno essere indossati dal protagonista del gioco.
Un comparto tecnico semplice ed essenziale… forse fin troppo
Dal punto di vista tecnico, Sokobalien si caratterizza per uno stile grafico dalla connotazione cartoonesca, che risulta pulito, semplice ed essenziale. Questa impostazione, che comunque appare funzionale al tono leggero adottato dal gioco, non si amalgama perfettamente con tutti gli elementi del titolo. A risentirne negativamente è soprattutto la composizione dei vari livelli di gioco, che mostrando solamente i blocchi essenziali per risolvere i puzzle appaiono fin troppo spogli e vuoti.
Nella quasi totalità dei casi, infatti, attorno ai vari scenari vediamo un’ampia porzione dello schermo che rimane vuota, mostrando unicamente lo sfondo formato da un colore che sfuma in varie tonalità e da alcuni piccoli punti luminosi, restituendo così un colpo d’occhio abbastanza desolante.
Anche la componente audio del gioco ricalca l’impostazione grafica nella sua essenzialità. Gli effetti sonori legati al movimento dei personaggi e alla cattura degli animali risultano semplici ma ben realizzati, soprattutto quelli relativi agli animali. Per quanto riguarda, invece, le tracce audio, Sokobalien presenta una sorta di jingle accattivante quanto basta che può essere ascoltato nel menù principale del gioco, mentre lo svolgimento dei livelli è caratterizzato da una melodia molto breve e semplice.
Quest’ultima, nelle intenzioni degli sviluppatori, voleva senz’altro risultare rilassante e in grado di accompagnare l’esperienza di gioco senza risultare invasiva. Tale obiettivo viene soddisfatto nei primi minuti, ma, ascoltandolo in loop, questo tema musicale finisce per diventare estremamente fastidioso, soprattutto nei momenti in cui magari abbiamo difficoltà a capire come risolvere un determinato puzzle.